Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università
Le iniziative e i documenti dell'Università di Bari e di Modena, Padova, Roma Tor Vergata, Napoli, Perugia, Calabria, Venezia, Modena e Reggio Emilia, Basilicata
Università degli Studi di Bari
L’Assemblea tenutasi presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, aperta a tutte le componenti del mondo universitario, esprime il proprio totale dissenso al testo della legge sulla riforma dello status giuridico dei professori e ricercatori universitari, così come approvato dal Senato lo scorso 29 settembre. Il dissenso è motivato dall’inspiegabile ricorso al voto di fiducia, che ha sottratto il disegno di legge al dibattito in commissione e in aula, e dall’aver disatteso tutte le istanze che il mondo accademico ha più volte proposto all’attenzione del Ministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica negli ultimi due anni.
L’Assemblea esprime inoltre totale disapprovazione verso i provvedimenti del Governo Berlusconi che mirano:
- a impedire qualunque forma di democratico dibattito politico;
- a introdurre anche nel mondo universitario logiche di mercato assolutamente estranee a una ricerca scientifica pubblica e a una didattica effettivamente libera;
- alla precarizzazione della docenza universitaria;
- alla conservazione dei privilegi di ristretti gruppi di potere all’interno del mondo accademico;
- alla delegittimazione di organismi quale la Conferenza dei Rettori e il Comitato Universitario Nazionale.
L’Assemblea decide quindi di aderire allo stato di agitazione in atto negli Atenei italiani e si riserva di aderire e/o promuovere ogni tipo di iniziativa che possa indurre il Governo a ritirare il provvedimento legislativo.
Bari, 11 ottobre 2005
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Università di Modena
L’Assemblea dei docenti, ricercatori, ricercatori precari e dottorandi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, tenutasi il 10 Ottobre presso l’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, per protestare contro l’accelerazione dell’iter di approvazione del Disegno di Legge: Nuove disposizioni concernenti i professori ed i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino riordino del reclutamento dei Professori universitari (DDL 3497 emendamento 1.2000), ritiene inaccettabili i contenuti del provvedimento e pertanto ribadisce il proprio appoggio alle iniziative di protesta indette dalle OOSS della Docenza, CNRU, ADI ivi inclusa la sospensione della regolare attività didattica e accademica dal 10 al 15 Ottobre e:
INVITA
Il Rettore dell’Ateneo a farsi portavoce presso la CRUI della indifferibile necessità di un segnale forte e unitario, ivi inclusa l’ipotesi di rassegnare in blocco le dimissioni dalla guida dei rispettivi Atenei, individuando altresì le forme più opportune per informare l’opinione pubblica e le istituzioni circa la gravità della situazione;
INVITA ALTRESI’
Il Corpo Accademico tutto ad aderire alle iniziative pubbliche che si terranno durante questa settimana, e a sollecitare gli organi accademici al fine di prendere posizione in merito al Disegno di Legge con proprie mozioni
10 ottobre 2005
ADI, ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Università, CISL-Università, CNRU, CNU, FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR, UDU
Il 28 settembre al Senato, proprio mentre di fronte si teneva una riuscita manifestazione di protesta promossa ed organizzata dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni della docenza universitaria, degli studenti e dei precari, il Governo e la maggioranza portavano a termine un pesantissimo e violento ulteriore attacco all'università italiana.
Un vero e proprio atto di forza, tramite la presentazione di un maxi-emendamento, su cui il Governo ha immediatamente posto la questione di fiducia - un atto che impedisce il dibattito parlamentare e costringe al voto immediato sul testo del Governo - che, nella sostanza, riscrive integralmente il testo approvato dalla Camera: il testo su cui il Governo ha ottenuto la fiducia, è sostanzialmente quello, già noto dal mese di luglio, su cui la maggioranza aveva trovato un faticoso accordo.
Abbiamo già ripetutamente criticato nel merito anche questo "nuovo" testo che mantiene nella sostanza l'impianto ed i contenuti originari del ddl Moratti. Un progetto incentrato sulla precarizzazione del ruolo della docenza, cui si aggiunge un vero e proprio schiaffo alle aspettative dei ricercatori tramite il conferimento del titolo (onorifico!!!) di professore aggregato, che configura come già abbiamo ripetutamente sottolineato un vero e proprio smantellamento dell'università pubblica.
