Pensioni: il 16 luglio a Roma un presidio davanti l’ufficio scolastico provinciale
FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA e Federazione GILDA UNAMS in piazza per il diritto alla pensione e al riconoscimento dei contributi del personale scuola.
A fronte del mancato diritto alla pensione e al riconoscimento di tutti i contributi versati dal personale della scuola all’Inps, il 16 luglio alle ore 9.30 FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA e FEDERAZIONE GILDA – UNAMS saranno in presidio a Roma davanti l’ufficio scolastico provinciale a via E. Frangipane 41 (metro B Cavour) per stringere l’impegno assunto da parte l’Inps, vale a dire il proseguimento della lavorazione delle domande di pensionamento e il calcolo dei contributi fino all’ultimo giorno utile per risolvere al più presto questa disastrosa situazione.
E’ inaccettabile come il grave ritardo dell’Inps nella determinazione del diritto alla pensione sta creando gravi danni ai lavoratori, alle lavoratrici e al funzionamento delle scuole.
Il mancato collocamento in pensione determina effetti negativi anche sulla mobilità del personale scolastico e sulle immissioni in ruolo della componente precaria dal momento che i posti occupati da coloro che dovrebbero andare in pensione non sono disponibili poiché i posti occupati dal personale che dovrebbe essere in uscita dal sistema scolastico non sono resi disponibili per le relative operazioni, a causa della permanenza sugli stessi degli attuali titolari.
Nessuna lesione di diritti maturati con il lavoro: le lavoratrici e i lavoratori della scuola devono essere tutelati nel riconoscimento di tutti i contributi versati ai fini pensionistici e che oggi vengono messi in discussione da procedure cervellotiche e inique.
E’ urgente garantire il diritto alla pensione e il riconoscimento di tutti i contributi versati. I gravi ritardi accumulatisi in questi mesi hanno già causato diversi danni e violazioni di diritti ad altro personale della scuola che avrebbe potuto beneficiare della prevista cessazione dal servizio degli aventi diritto, ora altri pesanti danni rischiano di scaricarsi su lavoratrici e lavoratori che, dopo una vita di faticoso lavoro, vedrebbero negarsi un diritto maturato e/o subire altri possibili danni alle loro condizioni materiali.