“Un invito a organizzarsi”, seminario a Milano per una nuova volontà di partecipazione e trasformazione della scuola e della società
Il 6 febbraio 2018 presso la Camera del Lavoro di Milano.
A cura della FLC CGIL Milano
Nel corso del 2017 in più occasioni abbiamo ricordato, celebrato, la figura di Don Milani e della scuola di Barbiana, ci sembra ora necessario riprendere il discorso su aspetti diversi che interrogano il presente riconoscendo l’intenzione con cui “Lettera a una professoressa” fu scritta e l’impegno che quell’esperienza ci consegna. Lettera a una professoressa non fu solo una straordinaria testimonianza di una ricerca azione, ma un atto politico militante.
Negli anni che seguono la scuola, l’università vengono attraversate da una volontà di partecipazione che coinvolgeva giovani e adulti, insegnanti e operai, giovani immigrati meridionali e intellettuali in ogni campo del sapere.
L’invito di “Lettera a una professoressa” veniva raccolto da un’intera generazione e si riproduceva in anni nei quali la scuola era diventata intersezione di bisogni sociali estesi. Casa, Scuola, Fabbrica e Quartiere fu lo slogan che accompagnò per diversi anni le lotte e le rivendicazioni in ogni angolo del paese.
Il sindacato fu investito dalla spinta innovativa dei nuovi Consigli di Fabbrica, lì sono le radici dello Statuto dei Lavoratori e poi in successione 150 ore, i Decreti Delegati, il Tempo Pieno, il diritto all’inserimento a scuola dei ragazzi disabili, ecc.
Quelli furono gli anni della più straordinaria stagione di riforme sociali e istituzionali.
Oggi ci interroghiamo sulle riforme della scuola e del lavoro degli ultimi anni e avvertiamo il bisogno che l’onda lunga di quell’invito a organizzarsi produca una nuova volontà di partecipazione e trasformazione della scuola e della società.
Il seminario del 6 febbraio, “Un invito a organizzarsi” promosso da FLC CGIL - Camera del lavoro di Milano e Proteo Fare Sapere, pone di fronte studenti, insegnanti, genitori e vuole favorire un confronto senza rete, capace di produrre una più seria riflessione sul ruolo della scuola in un contesto sociale e istituzionale impoverito e sempre più distante dalle finalità indicate nel secondo capoverso dell’art. 3 della Costituzione italiana: E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.