Università di Genova: il Rettore che vorremmo
In una lettera aperta la FLC CGIL Genova chiede al futuro Rettore di affrontare alcune priorità nell'interesse pubblico e nel rispetto di chi lavora e studia nell’Ateneo.
Il 18 e il 19 giugno si svolgeranno le votazioni per l'elezione del futuro Rettore dell'Università degli Studi di Genova.
La FLC CGIL Genova, pur non schierandosi a favore di nessuno dei quattro candidati, ha voluto esprimere attraverso una lettera aperta alcune considerazioni sugli impegni prioritari che attendono il futuro Rettore. Sentendo il preciso dovere come sindacato confederale di partecipare alla discussione sulle prospettive di sviluppo dell’Università e auspicando che il nuovo Rettore e la sua squadra di governo sapranno favorire la ripresa di percorsi di eccellenza e di importanti sinergie sia nel contesto locale che nazionale, rivolgiamo loro l'invito a condividere questi obiettivi e a prestare una rinnovata attenzione a tutte le diverse componenti dell'Ateneo nell'interesse di coloro che studiano ed operano nella nostra realtà.
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Il Rettore che vorremmo
Le prossime elezioni del Rettore rappresentano un momento di rilancio del dibattito pubblico sul ruolo della nostra Università, fra chi vi lavora (nelle diverse componenti), gli studenti e il territorio.
Per onestà e chiarezza è bene ricordare che la FLC CGIL non si schiererà a sostegno di alcun candidato nelle prossime elezioni per la nomina del nuovo Rettore.
La FLC CGIL, in trasparenza e in autonomia, tutelando i diritti di chi vive ed opera nell'università, ritiene un preciso dovere come sindacato confederale partecipare alla discussione più generale sulle prospettive di sviluppo dell’Ateneo e di conseguenza del contesto locale, nonché sulle scelte relative alla gestione delle risorse.
La crisi del sistema pubblico dell’istruzione e della ricerca, ha fatto sì che le nostre università e il sistema dell’alta formazione si trovino in costante difficoltà: le statistiche certificano inequivocabilmente la perdita di studenti iscritti, la mancanza di prospettiva per giovani ricercatori, un depauperamento nel ruolo e nella retribuzione del personale, un diritto allo studio in pieno regresso, una perdita di qualità della didattica e della ricerca nonostante la buona volontà di tutti, pur se costantemente messa in discussione.
La legge 240 (la cosiddetta riforma Gelmini), con i conseguenti Statuti e un sistema di Governo e di gestione sempre più autoreferenziale e meno partecipativo, stanno stravolgendo i nostri Atenei, insieme ai tagli alle risorse reiterati e travestiti da accantonamenti che poi non vengono recuperati.
L'aziendalizzazione dell'istruzione pubblica, dell'università e della ricerca prosegue nel tempo con dinamiche sempre chiare e leggibili: da un lato si tagliano le risorse strozzando gli atenei, dall'altro si rinnovano meccanismi di gestione e di governo, all'insegna dell'inefficienza brunettiana e della burocrazia gestionale; così Anvur, VQR, Valutazione del Personale e sua Riorganizzazione hanno finito per complicare e rendere sempre meno efficiente ed efficace il servizio pubblico svolto dai nostri atenei.
Il nostro ateneo
La sfida che la nostra università dovrà portare avanti nei prossimi anni intreccia le tematiche nazionali sopra ricordate insieme ad una verifica puntuale e progettuale per un inserimento nel nostro tessuto sociale e territoriale; le priorità da perseguire sono quelle che pongono l’ateneo come volano di interventi per lo sviluppo del rapporto tra società e università.
Per questi motivi indichiamo le priorità che il nuovo Rettore dovrebbe inserire nell’esercizio del suo mandato a partire dalla possibile risoluzione delle molte criticità in essere, evidenziate anche nei numerosi incontri a dibattiti ai quali abbiamo partecipato con il personale, gli studenti e gli operatori sociali territoriali.
