Università di Torino, il Senato accademico ha deliberato il nuovo Statuto
L'approvazione è avvenuta venerdì 30 settembre 2011 con una mediazione che non dà garanzie.
A cura della FLC CGIL Torino
Il Senato accademico, riconvocato d'urgenza oggi a seguito delle pressioni di un gruppo di senatori, che richiedeva per giunta che la riunione avvenisse in un luogo adeguato, cioè blindato, ha deliberato il nuovo Statuto dell'Università degli Studi di Torino.
Come abbiamo rilevato in altre occasioni, il testo in alcune sue parti contiene aspetti che sono stati il risultato di un lavoro di mediazione condivisa tra tutte le componenti. Tuttavia la carta fondamentale dell'Ateneo rimane profondamente carente per quanto riguarda il bilanciamento dei poteri fra gli organi centrali. La ridefinizione del nuovo Consiglio di Amministrazione, votata stentatamente, dalla Commissione Statuto con una maggioranza di 7 contro 5, presenta seri rischi soprattutto perché il rettore avrà la concreto possibilità di condizionare fortemente la costruzione di eventuali maggioranze a suo favore.
La mediazione oggi trovata in Senato accademico è basata su un passaggio del testo che rimanda alla elaborazione di regolamenti, i quali avrebbero il compito di definire in senso democratico l'elezione dei componenti interni del CdA e la consultazione del Senato da parte del rettore per la nomina dei componenti esterni.
Si tratta di una passo in avanti rispetto alla posizione precedentemente assunta dalla maggioranza della commissione statuto sul quale il CdA si è espresso favorevolmente.
Tuttavia riteniamo che lo statuto deliberato dal SA del 30 settembre 2011 non soddisfi le richieste maturate nel corso di questi mesi di discussione, soprattutto perché non risponde complessivamente ad una logica di maggiore partecipazione e democratizzazione del nostro ateneo, e conserva invece la logica che ispira la legge 240/10 sulla quale abbiamo da sempre espresso contrarietà e opposizione.
Siamo consapevoli che nella rappresentanza dei tecnici ed amministrativi vi sono letture diverse circa il peso che la mediazione di oggi può svolgere nel determinare un allargamento delle garanzie rispetto ai rischi che abbiamo più volte denunciato.
Con altrettanta onestà intellettuale, pur ribadendo le nostre contrarietà all'approvazione dello statuto, rivendichiamo come fattore qualificante la natura pluralista della nostra organizzazione.
Nonostante queste differenze l'impegno della FLC CGIL, e dei compagni che hanno lavorato in tutte le sedi in cui si è discusso di statuto, è stato quello di migliorare una legge impresentabile che ha fatto danni al nostro sistema universitario.
La FLC CGIL continuerà come ha fatto in questi mesi la sua mobilitazione contro ogni ipotesi di limitazione degli spazi democratici in ateneo.