Marche, il mondo del lavoro privato contro i tagli alla scuola pubblica
Le Rsu, i lavoratori e le lavoratrici di numerose imprese marchigiane manifestano la loro contrarietà nei confronti dei provvedimenti del Governo.
Prese di posizione contrarie ai tagli alla scuola giungono dal mondo del lavoro privato: le Rsu e i lavoratori e lavoratrici di numerose imprese marchigiane, come la Fincantieri di Ancona, la Scavolini, la Berloni, Iterby, la Sorbini, la Ciar di Pesaro, la Prada di Civitavova Marche (MC), la Ifi di Tavullia (PU), la Dmm di Montecchio (PU) la Imab di Fermignano (PU), la Sicap di Fossombrone (PU) e tante altre hanno manifestato la loro netta contrarietà nei confronti dei provvedimenti del Governo che porteranno ad una scuola sempre più di classe.
L'insieme dei provvedimenti del Governo rappresenta un attacco pesante e senza precedenti alla scuola, all'università, alla ricerca pubblica italiana, a tutti coloro che vi operano e soprattutto a coloro che sono i destinatari: bambini, ragazzi, le famiglie, il Paese.
Un giudizio profondamente negativo sulla manovra economica del Governo, impostata prevalentemente sui tagli alla spesa pubblica, è stato anche espresso dagli Organismi Direttivi unitari di FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS CONFSAL Marche, riuniti il 22 luglio a Senigallia (AN).
Nelle Marche i tagli agli organici e alle risorse decisi dal Governo avranno ricadute pesantissime con una previsione di tagli stimati attorno a 2.800 posti che metteranno in ginocchio la scuola pubblica già oggi al limite.
Aspramente criticabile è poi la possibilità di assolvimento dell'obbligo scolastico nell'ambito della sola formazione professionale, che costringerà i ragazzi e le loro famiglie a scelte troppo precoci da compiere a 14 anni.
Per queste ragioni, questa manovra dovrà essere "contrastata con tutte le iniziative di mobilitazione necessarie (a partire da assemblee pubbliche, volantinaggi, presidi, ecc.) e questa giornata di oggi deve intendersi come prima iniziativa in tal senso", come si legge nell'ordine del giorno votato all'unanimità.
Roma, 23 luglio 2008