INFN: lettera aperta dei rappresentanti dei ricercatori per favorire l'entrata di nuovo personale nell'ente
La lettera dei rappresentanti dei ricercatori segnala le gravi difficoltà in cui rischia di venirsi a trovare l'ente per effetto dei tagli sul personale.
I rappresentanti dei ricercatori dell’INFN hanno inviato al Ministro Gelmini e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al Ministro della Pubblica Amministrazione, al Ministro dell’Economia ed agli organi di stampa una lettera aperta.
In tale lettera si ricorda il ruolo e i risultati riconosciuti a livello internazionale raggiunti dall’ente malgrado i tagli di risorse economiche e di personale. Oggi gli ulteriori tagli previsti dalla manovra del governo e, in particolare, l’obbligo di riduzione degli organici bloccherebbero la possibilità dell’ente di assumere giovani bravi che da tempo operano nella ricerca. Per questo si richiede di rivedere tali norme per il bene della ricerca pubblica italiana.
La FLC, nel rendere pubblica tale importante lettera e nel sollecitare che analoghe richieste vengano espresse anche dagli organi di governo dell’INFN, ricorda, come ampiamente denunziato su questo sito, che il governo si sta accingendo a fare ancora di più: con il blocco definitivo di tutte le stabilizzazioni sta per licenziare migliaia di precari, tempi determinati e co.co.co., senza i quali l’attività degli enti di ricerca si bloccherà.
Roma, 30 settembre 2008
______________________
Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Mariastella Gelmini
e p.c.
Al Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Silvio Berlusconi
Al Ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione
Renato Brunetta
Al Ministro dell’Economia e Finanze
Giulio Tremonti
agli organi di stampa
Gentile Ministro Gelmini,
Le scriviamo in qualità di Rappresentanti dei ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Come Lei saprà, il nostro Ente coordina, tra l’altro, le attività dei fisici italiani impegnati nel Large Hadron Collider (LHC) al CERN, di cui si è tanto parlato in questi giorni e che è stata definita come ”la più grande avventura della fisica contemporanea”. In questo, come in altri campi, i fisici italiani continuano ad ottenere risultati eccellenti in ambito internazionale malgrado negli ultimi anni lavorino in condizioni sempre più difficili specie se confrontate con il resto dell’Europa: da una parte stiamo infatti assistendo a una graduale contrazione delle risorse dedicate alla ricerca, dall'altra anni di precariato, ripetuti blocchi delle assunzioni e impossibilità di bandire concorsi hanno portato ad un progressivo invecchiamento della comunità scientifica.
Il successo di iniziative come LHC non è casuale, ma è il risultato delle risorse umane e finanziarie investite negli ultimi 20 anni. Noi ci auguriamo che tutto questo non stia per finire.
Purtroppo il DL 112, convertito nella legge 133/2008, nella sua applicazione alla ricerca ipoteca ulteriormente il futuro della fisica in Italia. Esso prevede infatti per gli enti di ricerca, come per le altre amministrazioni dello Stato, una riduzione della pianta organica pari almeno al 10%. Di fatto, l’INFN potrebbe trovarsi, già a fine 2008, con personale in eccesso rispetto alla pianta organica così ridefinita, e, per alcuni anni, non potrebbe assumere ricercatori, nemmeno per rimpiazzare le cessazioni dal servizio dell'anno precedente. La limitazione della pianta organica impedirà al nostro Ente anche di usufruire dei 30 milioni di euro (già previsti dalla finanziaria 2007 e confermati dal DL 113) destinati all'assunzione di nuovi ricercatori negli enti di ricerca. Paradossalmente, l’INFN si trova ad essere penalizzato nonostante la rigorosa politica che ha caratterizzato tutta la sua storia: ancora oggi l'Ente destina meno di metà del suo budget annuale (che è inferiore al costo di 10 km di TAV) alle spese per il personale, investendo la maggior parte dei fondi a sua disposizione per la ricerca e per il funzionamento dei suoi laboratori.
I nuovi tagli vanno soprattutto a danno dei molti giovani brillanti che, dopo anni di precariato, si vedono costretti a trovare una collocazione in università ed enti di ricerca stranieri, oppure a rinunciare alla ricerca. In entrambi i casi l’impegno, economico ed umano, profuso per far acquisire alte competenze a questi giovani, andrà perduto per l’Italia.
La ricerca di base, oltre a contribuire al progresso della conoscenza, è premessa indispensabile per le future applicazioni tecnologiche. Un’esperienza pluridecennale insegna che gli sviluppi tecnologici indotti trovano poi un ampio mercato anche al di fuori della ricerca. Ciò è accaduto e sta accadendo anche nel caso di LHC: negli ultimi anni, ogni euro investito dall’Italia in LHC ha prodotto quasi un euro e mezzo in commesse a industrie italiane di alta tecnologia. Ma l’INFN non è coinvolto soltanto in LHC. Con i suoi quattro laboratori di fisica e venti sezioni dislocate su tutto il territorio nazionale, dove opera a stretto contatto con il mondo universitario, partecipa ai massimi livelli a progetti di rilevanza internazionale. L’INFN promuove inoltre iniziative di ricaduta sociale altissima. A titolo di esempio, partecipa al CNAO (centro per l’adroterapia oncologica) di Pavia; ha promosso a Catania il primo centro per il trattamento dei tumori oculari ed avviato un progetto per una macchina di calibro ospedaliero per la cura di routine di tali malattie; gestisce alcuni tra i maggiori centri di calcolo nazionali; ha competenze specifiche in attività di ricerca e sviluppo nel campo, di grandissima attualità, dell'energia nucleare.
La ricerca, soprattutto a questi livelli di altissima competitività internazionale, può svolgersi solamente grazie all’apporto di menti giovani e fresche e questo richiede una prospettiva di inserimento. Chi invece teme quotidianamente per il proprio futuro spreca risorse mentali su obiettivi che non sono quelli dei risultati scientifici, mentre negli altri paesi i giovani vengono messi nelle migliori condizioni lavorative sia come stipendi che come mezzi finanziari.
Siamo perfettamente coscienti del grave momento di difficoltà e delle limitate risorse economiche a disposizione, ma quale futuro può avere un Paese che taglia le risorse nei campi che portano allo sviluppo delle tecnologie più avanzate e simultaneamente preclude ai giovani più dotati di seguire le proprie inclinazioni, sviluppare il proprio talento e mettere a frutto, per lo sviluppo della collettività, le competenze acquisite?
Le chiediamo quindi di adoperarsi per escludere l'INFN dai tagli indiscriminati del decreto DL112, che porterebbero in breve il nostro Ente ad una perdita di competitività a livello internazionale. Più in generale, Le chiediamo di tenere in maggior conto le esigenze specifiche della ricerca italiana, mettendo contestualmente a disposizione le necessarie risorse umane e finanziarie.
Con osservanza,
I Rappresentanti eletti negli organi dell'INFN dai ricercatori dipendenti e associati