Università di Cassino: la FLC CGIL condanna il licenziamento di 17 lettori/CEL di madrelingua
La FLC CGIL sostiene le lavoratrici e i lavoratori che da oggi sono senza lavoro e senza stipendio.
A cura della FLC CGIL Frosinone
La FLC CGIL condanna la decisione degli organi di governo dell’Università di Cassino che licenziano 17 lettori/CEL di madrelingua ed esprime profonda solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori che sono oggi senza lavoro e senza stipendio e alle loro famiglie. Dopo una procedura durata circa 5 mesi durante la quale la scrivente Organizzazione Sindacale ha cercato (sia negli incontri presso l’Ateneo sia nell’unico presso la regione Lazio), di trovare un accordo con gli organi di governo, qualche giorno fa sono arrivate le lettere.
Alla base di tale licenziamento non c’è un motivo economico, ma ci sono invece un' interpretazione dell'autonomia esasperatamente manageriale ed indifferente al proprio compito di servizio pubblico per tutte le cittadine e i cittadini di questo paese e una visione del mondo lavorativo basato sulla competizione fra il personale, sulla contrapposizione dei diritti di una parte con quelli di un’altra. All’Università di Cassino, in continuità con quanto sta accadendo nelle fabbriche della zona (FIAT in primis), è prevalsa l’idea che il lavoro è una merce: si compra dove costa meno e si può sostituire con qualsiasi cosa (computers, macchine, robot) che faccia risparmiare. In un mondo dominato dalle leggi del mercato il più “debole” (in questo caso contrattualmente) deve soccombere, e non importa se questo “debole” contribuisce alla crescita personale e culturale delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, perché anche la conoscenza, bene comune inalienabile, è in balia delle leggi del mercato.
Le motivazioni addotte dal rettore“Il perdurare dei tagli dei finanziamenti pubblici ha indotto gli organi di governo dell'ateneo ad adottare misure di razionalizzazione delle spese. Tuttavia, tali misure sono state individuate rifiutando la logica dei tagli lineari, puntando a eliminare gli sprechi, a salvaguardare e, in molti casi, a migliorare i servizi offerti ai nostri studenti” non trovano riscontro né nella programmazione triennale del personale né nelle spese sostenute per l’ampliamento delle strutture ma anzi sono in contraddizione con quanto da lui stesso dichiarato alla stampa nello scorso mese di giugno relativamente al “buono” stato delle casse dell’ateneo. Tra l’altro la chiusura del Centro Linguistico d'Ateneo, decisione assunta dagli organi di governo che non contestiamo, non implica, come dice il rettore, la cancellazione della categoria che può benissimo afferire ai dipartimenti.
Nessuno ha mai chiesto di assimilare i lettori /CEL di madrelingua al personale docente, abbiamo sempre sostenuto che il loro fondamentale ruolo è complementare a quello del docente universitario, che le due figure non sono simili ma si sommano, si completano e concorrono ad una migliore qualità dell’offerta formativa.
Quanto apparso sugli organi di stampa la scorsa settimana in merito ad un contenzioso che i lettori /CEL di madrelingua hanno attivato da anni con l’ateneo risponde a verità ma è mancante di una parte. I lavoratori in questione si sono rivolti al giudice del lavoro per il riconoscimento di un parametro retributivo adeguato rispetto alle mansioni effettivamente svolte, parametro già stabilito dalla legge 63 del 2004: ricercatore confermato a tempo definito per 500 ore. L’università di Cassino in questi anni si è sempre rifiutata di applicare la legge. Tra l’altro più volte, al termine degli incontri, abbiamo chiesto all’amministrazione se la procedura di licenziamento avviata fosse in qualche modo connessa alle cause in corso, ma sempre ci è stato risposto che le due procedure erano assolutamente scollegate fra loro, lo stesso rettore lo ha precisato al funzionario responsabile del procedimento presso l’assessorato Lavoro e Formazione della Regione Lazio. Ora invece viene tirata in ballo per “isolare” i lettori/CEL di madrelingua dal resto dei lavoratori ritenendoli responsabili dell’eventuale mancato pagamento degli stipendi.
Tutto ciò è inaccettabile, rispediamo al mittente qualsiasi forma di contrapposizione dei lavoratori così come non condividiamo la possibilità di sostituire le lezioni frontali dell’insegnamento linguistico con un “ammodernamento” delle metodologie imperniate sulle piattaforme multimediali.
Non sa il rettore che le piattaforme sono un supporto alla didattica frontale e non una sostituzione della stessa? Non sa che la qualità dell’insegnamento e i suoi risultati dipendono prima di tutto dallo scambio insegnante/studente e dalle motivazioni interpersonali prima che culturali che ne derivano? L'utilizzo dell'Erasmus, inoltre, non può completare la preparazione linguistica per tutti, ma solo per una élite che può permettersi un soggiorno all’estero; ricordiamo che l’Erasmus non è gratuito per le famiglie, anzi è oneroso, e per di più, proprio in questi giorni, Bruxelles ha deciso di tagliare i fondi al progetto.
Gli studenti dell’Università di Cassino, che vivono in un territorio in cui la crisi economica sta determinando effetti devastanti, saranno privati di 9.000 ore di insegnamento linguistico. Non possiamo permettere che le ragazze e i ragazzi della nostra provincia non abbiano le stesse opportunità dei loro coetanei che frequentano le altre università italiane dove è prevista la presenza in tutte le facoltà delle figure professionali che a Cassino sono state azzerate. Gli studenti erano presenti al presidio che si è svolto l’11 ottobre scorso nel piazzale antistante il Campus Folcara per sostenere la protesta dei lettori /CEL di madrelingua. Durante la protesta, che a differenza di quanto affermato dal rettore si è svolta in maniera pacifica e democratica, hanno gridato che non vogliono essere discriminati rispetto agli studenti di tutti gli altri atenei italiani. Le nostre ragazze e i nostri ragazzi si dimostrano più lungimiranti del Rettore, sono consapevoli, infatti, che avranno meno opportunità di accesso ad un mercato del lavoro, sempre più globalizzato, e per il quale è quindi vitale la perfetta conoscenza di più lingue.
La FLC CGIL nel ribadire la propria condanna del licenziamento collettivo di 17 lavoratori, è impegnata in una mobilitazione sia a livello nazionale sia a livello europeo con aggiornamento della denuncia già inviata alla Commissione Europea e sosterrà i lavoratori nell’attivazione di eventuali procedure di contenzioso.