Università di Milano - Bicocca, mozione della Facoltà di Psicologia sul DL 112/08
Proseguono le iniziative di protesta negli atenei italiani contro i contenuti del provvedimento.
Le iniziative di mobilitazione negli atenei
Dopo la presa di posizione della Facoltà di Scienze anche il Consiglio di Facoltà di Psicologia dell'Università di Milano - Bicocca approva una mozione nella quale si esprime profonda preoccupazione relativamente alle disposizioni riguardanti l'università contenute nel DL 112/08.
Proseguono, intanto, le iniziative di mobilitazione. Sulla manovra economica del Governo, è stato convocato per la giornata di oggi, 25 luglio, un presidio a Milano.
Roma, 25 luglio 2008
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Mozione sul D.L. 112/2008 approvata dal Consiglio di Facoltà di Psicologia
Il Consiglio della Facoltà di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca, riunitosi il 17 luglio 2008, in accordo con le numerose prese di posizione di altri organi accademici interni ed esterni al nostro Ateneo, esprime la propria profonda preoccupazione relativamente alle disposizioni riguardanti l'Università italiana contenute nel D.L. 112/08. Il Consiglio di Facoltà ritiene che queste misure, mentre sono presentate come volte ad un recupero di efficienza, in realtà danneggino irreparabilmente l'Università nel suo complesso, compresi i suoi numerosi punti di eccellenza riconosciuti a livello internazionale.
Il taglio, nel prossimo triennio, di 500 milioni di Euro dal Fondo di Finanziamento Ordinario corrisponde al 25% dei fondi effettivamente disponibili dopo il pagamento degli stipendi. Un taglio di tali proporzioni, su un fondo già largamente insufficiente, renderà impossibile il normale funzionamento della ricerca e della didattica universitaria, anche perché esso si somma al taglio del 40% sui Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale.
La limitazione del turnover al 20% dei pensionamenti azzera inoltre le possibilità di rinnovamento del corpo docente in una fase storica cruciale; azzera le legittime speranze di carriera dei giovani ricercatori da poco entrati nel sistema universitario; azzera le speranze di un'intera generazione di precari della ricerca, vanificando gran parte del fondamentale lavoro da essi svolto. Inoltre, associato all'entrata in vigore del D.M. 270/04, il turnover ridotto comporterà da un lato l'incremento delle ore dedicate dai docenti alla didattica, con un progressivo soffocamento dell'attività di ricerca, e dall'altro una pesante riduzione dell'offerta formativa.
La limitazione degli scatti di anzianità dei docenti è un taglio degli stipendi per il personale docente che sono già fra i più bassi tra i paesi progrediti; il personale tecnico-amministrativo subirà inoltre una riduzione di fatto degli stipendi, già particolarmente bassi, in seguito al taglio del finanziamento per la contrattazione integrativa.
La possibilità data agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni (con un semplice voto del Senato Accademico) e il conseguente trasferimento a titolo gratuito dell'intero patrimonio degli Atenei pubblici in mani private introduce per decreto la privatizzazione dell'Università. Ciò potrebbe avere gravi ripercussioni sul trattamento economico e giuridico del personale (a cominciare da quello tecnico-amministrativo) e sulle scelte di indirizzo in materia di didattica e ricerca.
Queste misure attaccano radicalmente e in modo del tutto immotivato e indiscriminato il sistema universitario italiano, anche in quelle parti che, in base alle valutazioni dello stesso Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca, svolgono ricerca di alto livello. Anche gi Atenei che, avendo i bilanci in ordine, erano nelle condizione di programmare uno sviluppo delle proprie risorse di personale, saranno impossibilitati a farlo.
Un intervento finalizzato a migliorare l'attuale sistema universitario è improrogabile, ma deve necessariamente scaturire da un confronto con tutte le realtà all'interno dell'Università e da una più attenta valutazione degli effetti che provvedimenti frettolosi e unilaterali possono produrre sul medio-lungo periodo.
Su questi temi il Consiglio di Facoltà di Psicologia ritiene urgente e fondamentale avviare un dibattito negli organi collegiali dell'Università che coinvolga anche gli studenti e il personale tecnico-amministrativo.
L'università pubblica, per come l'abbiamo conosciuta, è in grave pericolo. Essa va migliorata, non umiliata!
17 luglio 2008