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Ai ricercatori universitari impegnati in attività di docenza spetta la retribuzione aggiuntiva

Il Consiglio di Stato conferma quanto già stabilito dal Tar Lombardia a seguito del ricorso patrocinato dalla FLC CGIL a sostegno di 87 ricercatori del Politecnico di Milano.

05/08/2015
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A cura della FLC CGIL Milano

Il Consiglio di Stato dà ragione agli 87 ricercatori del Politecnico di Milano e alla FLC CGIL Milano: le attività di docenza vanno retribuite.

Il Politecnico di Milano ha fatto ricorso in appello, iscritto al n. R.G. 5442/2015, diretto ad ottenere la riforma della sentenza del TAR Lombardia – Milano Sezione IV n. 00644/2015, concernente l’approvazione del Regolamento del Politecnico di Milano – pianificazione della didattica dei ricercatori e dei professori, chiedendone, nelle more della pronuncia nel merito, la sospensione dell'esecutività; il Consiglio di Stato, VI Sezione, con ordinanza n. 3563, pubblicata il 31 luglio 2015, si è già pronunciato sull'istanza cautelare, che ha respinto ritenendo che "non emergano adeguate ragioni di confutazione della linea interpretativa, esposta nella sentenza appellata, la cui esecutività non appare peraltro produttiva di danno grave ed irreparabile”; in sede di sommario esame, il Supremo Consesso ha quindi ritenuto che il ricorso in appello non appare sorretto da fumus boni iuris, né sussistono ragioni di danno grave ed irreparabile che possano giustificare la sospensione dell'esecutività sentenza, alla quale pertanto il Politecnico è tenuto e dovrà ottemperare.

In data 5 marzo 2015 il TAR Lombardia aveva accolto il ricorso presentato da 87 ricercatori con contratto a tempo indeterminato e patrocinato dalla FLC CGIL Milano, disponendo l’annullamento del Regolamento del Politecnico di Milano per “l’impegno didattico dei professori e dei ricercatori del Politecnico di Milano, ai sensi dell’art. 6 della legge 30 dicembre 2010 n. 240”.

Il TAR, riconoscendo la fondatezza del ricorso, annullava il regolamento di Ateneo che, in elusione della disciplina di legge, utilizzava i ricercatori per l’attività di docenza senza prevedere la “congrua retribuzione aggiuntiva” come previsto dalla legge e obbligava tutti i ricercatori a svolgere attività didattiche non dovute.

Il Rettore del Politecnico, dopo le note dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa a seguito della sentenza del TAR Lombardia, ha ritenuto di procedere contro l’esecutività disposta dalla sentenza, appellandosi al Consiglio di Stato.

Il Consiglio di Stato si è pronunciato. Questa importante conferma della sentenza del 5 marzo 2015 chiede che il Rettore prenda subito in considerazione la necessità di affrontare i pronunciamenti del TAR Lombardia e del Consiglio di Stato come direzioni di discussione per la tutela della qualità dell’attività di docenza curricolare e, come abbiamo già chiesto dopo la sentenza del TAR Lombardia, coinvolga il Senato Accademico nell’approntare un regolamento rispettoso del lavoro dei propri ricercatori e della legge.

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