Università di Trieste: i sindacati chiedono il mantenimento in servizio del personale precario tecnico amministrativo
Ferma presa di posizione nei confronti dell’Ateneo triestino che nei prossimi mesi lascerà a casa quarantotto lavoratori che garantiscono il funzionamento anche di servizi strategici.
Pubblichiamo di seguito una dichiarazione delle Organizzazioni Sindacali e con l’appoggio della RSU in merito alla situazione del personale precario tecnico-amministrativo dell’Università degli Studi di Trieste.
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FLC CGIL - CISL Università - UIL PAUR
CONFSAL (Federazione SNALS Università CISAPUNI)
Quarantotto dei circa 750 dipendenti tecnici amministrativi dell’Università di Trieste vedranno scadere entro pochi mesi il loro contratto a tempo determinato. I primi due di loro rimarranno a casa col prossimo agosto.
Si tratta di persone che nella quasi totalità dei casi hanno già lavorato sei anni o più nell’Ateneo, sovente nelle medesime funzioni legate a necessità quotidiane dell’Istituzione - per inciso funzioni stabili, quali ruoli di segreteria amministrativa, contabili, di biblioteca, segreteria didattica, ruoli tecnici.
La vicenda è stata portata all’attenzione dei Rettori e all’Amministrazione dal febbraio scorso, ma da questi non è stato avviato con le Organizzazioni Sindacali alcun confronto operativo sulla questione specifica.
Come sindacati riteniamo – sulla base di simili accordi già sottoscritti in diversi Enti nazionali di ricerca (CNR, INFN, Università dell’Aquila e altri) - che sia disponibile lo strumento legislativo che consenta di mantenere in servizio tutto questo personale, davanti ad una manifesta utilità della loro permanenza.
Il 3 luglio abbiamo chiesto nuovamente ai vertici dell’Ateneo un incontro urgente sul tema, ma questo è stato prima fissato al 25 luglio per poi essere pretestuosamente rinviato agli inizi di settembre. La scelta di rinviare il confronto ha determinato la perdita del posto di lavoro di due persone.
A nostro parere in questo modo l’Ateneo triestino annuncia di voler intraprendere una strada che lo priva di personale preparato, mette a rischio alcuni servizi strategici – ad esempio segreteria studenti, biblioteche, supporto informatico e tecnico - nonostante la possibilità di evitarlo.
La via prescelta è un chiaro segnale di una precisa volontà politica in una fase di crisi occupazionale generalizzata. Ci pare pertanto che il futuro si preannunci fosco per l’intera comunità che vive attorno all’Università triestina.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali esprimono viva preoccupazione per questo passaggio che riteniamo frutto di un atteggiamento di sottovalutazione del problema, e che speriamo di poter modificare tramite il confronto con la controparte.
Se questo non sarà possibile ci vedremo costretti a organizzare una energica azione sindacale a tutela dei lavoratori e dell’Istituzione stessa con tutti gli strumenti a nostra disposizione.