Un atteggiamento gravissimo quello del Governo, che non accetta alcuna forma di dissenso né dentro né fuori dal Parlamento. Atteggiamento che è necessario contrastare con la massima energia in vista del successivo (ormai necessario) passaggio alla Camera prevedibile per il mese di ottobre, mantenendo e sviluppando la massima unità del mondo universitario.
Comportamenti, quelli del Governo, ai quali sarebbe invece controproducente rispondere spostando il terreno del confronto all'interno del mondo universitario, lasciando intendere che la controparte sia altra rispetto al Governo ed alla maggioranza.
Chiamiamo le università italiane, in accordo anche con gli organi accademici, a promuovere per la settimana dal 10 al 15 ottobre il blocco di ogni attività, coinvolgendo nelle necessarie iniziative di sensibilizzazione l'intero mondo universitario e l'opinione pubblica in difesa della natura dell'istituzione e delle sue finalità.
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Università di Padova: mozione del Senato Accademico e convocazione assemblea di Ateneo
Nell’ambito delle iniziative di mobilitazione nazionali, per la settimana dal 10 al 15 ottobre 2005 proclamate da ADI, ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Università, CISL-Università, CNRU, CNU, FIRU, FLC CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR, UDU, e’ convocata una
ASSEMBLEA di tutto il personale docente, del personale tecnico-aministrativo, dei CEL e del personale non strutturato
VENERDI’ 14 ottobre 2005 Ore 11,00 c/o Il Cortile Nuovo del Bo Con il seguente OdG:
1 – DDL Moratti sullo stato giuridico della docenza universitaria;
Questa Assemblea di Ateneo vuole essere il momento conclusivo delle Assemblee di Facoltà che si terranno nella mattinata di giovedi’ 13 p.v. (su indicazione della Mozione votata dal S.A. il 7 ottobre) ed un momento di mobilitazione di tutto l’Ateneo di Padova.
2 – Legge Finanziaria 2006
2.1 – Fondi alle Università e riforma d’imperio del sistema di valutazione nazionale;
2.2 I tagli imposti al settore universitario ed alla contrattazione.
Soprattutto sul personale con pesanti interventi sui contratti a tempo determinato e con vincoli alla contrattazione integrativa..
All’Assemblea saranno invitati i componenti del S.A. e del CdA
ANDU- CISAL-Università - CISL-Università - FLC-CGIL - UILPA-UR PADOVA
Padova, 11 ottobre 2005
Mozione del S.A. – seduta straordinaria – 7 ottobre 2005
Il Senato Accademico, riunitosi in data odierna, con riferimento all’approvazione da parte del Senato della Repubblica del nuovo testo ministeriale sullo stato giuridico ed il reclutamento dei docenti,
ribadisce il giudizio decisamente negativo rispetto al testo uscito dall’aula del Senato della Repubblica, confermando la propria convinzione della necessità di riforme strutturali per gli Atenei, che comprendano anche modifiche alle modalità di reclutamento e progressione di carriera dei docenti, secondo criteri che consentano l’introduzione di efficaci strumenti di promozione e valorizzazione della qualità della didattica e della ricerca universitaria, evitando ogni forma di ope legis;
non ravvisa elementi condivisibili e convincenti nella proposta presentata dal Governo, pur riconoscendo che in tale proposta sono state eliminate, anche per effetto dell’ampia mobilitazione negli Atenei e della forte azione della CRUI nei mesi scorsi, talune previsioni normative del tutto inaccettabili presenti nel testo in precedenza approvato dalla Camera dei Deputati. Il testo approvato dal Senato non risolve infatti in modo organico e coerente i problemi che intendeva affrontare, soprattutto in assenza, come nella Legge in questione, dei finanziamenti necessari a garantire ai giovani condizioni tali da rendere davvero competitiva la condizione di chi negli Atenei intende dedicarsi alle attività di ricerca e di didattica, così come di chi già vi opera;
ritiene quindi inaccettabile che il provvedimento contenga un’esplicita norma che esclude ogni onere aggiuntivo sul bilancio dello Stato derivante dal provvedimento stesso, osservando come sia in effetti paradossale che tale norma sia inserita in un provvedimento che il DPEF strettamente, ma contraddittoriamente, collega con l’obiettivo dichiarato della volontà di realizzare il rilancio dell’Università italiana con un effettivo “salto di qualità”;
osserva come sia necessario superare la logica sottesa al testo stesso in cui si prevede, anche se solo a partire dal 2013, la soppressione della figura del ricercatore a tempo indeterminato, necessaria invece per dare ai giovani reali prospettive di inserimento all’interno del mondo accademico in una terza fascia di docenza, che riconosca insieme anche il ruolo e le funzioni svolte dagli attuali ricercatori;