I temi più rilevanti riguardano la Democrazia e la Trasparenza nel governo e nella gestione dell’Ateneo, la salvaguardia del Diritto allo studio, le politiche per il Personale Docente Ricercatore e Tecnico Amministrativo Bibliotecario e Socio sanitario, le iniziative per lo sviluppo della Ricerca nel Territorio.
Governo dell’ateneo e organi accademici
È necessaria una revisione profonda dello Statuto dell’Università per renderlo più democratico, ponendo la trasparenza delle scelte di governo al primo posto e definendo puntualmente ruoli e funzioni degli organi di direzione e gestione.
Il mandato del nuovo Rettore dovrà garantire, al di là dei meccanismi di conservazione e allargamento del consenso, l’attuazione di un programma che mitighi gli effetti della cosiddetta riforma Gelmini, ampliando la partecipazione alle componenti storicamente “deboli” dell’Ateneo: il personale Tecnico Amministrativo Bibliotecario e Socio sanitario, gli Studenti, chi opera a qualsiasi titolo con contratti precari.
Il nuovo Rettore, garantendo un progetto di Università come Bene Comune, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, dovrà impegnarsi contro le eventuali logiche di aziendalizzazione dell’Ateneo.
Nella gestione delle funzioni fondamentali auspichiamo che queste non vadano delegate, ma reinterpretate dagli organi che ne hanno la competenza: l’attività di programmazione, implicando l’erogazione di risorse umane e di bilancio, non possono eludere un indirizzo programmatico corrispondente all’interesse pubblico e generale.
È necessario, in tempi rapidi, che ci si doti dei Regolamenti di cui si è attualmente sprovvisti e che quelli già adottati siano conformati altrettanto rapidamente alle leggi vigenti per garantire una gestione ottimale per quanto riguarda la quotidianità di didattica e ricerca attualmente compromesse non solo per vincoli centrali, ma anche locali.
Vanno intraprese tutte quelle buone pratiche necessarie nell’ottica di una sempre maggiore trasparenza.
Il bilancio dell’Ateneo deve essere trasparente e partecipato: occorre renderlo “leggibile” in tutte le sue parti per una seria programmazione che derivi dal più ampio confronto democratico.
La nuova organizzazione nell'Ateneo, frutto della “riforma” Gelmini, del nuovo Statuto e dell'atto organizzativo, ha la necessità di una profonda revisione viste le numerose criticità emerse nel corso di un anno e mezzo di attuazione.
Diritto allo studio
L’attività di formazione è il centro dell’Università. La finalità istituzionale dell’Ateneo deve essere garantita attraverso un costante miglioramento ed implementazione dell’offerta, in linea con le esigenze degli studenti e del territorio, garantendo una didattica qualificata e servizi di supporto adeguati.
Tutti questi obbiettivi necessitano di un impegno preciso e costante nonché di un investimento di risorse importante: la didattica di qualità deve tornare ad essere il luogo centrale dove si investe al di fuori delle logiche burocratiche che hanno governato e tuttora governano le nostre università.
Come?
Migliorando l'offerta formativa, i percorsi d'orientamento e di tutoraggio; informatizzando adeguatamente i servizi e implementandone l'offerta; recuperando la dispersione e assicurando il diritto allo studio; favorendo l'accoglienza e garantendo risorse finanziarie e umane qualificate; attraendo nuove iscrizioni guardando all'internazionalizzazione e alla formazione permanente degli adulti e ai processi di riconoscimento delle competenze acquisite.
Ricerca, territorio, sviluppo
L'Università di Genova può diventare uno degli attori fondamentali per la capacità di sviluppo scientifico, culturale ed economico del nostro territorio.
In periodo di crisi industriale, dove la necessità di nuove fasi del possibile sviluppo non possono fare a meno di un impegno in ricerca, alta formazione, impegno culturale è evidente che una regione come la nostra necessita di soggetti portatori di questi valori.
Perciò è necessario aprirsi alla società, ma al tempo stesso conservare l'autonomia dal quadro politico, economico, finanziario, avendo sempre come fine ultimo quello istituzionale.
