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PAS in Emilia Romagna: i sindacati denunciano “basta con i ritardi”

Inviata una lettera unitaria al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, ai Rettori delle Università della regione e all’Assessore regionale all’istruzione.

07/02/2014
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FLC CGIL - CISL Scuola - UIL Scuola - SNALS GILDA
Segreterie regionali

FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Snals-Confsal, Gilda dell'Emilia Romagna, vista la comunicazione dell'Ufficio Scolastico Regionale che definisce il quadro dell'offerta formativa PAS in Emilia Romagna,

denunciano

che l'attivazione dei percorsi di formazione per conseguire l'abilitazione all'insegnamento rivolto ai precari della scuola con contratto a tempo determinato e che hanno prestato 3 anni di servizio nelle istituzioni scolastiche, si sta trasformando in una vera odissea.

Pur valutando positivamente l'attivazione di molti corsi, giudicano inaccettabile la decisione delle Università emiliano romagnole di non avviare i PAS per l'infanzia e la primaria.

Tale scelta, in particolare, crea una grave discriminazione per migliaia di docenti: la prima derivante dall'appartenere ad un ordine di scuola specifico, la seconda di ordine territoriale.

Questa incomprensibile decisione, non consente prospettive di stabilizzazione professionale per oltre 2500 precari e impedisce l'esercizio di un diritto previsto da leggi dello stato.

Le OO.SS. ritengono non più rinviabile un intervento risolutore del Ministro che ha emanato un decreto e un regolamento e che ora, deve farsi garante del corretto svolgimento dei percorsi per l'ottenimento dell'abilitazione all'insegnamento.

Chiediamo con forza ai Rettori delle Università dell'Emilia Romagna di avviare con tempestività i PAS per infanzia, primaria e per le altre discipline d'insegnamento.

Chiediamo, altresì, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale e all'Assessore Regionale all'Istruzione di attivarsi presso la CRUI, affinché questa pesante discriminazione venga rimossa.

Le OO.SS., infine, chiedono di garantire i permessi per il diritto allo studio per tutti coloro che frequenteranno i corsi abilitanti.

Non si possono calpestare i diritti di migliaia di lavoratori precari della scuola che rivendicano legittimamente il rispetto delle leggi e delle regole stabilite.