I precari del Politecnico e dell'Università di Torino scrivono ai rettori e all'assessore
Lettera aperta del Coordinamento Ricercatori e Docenti Precari Universitari FLC Cgil (Università e Politecnico di Torino).
In occasione del presidio dei precari della ricerca del Politecnico e dell'Università degli Studi di Torino del 25 settembre scorso, è stata inviata una lettera aperta della FLC Cgil Piemonte e Torino ai rettori delle Università Torinesi e all'assessore regionale Andrea Bairati.
Roma, 29 settembre 2009
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Federazione lavoratori della conoscenza Piemonte
Scuola, Formazione, Università, Ricerca, Afam
Lettera aperta
al Rettore del Politecnico di Torino, prof. Francesco Profumo;
al Rettore dell'Università degli Studi di Torino, prof. Ezio Pelizzetti;
a Andrea Bairati - assessore regione Piemonte all'Università, ricerca,
politiche per l'innovazione e l'internazionalizzazione,
telecomunicazioni, e-government, industria ed energia.
Torino 23 settembre 2009
In questa fase la FLC CGIL è impegnata a livello nazionale in una dura lotta contro i provvedimenti governativi che tagliano i finanziamenti al sistema della conoscenza, per un reclutamento straordinario di ricercatori e contro le proposte di governance delle università avanzate dal Miur, che limitano gli spazi democratici della vita universitaria.
A livello locale da ben oltre un anno la FLC-CGIL e il nodo Torinese della Rete Nazionale dei Precari della ricerca sono mobilitati per l'apertura di tavoli di trattativa negli Atenei Torinesi per scongiurare il licenziamento di migliaia di precari della ricerca e docenza.
l'apertura di un tavolo di trattativa con precari e sindacato, assessorato e le due amministrazioni di Politecnico ed Università di Torino, così da avviare una discussione più ampia in tema di precariato nella ricerca universitaria e trovare soluzioni adeguate alla drammaticità della situazione.
In tutto questo tempo abbiamo più volte ribadito i numeri del precariato della ricerca accademica (con punte addirittura del 70% di precari in alcuni dipartimenti!). Numeri che conoscete da tempo; ma soprattutto personale, dietro quei numeri, altamente qualificato che si occupa a tempo pieno di ideare e sviluppare la maggior parte dei progetti di ricerca; inoltre svolge un ruolo determinante nell'offerta didattica e nella formazione dei dottorandi.
Lo stesso personale che contribuisce, in tutte le discipline, a produrre quella conoscenza vitale per il futuro del territorio e del nostro Paese, e per aiutarlo a rialzarsi dalla crisi. Ebbene, quello stesso personale fondamentale per il prestigio dei nostri due Atenei torinesi, tanto da portarli ai primi posti nella controversa classifica degli Atenei più virtuosi, non è ripagato con contratti in grado di tutelare il lavoro ed in linea con le direttive europee.
Abbiamo inoltre sempre creduto che il ruolo della Regione nell'indirizzo delle politiche accademiche sia determinante per delineare una politica di reclutamento dei ricercatori. La richiesta è che gli stessi fondi regionali vengano indirizzati verso una strutturazione dei rapporti di lavoro.
La situazione attuale, purtroppo, è ben lontana da quella sperata. Per quanto riguarda il personale ricercatore non strutturato si tratta, di fatto, di una proliferazione incontrollata di contratti precari; da tempo chiediamo che la programmazione delle attività di ricerca si faccia con contratti, in cui siano garantiti i diritti minimi dati dai contratti di lavoro di tipo subordinato. Condizione di precarietà al limite ormai della sostenibilità, alimentata di fatto anche dai fondi regionali, e dall'inaccettabile silenzio rispetto alle diverse e motivate richieste di incontro.
Il sindacato ed i lavoratori registrano ormai da tempo un silenzio su questi temi; talvolta rotto da qualche comunicato stampa che si limita, come nel caso dell'assessorato, a richiami generici volti alla risoluzione del problema, o in altro caso (Politecnico di Torino) ad incontri informali senza che a questi segua un reale segnale di apertura nella definizione di un percorso capace di intervenire concretamente sulla condizione di lavoro e di vita dei lavoratori precari.
Se non ci affrettiamo nella ricerca di soluzioni condivise, migliaia di giovani e, purtroppo ormai di ex giovani, da un giorno all'altro non riusciranno più a sostenere quello sforzo economico, sociale e umano che finora ha dato loro la forza di aspettare una svolta nella propria vita lavorativa. E questo è particolarmente grave per quegli studiosi che non possono contare su una condizione sociale di partenza abbiente.
In questo quadro appare particolarmente odiosa e inaccettabile la stipula di contratti di docenza a titolo gratuito, modalità indecente diffusasi negli Atenei Italiani, e quindi anche all'Università degli Studi di Torino e al Politecnico, in conformità a quanto previsto dalla L. 230/2005, art. 1, c. 10. L'assenza di retribuzione è infatti inevitabilmente correlabile con la riduzione della qualità dell'offerta didattica e soprattutto con un inaccettabile trattamento dei lavoratori.
Il tempo gioca contro tutti. Continuare a sottovalutare silenziosamente numeri e le condizioni della precarietà di ricercatori e docenti porterà inevitabilmente ad una riduzione della produttività accademica, ed un ulteriore incremento della "fuga dei cervelli".
Pensare che un turn-over continuo di giovani precari che sostituiscano ex-giovani precari della ricerca "scaduti" possa costituire il meccanismo base della produzione di conoscenza nei nostri centri di ricerca è un grave errore strategico, che si pagherà caro, sul lungo termine, in termini di produttività scientifica e competitività internazionale.
La ricerca e la didattica richiedono elevate competenze e professionalità, di cui siamo tutti orgogliosi ma che stanno per volare via, con pesanti ricadute sul futuro del Paese.
Rinnoviamo pertanto la richiesta urgente di apertura del tavolo di trattativa.
FLC CGIL Piemonte e Torino
Coordinamento Ricercatori e Docenti Precari Universitari FLC CGIL (Università e Politecnico di Torino)