L'impegno sul trasferimento tecnologico non può essere ristretto alla discussione solo sul Parco Scientifico degli Erzelli e sulla partecipazione dell'Ateneo: la ricerca scientifica anche nel nostro territorio dovrà potersi sviluppare in direzioni, contesti, ambiti scientifico disciplinari che prescindano da ciò che, spesso subendo l'imposizione della politica e del mondo economico, l'ateneo ha comunque l'obbligo di valutare.
Risulta quindi ineludibile la messa in atto di una efficace strategia di trasferimento tecnologico volta a favorire la protezione dei risultati della ricerca in ogni settore della conoscenza e la nascita di spin-off universitari e non. In questo contesto, va incentivata l’attenzione all’ambito europeo sia per progetti di ricerca sia di servizi che coinvolgono gli enti territoriali e soprattutto va resa più efficace la modalità di interazione con la Comunità europea.
In questo contesto, in ogni caso, l'operazione Erzelli (che sta dimostrando limiti evidenti), se dovrà essere comunque effettuata, potrà dimostrarsi un volano se garantirà per il personale docente, ricercatore e Tecnico Amministrativo Bibliotecario e Socio Sanitario il pieno rispetto delle professionalità, assicurando al contempo (come per gli studenti a cui va garantito un livello di didattica almeno pari all’attuale) tempi certi di realizzazione nell'ambito di un progetto scientifico serio, con infrastrutture e logistica adeguate.
Così il rinnovo della convenzione con la Regione Liguria in materia sanitaria dovrà garantire il servizio pubblico non penalizzando tutto il Personale universitario;
allo stesso tempo, la didattica e la ricerca universitaria attraverso l'impegno nella scuola di Medicina dovranno essere messe a disposizione dell'interesse pubblico collettivo nella maniera più democratica ed efficiente possibile e si dovranno superare tutti i problemi di integrazione e di equiparazione del personale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale.
Per questi motivi chiediamo al nuovo Rettore di affrontare queste priorità nell'interesse pubblico e nel rispetto di chi lavora e studia nel nostro Ateneo:
- Rispetto dei principi della sicurezza e della salute sul posto di lavoro.
- Definizione di un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture dell'Ateneo.
- Limitazione di tutte le forme di lavoro precario, di esternalizzazione, dell’outsourcing, anche attraverso la valorizzazione e il riconoscimento formale di competenze interne attualmente informali.
- Ripristino di corrette e democratiche relazioni sindacali.
- Revisione dell'atto organizzativo e del sistema di valutazione.
- Rafforzamento della programmazione per il reclutamento del personale docente e tecnico amministrativo.
- Impegno per una Governance plurale, partecipata e condivisa.
- Garanzie per il diritto allo studio per tutti.
- Impegno per rendere l'Ateneo più aperto all'internazionalizzazione e al territorio.
- Attuazione di una strategia efficace di trasferimento tecnologico.
- Valorizzazione del personale da definire attraverso la contrattazione.
- Iniziative di revisione delle norme nazionali che penalizzano le università ed il personale come i tagli alle risorse, i blocchi contrattuali e stipendiali.
- Implementazione delle iniziative di Welfare per il personale dell’Ateneo.
- Miglioramento della qualità della vita sul posto di lavoro.
L'impegno della FLC CGIL, nell'ottica della difesa del carattere pubblico dell'Università, continuerà nelle sedi apposite e comunque chiediamo al prossimo Rettore di iniziare un proficuo confronto, ampliando questi temi ed integrandoli con riflessioni e proposte concrete.
La FLC CGIL ritiene l'elezione del Rettore un momento importante nella vita dell'Ateneo e invita tutto il Personale alla partecipazione al voto.
In particolare per il personale Tecnico Amministrativo Bibliotecario e Socio sanitario che andrà a votare con le limitazioni al peso del proprio voto che ben conosciamo, chiediamo di partecipare per dare un forte segnale contribuendo ai momenti decisionali dell’università.