Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università
Documento della riunione al Palazzo del Bo' di Padova. Mozione del Coordinamenti di Ateneo di Genova. Assemblea di docenti, ricercatori, ricercatori precari, studenti e personale tecnico-amministrativo dell'Università di Torino.
Documento della riunione al Palazzo del Bo' di Padova
I docenti dell'Università di Padova, riuniti al Bo' il 21 febbraio 2005, in concomitanza con l'inizio della discussione in Aula del DDL-Moratti, RIBADISCONO la loro totale contrarietà ai contenuti del DDL approvato a luglio in Commissione VII, sotto qualunque forma vengano proposti al Parlamento.
RITENGONO INACCETTABILE il quadro di Università che da questi discende, SOTTOLINEANO l'importanza dell'Università pubblica per il Paese e RESPINGONO
- la precarizzazione del lavoro universitario di ogni tipo
- la sottovalutazione dell'impegno di tempo pieno
- l'inserimento di professori ordinari non valutati dalla comunità scientifica
- la non distinzione tra modalità di ingresso e di sviluppo di carriera
IN PARTICOLARE
- la messa ad esaurimento della figura del ricercatore, punto nodale della proposta Moratti.
Tutte queste critiche sono state espresse nei documenti stilati dai S.A. e dei C.di F. e di Assemblee di Ateneo che hanno coinvolto migliaia di docenti, ma di essi non si è voluto tenere alcun conto da parte del Ministro, che ha preferito fare riferimento ai soli CUN (scaduto da tempo) e CRUI, quest'ultima formata da quegli stessi rettori che nelle sedi avevano espresso critiche chiare, cambiate poi nei loro documenti romani.
Proprio su questi pareri di CRUI e CUN si è basato il Ministro il 17 febbraio in Commissione VII per non ritirare il DDL (come chiesto dagli Atenei) e per non eliminare dal testo la messa ad esaurimento dei ricercatori.
I docenti di Padova chiedono pertanto che il DDL venga ritirato, come chiesto dal mondo universitario, che i rettori tengano fede ai documenti da loro stessi prodotti come presidenti dei SA e formalizzino quelle posizioni in un documento nazionale ad essi coerente, senza pretendere al loro interno un'unanimità in altri tempi detta 'bulgara' a testimonianza della sua non- democraticità.
In particolare chiedono che il Rettore di Padova difenda in CRUI quanto espresso nella relazione per l'inaugurazione dell'A.A. 2004-2005 a proposito della fondamentale permanenza del ruolo del ricercatore con il riconoscimento del suo essere fascia docente, e RIBADISCONO di ritenere questo passo un atto dovuto di pura trasformazione, visto il lavoro di docenza svolto da 15 anni sulla base della legge 341/90 e delle altre norme relative ai ricercatori stessi.
I docenti rifiutano inoltre la chiara volontà ministeriale di limitare l'Autonomia delle Università reintroducendo con un D-L il blocco delle assunzioni, estendendolo perfino ai concorsi a tempo determinato per il personale tecnico-amministrativo, mettendo così sullo stesso piano Atenei che già hanno affrontato pesanti tagli in osservanza della normativa e Atenei che tali norme amministrative non hanno mai rispettato.
Anche per quanto riguarda la riduzione a un anno del periodo di conferma del ricercatore, RITENGONO che questo sia a danno dei giovani, ai quali si doveva lasciare l'intero periodo di straordinariato, attribuendo invece loro l'assegno di tempo pieno, e a danno dei bilanci degli atenei a cui sono imposte ancora una volta uscite di spesa senza un'apposita integrazione di bilancio.
I docenti fanno proprie le posizioni prese dalla riunione congiunta del personale tecnico-amministrativo e l'Ordine del giorno approvato, sottolineando come in questo momento tutti e due gli ambiti lavorativi dell'Università italiana siano sotto un attacco pericolosissimo.
