Roma, chiusura del Nido di Val Cannuta: un’ingiustizia paradossale nel nome del PNRR
La FLC CGIL ha dichiarato lo stato di agitazione
A cura della FLC CGIL Civitavecchia, Roma nord, Viterbo
L’organizzazione sindacale FLC CGIL condanna fermamente la decisione del Dipartimento Scuola Lavoro e Formazione del Comune di Roma di escludere il Nido di Val Cannuta (Roma Nord) dal bando di gara di Settembre 2023 per il rinnovo della concessione, portando alla sua chiusura il 30 giugno 2024. Questa situazione è ancor più allarmante se si considera che la struttura, pur traendo beneficio dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per lavori di ristrutturazione, si troverà a dover licenziare ben 26 lavoratrici, tutte donne.
In risposta a questa grave ingiustizia, la FLC CGIL ha dichiarato lo stato di agitazione, sottolineando la necessità di una rapida revisione della decisione e di un impegno immediato da parte delle autorità competenti per trovare soluzioni alternative.
È difficile non notare come paradossalmente i finanziamenti del PNRR, che dovrebbero contribuire a rafforzare l’occupazione, in questo caso eliminano posti di lavoro. Le lavoratrici del Nido di Val Cannuta sono vittime di una decisione che si traduce in un grave colpo all’occupazione femminile.
La FLC CGIL ribadisce la necessità di un dialogo costruttivo per trovare soluzioni che preservino sia i posti di lavoro delle 26 lavoratrici sia il diritto delle famiglie di usufruire di un servizio oggi indispensabile sia il diritto delle bambine e dei bambini di frequentare un percorso di crescita in continuità.