Dimensionamento scolastico: appello della FLC CGIL di Bari
Chiesto il rinvio di un anno
Dalla FLC CGIL di Bari
La delibera sul dimensionamento scolastico approvata dalla Giunta Regionale della Puglia a fine gennaio prevede una pesante riduzione delle autonomie scolastiche della provincia di Bari. La FLC CGIL di Bari, con un accorato appello al presidente della Regione Puglia Vendola, al presidente della provincia Schittulli e a tutti i sindaci della provincia, chiede "un atto radicale di coraggio politico" con il rinvio di un anno di tutta l'operazione. Di seguito il testo dell'appello.
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Al Presidente della Regione Puglia
dott. Nichi Vendola
Al Presidente della Provincia di Bari
dott. Francesco Schittulli
ai Sindaci dei comuni della Provincia di Bari
OGGETTO: Riorganizzazione della rete scolastica: un atto radicale di coraggio politico
Ill.mi sigg. Presidenti e sigg. Sindaci
nei giorni scorsi è stato approvato, con delibera regionale, il piano di riorganizzazione delle rete scolastica, secondo quanto previsto dall’art. 19, commi 4 e 5, della legge di conversione n. 111 del 15 luglio 2011, come integrato dalla legge 183/2011.
Tali leggi prevedono rispettivamente:
a) l’abrogazione delle direzioni didattiche e delle scuole medie autonome per favorire la creazione di Istituti Comprensivi (istituti con classi di scuola elementare e media) che però, per mantenere la dignità di istituzione scolastica autonoma, dovranno raggiungere il numero minimo di mille iscrizioni;
b) la soppressione di tutte le autonomie scolastiche dimensionate al di sotto di 600 alunni.
A questo proposito, la CGIL e la FLC CGIL di Bari, in una nota congiunta del 21 ottobre 2011, avevano già invitato sindaci e dirigenti scolastici della provincia a "rinviare ogni procedura di dimensionamento scolastico e a richiedere la conseguente moratoria di un anno almeno" al fine di salvaguardare " gli interessi di studenti e famiglie a ricevere un’offerta formativa adeguata e, possibilmente, potenziata su tutto il territorio comunale" sulla base del presupposto che ogni progetto di revisione della rete scolastica regionale ha senso solo se serve a migliorare il servizio e la qualità dell'offerta formativa.
Per fare questo è necessario che gli Enti Locali e le scuole abbiano tempi distesi per valutare con successo le soluzioni organizzative più funzionali nel contesto sociale e territoriale di appartenenza. Questi tempi distesi, la partecipazione richiesta dalle linee guida regionali, la riflessione pedagogica su tutti i complessi risvolti di un così massiccio riordino della rete scolastica regionale non si sono concretizzati.
In questi giorni, immediatamente successivi all’approvazione della Delibera con cui la Giunta Regionale ha dovuto dare applicazione alla L. 111/11, abbiamo nelle nostre sedi la dimostrazione plastica dello smarrimento e della confusione che le operazioni di dimensionamento produrranno a partire fin dalle prossime settimane - non sarà necessario attendere il 1° settembre – sulle famiglie, sugli alunni e sui lavoratori della scuola: se le famiglie lamentano l’interruzione della continuità didattica e lo spostamento degli uffici di segreteria, le lavoratrici e i lavoratori della scuola temono il rischio di soprannumerarietà e la mobilità mentre i precari temono il dato più preoccupante di tutti: saranno all’incirca 180 i posti che, nella provincia di Bari salteranno tra dirigenti, direttori dei servizi e personale ATA, a cui vanno aggiunti i posti che salteranno nell’ organico di diritto dei docenti. Tutto ciò rappresenta il precipitato di un’operazione di dimensionamento sulla quale, ancora oggi, per quanto possibile, la FLC Bari richiede un atto radicale di coraggio politico.
Il blitz che la precedente maggioranza parlamentare ha realizzato con l’art. 19 della L. 111/11 va radicalmente respinto "senza se e senza ma" se non altro per l’ulteriore sperequazione dell’operazione che, ancora una volta, farà pagare al Sud e, soprattutto, alla provincia di Bari i maggiori sacrifici: secondo i dati comunicati finora dal MIUR, la provincia di Bari contribuirà, da sola, per il 10% al taglio nazionale di istituzioni scolastiche. Una sproporzione davvero insostenibile che la nostra provincia non si merita visto il prezzo che ha già pagato nel triennio precedente: il rapporto medio di 23 alunni per classe ci colloca già ai vertici di una classifica nazionale nella quale avremmo fatto volentieri a meno di ritrovarci!
Sia ben chiaro: per la FLC CGIL di BARI l’istituto comprensivo rappresenta la tappa fondamentale di un progetto educativo fondato e virtuoso che, con gli opportuni investimenti (non necessariamente o esclusivamente finanziari) e, soprattutto, con attenti e graduali piani di implementazione della cultura della continuità didattica e dell’uso razionale delle risorse, può condurci a realizzare un modello che non trascuri le specificità sociali, la geografica del territorio, l’organizzazione dei tempi e le esigenze della comunità scolastica allargata. La creazione del modello di scuola che si sta prefigurando nella nostra provincia, ci pone davanti la costituzione di Istituti sovraffollati e abnormi la cui funzionalità didattica, organizzativa e il cui rispetto dei diritti di lavoratori, alunni e famiglie sono piuttosto dubbi.
Per tutto questo la FLC CGIL Bari rivolge a Voi tutti un accorato appello affinché ciascuno per la parte di propria competenza si impegni a che nella provincia di Bari si rinvii ogni procedura relativa al dimensionamento scolastico tramite moratoria di un anno evitando così la frettolosa perdita di autonomia per le tante istituzioni scolastiche che, nel quartiere di riferimento o all’interno della più generale comunità locale, assolvono a un ruolo di promozione sociale, di prevenzione della devianza, di integrazione sociale e culturale, di contrasto alla dispersione e all’abbandono.
La scuola "di tutti e di ciascuno", cui dovrebbero tendere tutti i nostri sforzi politici ed educativi, non può essere un istituto comprensivo di 1500 alunni.
Bari, 2 febbraio 2012
Claudio Menga
Segretario generale . FLC CGIL Bari