Padova, 21 febbraio 2005
Mozione del Coordinamenti di Ateneo di Genova
Il Coordinamento di Ateneo auspica che:
il Senato Accademico, nella seduta del 21/02, recepisca il contenuto della presente mozione sul DDL 4735 che riprende oggi l'iter parlamentare in un clima di profonda incertezza, persino sulla forma in cui verrà discusso, se come legge delega o come legge ordinaria.
Il Coordinamento di Ateneo ribadisce:
- l'assoluta necessità dell'immissione di nuove forze nell'organico universitario. Ciò si attua sia prevedendo adeguati finanziamenti per consentire l'ingresso in ruolo di molti giovani che, pur operando proficuamente da anni negli atenei, non hanno sufficienti prospettive nè garanzie economico-normative, sia prevedendo, a regime, percorsi di reclutamento con modalità e tempi definiti e tali da eliminare la miriade di figure precarie che si sono create in questi anni di scarse risorse;
- la totale contrarietà all'abolizione della distinzione tra tempo pieno e tempo definito, che penalizza sia coloro che hanno scelto di operare totalmente all'interno della struttura pubblica sia le strutture stesse;
- l'avversità a ogni forma di precarizzazione associata allo scorrimento di carriera, così come al possibile inserimento nella docenza di forti percentuali di figure che non abbiano conseguito un'idoneità attraverso i percorsi istituzionali;
- l'importanza della figura del ricercatore che, da tempo, è inserita a pieno titolo nel tessuto accademico e si è dimostrata indispensabile nei processi che hanno coinvolto l'università in questi ultimi anni, come, ad esempio, l'attuazione dei nuovi ordinamenti didattici a costo zero. La messa ad esaurimento di tale figura, oltre ad apparire ingiustificata, dilazionerebbe nel tempo l'ingresso in ruolo dei giovani.
In relazione a quest'ultimo punto si ritiene che la categoria degli attuali ricercatori, il cui ruolo, attraverso leggi successive, ha subito modifiche notevoli nella direzione della piena docenza, meriti un riconoscimento reale che il professore aggiunto o aggregato non offre. Occorre che siano sanciti, in modo definitivo, la capacità di gestire in autonomia compiti di didattica curricolare e il diritto di partecipazione individuale a tutti gli organi in cui i professori sono ammessi in virtù dei loro obblighi didattici.
Il Coordinamento di Ateneo ribadisce, infine, la contrarietà agli interventi ministeriali che, in modo surrettizio, tendano a vanificare o limitare l'autonomia universitaria regolamentata dagli statuti.
Genova, 21 febbraio 2005
Assemblea di docenti, ricercatori, ricercatori precari, studenti e personale tecnico-amministrativo dell'Università di Torino
L'assemblea di docenti, ricercatori, ricercatori precari, studenti e personale tecnico-amministrativo dell'Università di Torino, riunitasi oggi 21 febbraio 2005, nel constatare la decisione del governo di far approvare alla Camera il disegno di legge-delega sullo stato giuridico e sul reclutamento dei docenti senza apportarvi modifiche sostanziali, conferma tutte le critiche a tale provvedimento già espresse dalla gran parte degli organi collegiali delle Università italiane e dalle varie mobilitazioni, e ne chiede il ritiro.
L'assemblea assume le seguenti iniziative:
- si impegna a sostenere tutte le azioni di protesta e le forme sostitutive della didattica tradizionale nelle prossime settimane;
- proclama, per la presente settimana (dal 21 al 27 febbraio) l'astensione dalla didattica (lezioni ed esami), in concomitanza con la mobilitazione nazionale;
- chiede al Senato accademico dell'Università di Torino di sospendere la norma che impone 60 ore di didattica frontale per i ricercatori, abolendo l'obbligo stesso;
- aderisce allo sciopero dei docenti, proclamato per il 2 marzo, e alla conseguente manifestazione nazionale che si svolger? a Roma, impegnandosi a inviare una propria delegazione;
- indice un corteo cittadino scuola-università per il 2 marzo.
Torino, 21 febbraio 2005