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Inaugurazione anno accademico in Molise

CGIL e FLC non ci saranno e rilanciano la mobilitazione

18/10/2024
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A cura della FLC CGIL e della CGIL Molise

Nella giornata di ieri abbiamo ricevuto dall’Ateneo il consueto invito per l’inaugurazione dell’Anno Accademico in Molise. Come CGIL ed FLC, pur conservando il consueto rispetto per l'istituzione accademica molisana e per il ruolo che riveste nella nostra regione e nel panorama formativo italiano e internazionale, abbiamo comunicato al Magnifico Rettore che non parteciperemo all’evento. Riteniamo, infatti, che la scelta di ospitare il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in questo particolare momento sia divisiva, proprio per le politiche proposte dal dicastero guidato dal Ministro. Politiche repressive, che riteniamo pericolose per il legittimo diritto di manifestare in maniera libera il dissenso nel nostro Paese. L’Università rappresenta la culla del sapere critico e, storicamente, rifugge le forme estreme di controllo e di soffocamento della circolarità delle idee. Inoltre è il caso di rilevare che, da sempre, la nostra Accademia rappresenta un luogo aperto all'accoglienza e agli scambi culturali multietnici, mentre le politiche proposte nel tempo da Piantedosi in materia di accoglienza e migrazione sono state formalmente criticate non solo da tante organizzazioni democratiche ma anche dal Consiglio d'Europa e dall'alto Commissariato ONU per i rifugiati.  

Noi riteniamo che la neutralità del sapere non sia un dogma cristallizzato, anche perché rischierebbe di trasformarsi in mera ipocrisia. In alcuni momenti storici dovrebbe prevalere la necessità di considerare tutta la comunità universitaria (docenti, personale tecnico amministrativo, studenti e perfino le loro famiglie) un bene comune rispetto alla costruzione del futuro e occorrerebbe dare segnali positivi, di inclusione e accoglienza anche nelle scelte politiche. La decisione di invitare il ministro Piantedosi non ci pare in linea con questi principi, anche perché ci sembra avulsa dalle tematiche e dalle problematiche che gli Atenei, in particolare del Sud, si trovano ad affrontare in questi tempi.

Nell'annunciare che non saremo presenti all'Inaugurazione dell'Anno Accademico per le ragioni sopra esposte, rilanciamo, invece, le ragioni dello sciopero dei settori della conoscenza previsto per il prossimo 31 ottobre. Ricordiamo che il mancato adeguamento degli stipendi all’inflazione determina una perdita di circa il 10% del potere d’acquisto, mentre la diffusione del precariato universitario, aggravato dalla proposta del Ministro Bernini di istituire un nuovo preruolo ancora più precario, disegna un sistema di sfruttamento che non può essere tollerato. Inoltre, il taglio di 530 milioni di euro al Fondo di Finanziamento Ordinario e la mancata copertura degli aumenti contrattuali mettono a rischio la funzionalità di tanti Atenei, così come il proliferare di atenei telematici, che operano senza regole e con bassa qualità e bassi costi, rischia di far collassare l'intero sistema.

Non possiamo permettere che in questo territorio, già colpito da una preoccupante crisi demografica, economica e sociale, si metta a rischio il ruolo del sapere pubblico e la valenza di un Ateneo che da sempre ha assunto il compito di presidio culturale territoriale.

Su questi temi non ci arrendiamo e rilanceremo l’iniziativa anche dopo lo sciopero, a partire dall’organizzazione di una grande assemblea, da organizzare proprio presso l'Unimol, per affrontare i temi che riguardano il futuro del sistema universitario italiano, in particolare del Sud e dei piccoli atenei.

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