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Liceo Moro, CGIL e FLC: la scuola non è l’insegnante che ha diffuso materiale didattico revisionista ma si prendano provvedimenti

I ragazzi con la loro indignazione sono la resistenza che dobbiamo coltivare

06/06/2024
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A cura della CGIL e FLC CGIL Reggio Emilia

“Come finire l’anno scolastico nel peggiore dei modi. Quanto accaduto al Liceo Moro ha dell’incredibile, ci lascia sgomenti e increduli”. È il commento a caldo di Cgil e Flc di Reggio Emilia dopo la notizia della professoressa di lettere che ha consegnato ai propri studenti di quinta materiale didattico di stampo revisionista sulla Resistenza antifascista nel nostro Paese e non solo.

Il Liceo Moro negli anni è stato spesso citato tra gli Istituti d’avanguardia della nostra provincia e valutato capace di coniugare tradizione e innovazione, mettendo al centro la piena realizzazione e valorizzazione degli studenti. “Stupisce quindi ancor di più che questo episodio si sia verificato proprio tra le sue mura facendosi campanello d’allarme riguardo alla pericolosa deriva culturale a cui stiamo assistendo”.

“Ogni giorno si verificano tentativi di riscrittura della storia da parte di una ben chiara parte politica, attualmente al Governo. - si legge nella nota del sindacato - Qualcuno sostiene che il fascismo non esista più ma la mentalità fascista, invece, appare evidentemente ancora ben radicata anche in ambiti impensabili come quelli rappresentati dalla scuola dove, apprendiamo da questo episodio, complice un clima favorevole, chi fino a poco tempo fa non avrebbe avuto l’ardire di professare revisionismi pseudofascisti oggi non ha più timore”.

“Che la storia divenga all’interno della scuola pubblica da serissima materia di insegnamento ad autostrada di revisionismi e negazionismi è inaccettabile, come inaccettabili ci appaiono le posizioni espresse dall’insegnante del Moro che ha fatto carta straccia dell’esistenza e del significato della Resistenza italiana e europea manipolando le fonti e stravolgendo i fatti  – sottolineano Cgil e Flc - Inaccettabile anche lo stravolgimento ideologico dei temi e degli obiettivi dell’Agenda 2030, elaborata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2015. Perché stravolgere il significato di qualcosa non è esercizio del pensiero critico, in cui crediamo con forza, ma di nuovo revisionismo ideologico estraneo a fonti, fatti e studi”.

Per fortuna la scuola è raramente questo, e molto più spesso tanto altro.
“Gli studenti del Liceo Moro con la loro incredulità e indignazione costituiscono uno spiraglio di resistenza che, ancora oggi, nelle nuove forme della nostra attualità sta a dimostrare che, come sostiene Massimo Baldacci, “la vera educazione non è neutrale, presuppone sempre la scelta di un orizzonte di valori” - conclude il sindacato - Per salvare questa scuola, per non disperdere l’indignazione di questi studenti, auspichiamo e chiediamo che la dirigenza scolastica e il Provveditorato agli studi prendano una posizione chiara e assumano i conseguenti provvedimenti nei confronti di chi dovrebbe presiedere allo sviluppo intellettuale dei ragazzi e invece ha abusato del proprio ruolo educativo a favore di disvalori contrari ai principi sanciti dalla nostra Costituzione antifascista. La scuola pubblica deve promuovere lo sviluppo dello spirito critico, in un orizzonte di valori che non possono che essere democratici”.