Scuola: dopo l’incontro con l’USR Emilia Romagna risposte insufficienti per la ripartenza
I sindacati chiedono alla politica della regione maggiore attenzione. Il Presidente Bonaccini si faccia garante delle ulteriori richieste necessarie alla scuola dell’Emilia Romagna.
Emilia Romagna
Le scriventi organizzazioni sindacali della scuola dell’Emilia-Romagna nella giornata di lunedì 10 agosto, hanno incontrato il Direttore dell’Ufficio Scolastico regionale per l’informazione sugli organici aggiuntivi assegnati alla nostra regione con il decreto interministeriale del 6 agosto scorso. Nei giorni scorsi avevamo denunciato la poca chiarezza e l’esiguità delle risorse assegnate all’Emilia Romagna per l’avvio dell’anno scolastico, una delle regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, che come si legge dai dati diramati, è in ripresa.
Dall’incontro non sono emerse risposte puntuali come invece da noi richiesto ma rassicurazioni generiche e insufficienti sulla ripartenza e l’indisponibilità a consegnare i dati sulle richieste aggiuntive avanzate dalle scuole e la successiva richiesta di organico inoltrata dall’USR al Ministero.
Il Ministero ha assegnato all’Emilia Romagna per il 2020/2021 60 milioni di euro, sufficienti a malapena a coprire un fabbisogno di circa 2.500/2.700 addetti tra personale docente e ATA, peraltro decurtati del 10% (l’equivalente di circa 250/270 posti) per coprire le sostituzioni del personale che si assenta fin dal primo giorno.
Le OOSS giudicano gravemente insufficiente questa assegnazione per far ripartire la scuola in sicurezza con classi normo dimensionate (e non con 28/30 alunni come da più parti ci viene segnalato) e il mancato coinvolgimento preventivo delle OOSS che apre un conseguente vulnus nelle relazioni sindacali.
Mancano risposte per la scuola dell’infanzia, la Cenerentola dimenticata della scuola, scarse sono quelle per la scuola primaria a cui deve essere garantito il tempo pieno. Per la scuola di I grado e per le superiori ci aspettiamo la riduzione del numero degli alunni per classe e la totale ripresa delle lezioni in presenza. Così come chiediamo garanzie per le attività laboratoriali e la possibilità di utilizzo delle palestre. Anche le attività dei corsi per gli adulti (CPIA) devono essere garantite.
Sul versante della stabilizzazione del personale docente sono state autorizzate complessivamente in Emilia Romagna 7.409 immissioni in ruolo di cui solo 2.000 o poco più saranno effettivamente coperte a causa dell’esaurimento delle graduatorie dei concorsi.
Si tratta ancora una volta di pura propaganda e la scuola dell’Emilia Romagna per funzionare avrà necessità di un esercito di supplenti che non potranno essere in cattedra fin dal primo giorno di scuola.
Chiediamo ai rappresentanti politici della nostra regione, finora troppo distratti nel dibattito sulla scuola, di farsi carico dei problemi denunciati.
Nonostante i maldestri tentativi di dire che va tutto bene, la scuola dell’Emilia Romagna rischia di arretrare e di non riuscire a garantire il diritto allo studio di tutti i suoi studenti.
Nei prossimi giorni chiederemo un incontro al Presidente della Regione dal quale ci aspettiamo garanzie di equità e trasparenza, in previsione di una ulteriore distribuzione delle risorse nazionali, a sostegno di un concreto interesse per la ripartenza della scuola in sicurezza ed in presenza.
Inoltre, movimentare oltre 560.000 studenti e 70.000 tra personale docente e ATA, oltre alle scuole paritarie, richiede un grande sforzo e investimenti sul tema dei trasporti sul quale registriamo un grave ritardo, poche soluzioni e scarse certezze.
Non ci accontentiamo di una scuola qualsiasi e ridimensionata.
Da troppo tempo lo diciamo: aumentano gli studenti ma gli organici no.
È il momento di dire basta: la scuola dell’Emilia Romagna merita più rispetto e attenzione.