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Dirigenti scolastici Lazio: ferma presa di posizione sul DDL scuola

Per la Struttura di comparto regionale della FLC CGIL, “La Buona Scuola” è una proposta che non risponde ai reali bisogni e alle effettive esigenze di miglioramento della scuola italiana.

21/04/2015
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Il 16 aprile 2015 presso l’istituto Tecnico “Duca degli Abruzzi” di Roma si è svolta una assemblea regionale dei dirigenti scolastici indetta dalla FLC CGIL di Roma e del Lazio, con la partecipazione di Giovanni Carlini, responsabile nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL, candidato alle elezioni del CSPI del 28 aprile per la componente dirigenti scolastici. Al termine dell’assemblea la nuova ​struttura regionale di comparto dei dirigenti scolastici del Lazio​, riunitasi per l'insediamento e la designazione del responsabile, ​ha approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno.

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Ordine del giorno della Struttura di comparto regionale dei dirigenti scolastici del Lazio

La struttura di comparto regionale dei dirigenti scolastici del Lazio condivide e fa proprie le valutazioni sul disegno di legge del Governo ”La Buona scuola” espresse dai colleghi nell'affollata assemblea dei dirigenti scolastici svoltasi a Roma il 16 aprile.

La struttura di comparto, pur riconoscendo positiva la presenza nel disegno di legge dell'incremento dei fondi per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e pur ritenendo necessario giungere in tempi più brevi possibili alle misure, seppur contraddittoriamente presenti nel ddl, quali le assunzioni del personale precario e l’intenzione di introdurre l'organico funzionale per il potenziamento dell'offerta formativa, esprime forte preoccupazione in merito alle nuove responsabilità attribuite ai dirigenti scolastici attraverso strumenti inutili, sbagliati e persino controproducenti.

Con l'attribuzione ai dirigenti scolastici di compiti impropri, estranei al loro profilo e al loro ruolo di gestione, coordinamento e garanzia delineato dal Decreto Legislativo 165/2001 verrebbe totalmente stravolta la natura stessa della dirigenza scolastica della scuola autonoma.

In particolare, la struttura di comparto regionale ritiene che affidare al ds, al di fuori di un percorso condiviso e contrattuale, la scelta dei docenti da utilizzare nelle scuole, la valutazione e il riconoscimento del merito e l’attribuzione di incrementi retributivi, possa incidere sulla libertà di insegnamento e sull’autonomia professionale dei docenti costituzionalmente tutelate, e sta già alimentando all'interno delle scuole un immotivato clima conflittuale che getta discredito sull'intera categoria dei dirigenti scolastici.

La struttura di comparto regionale ritiene lesiva dell’autonomia scolastica, che il ddl dichiara di voler potenziare, e dell’autonomia della funzione gestionale propria della dirigenza scolastica la valutazione da parte dell’USR e del MIUR del piano triennale dell’offerta formativa, in termini di una generica coerenza con gli obiettivi declinati dall’art. 2 del ddl; esprime inoltre preoccupazione per la delega in bianco al Governo sulle modalità di assunzione dei dirigenti scolastici e sulla valutazione e valorizzazione del merito, al di fuori del perimetro e delle prerogative contrattuali.

I dirigenti scolastici considerano il ddl “Buona Scuola” una proposta non rispondente ai reali bisogni e alle effettive esigenze di miglioramento della scuola, poiché disattende del tutto le richieste, più volte avanzate dai dirigenti scolastici, di liberare la scuola dalle “molestie burocratiche" che ne appesantiscono inutilmente il lavoro, ostacolando il raggiungimento di soddisfacenti standard di qualità e il miglioramento dei processi di insegnamento e apprendimento.

Mancano inoltre nel ddl soluzioni ai problemi che dal primo settembre avranno tutte le scuole per le conseguenze della legge di stabilità 2015: ulteriore riduzione del personale amministrativo e tecnico, impossibilità di sostituire i docenti assenti per un giorno nella scuola dell’infanzia e primaria, i collaboratori scolastici per periodi inferiori a 7 gg, gli assistenti amministrativi e tecnici, eliminazione degli esoneri dei collaboratori del ds.

Si tratta di misure già prese che contraddicono palesemente le intenzioni dichiarate di voler migliorare la scuola e che debbono essere ritirate.

Anche la presenza dei 35 milioni annui (lordo stato) a partire dal 2015/16 appare una misura assolutamente insufficiente per restituire ai dirigenti scolastici quanto sottratto dal blocco Tremonti e si rivela volutamente ingannevole perché fa passare per incentivo legato alle nuove responsabilità la restituzione di fondi contrattuali appartenenti alla categoria.

Infatti il Governo già nel dicembre 2014 si era impegnato a reperire i fondi necessari a sanare gli effetti paradossali dell’applicazione del blocco della retribuzioni al Fondo Unico Nazionale: il Mef ha contestato la corretta applicazione della legge fatta dal MIUR, ricalcolando al ribasso gli importi spettanti alle Regioni addirittura dopo che i relativi contratti integrativi erano stati registrati dalla Corte dei Conti.

E ora nella relazione tecnica al ddl i dirigenti scolastici leggono che il Governo, con un disinvolto voltafaccia, dopo l’impegno a trovare una soluzione al problema, aderisce all’interpretazione del MEF non restituendo ai dirigenti le somme sottratte per tre anni e prevedendo che una parte di esse (25 milioni lordo dipendente annui contro i 58 milioni anni sottratti) vadano a incrementare dal 2015/2016 il fondo così depauperato.

Non è questo il trattamento che meritano i dirigenti scolastici per il loro quotidiano impegno a far funzionare le scuole assicurando la qualità del servizio di istruzione in tutte le scuole della repubblica.

La struttura di comparto dei dirigenti scolastici FLC CGIL del Lazio ritiene che sia necessario che la dirigenza scolastica, reclutata con pubblici concorsi e non designata attraverso incarichi fiduciari dei direttori regionali - come sembrano far pensare alcune dichiarazioni del presidente del consiglio e del ministro Giannini e i ritardi incomprensibili nell’emanazione del Bando per il nuovo concorso - sia valorizzata nelle sue funzioni di garanzia, promozione e coordinamento della didattica e dello sviluppo dell’autonomia per il miglioramento della scuola pubblica; ottenga il rinnovo del contratto di lavoro, il raggiungimento degli obiettivi dell’equiparazione retributiva interna ed esterna con le altre dirigenze pubbliche e la restituzione delle risorse contrattuali tagliate.

Roma, 16 aprile 2015

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