sottolinea peraltro l’urgenza di una riforma dell’attuale normativa concorsuale, che - a parte le quote di posti riservati, che premiano l’anzianità anziché il merito - potrebbe andare anche definendosi secondo le linee proposte dal testo governativo, ma a condizione che sia effettivamente realizzato un sistema nazionale di valutazione degli Atenei attraverso l’istituzione di un’Agenzia indipendente che assicuri terzietà e imparzialità di giudizio. Si osserva al riguardo che all’art. 62 della Legge finanziaria presentata al Parlamento dal Governo viene istituito il Consiglio Nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro, organismo che non fornisce alcuna garanzia di terzietà e per di più che è paradossalmente finanziato con fondi sottratti al fondo di finanziamento ordinario delle Università;
considera inoltre imprescindibile che su rilevanti riforme strutturali del sistema universitario si rinunci ad inaccettabili forzature del dibattito in Parlamento e si raggiunga invece il necessario livello di condivisione tra le forze politiche e negli Atenei in vista del raggiungimento di principi ispiratori condivisi delle successive proposte di riforma;
chiede, infine, che nella fase attuale della vita del Paese si riconosca la questione universitaria come una reale e grave questione nazionale, invitando tutte le forze politiche ad esprimere con chiarezza le proprie posizioni anche nella prospettiva del dibattito che nel Paese è avviato in vista delle prossime scadenze elettorali;
condivide pertanto le motivazioni della protesta dei docenti delle Università e la loro conseguente mobilitazione;
propone che tutte le Facoltà dell’Ateneo il giorno 13 alle ore 10.30 si riuniscano in Assemblee di Facoltà per discutere e manifestare la loro posizione rispetto al provvedimento, con sospensione delle lezioni dalle ore 10.30 alle ore 14.30 per la durata delle Assemblee stesse e illustrazione agli stessi dei contenuti della legge e delle motivazioni dell’opposizione degli Atenei a questo provvedimento;
sottolinea peraltro che la protesta non deve configurarsi in alcun modo come lesiva dei diritti degli studenti;
invita i Presidi a vigilare affinché sia garantita la regolarità dello svolgimento delle attività didattiche durante il primo semestre dell’anno accademico in corso, fermo restando naturalmente il diritto di sciopero di ciascun docente a fronte di una eventuale indizione formale dello sciopero stesso da parte delle sigle sindacali della docenza;
dà mandato al Rettore di definire, in collegamento con la CRUI, forme di risposta e di protesta adeguate alla gravità della situazione, non escludendo tra queste l’autosospensione degli organi collegiali.
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Università di Perugia: mozione approvata ieri dal Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia
"Il Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia riunitosi il giorno11.10.2005, alle ore 15, nella Sala delle Adunanze, aperto a tutti i docenti, ricercatori, professori a contratto, assegnisti, dottori di ricerca e studenti per esaminare e analizzare il DDL recante "Nuove disposizioni concernenti i professori e ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari",dopo ampia discussione sulle conseguenze che tale DDL può avere sul mondo universitario, esprime un giudizio negativo nel metodo e nel merito del provvedimento e ne chiede il ritiro affinché qualsiasi progetto di riforma venga restituito al corretto iter parlamentare. In particolare:
- si ritiene gravissima la procedura con la quale il Ministro ha ignorato il legittimo ruolo di interlocutore istituzionale della CRUI e in generale dell'Università, e ha sottratto alla discussione della Commissione parlamentare competente il documento che è stato presentato e fatto votare direttamente all'Assemblea del Senato della Repubblica il giorno 29 settembre 2005 con lo strumento della fiducia;
- si fa notare come nel testo il principio costituzionale di autonomia universitaria, già abbondantemente eroso negli anni più recenti,venga addirittura subordinato agli indirizzi fissati con decreto del Ministro dell'Istruzione (comma 1 dell'articolo unico);
- si constata come qualsiasi riferimento agli strumenti e alle procedure di valutazione del sistema universitario risulti disinvoltamente ignorato;
- si giudica gravemente inadeguato il trattamento riservato agli attuali ricercatori ai quali non si riconosce il ruolo di docenza e di ricerca svolto in questi anni e - decisivo per consentire il normale funzionamento dell'Università - e si reputa offensiva l'attribuzione del titolo di "professore aggregato pro tempore";
- si rileva che per l'attuazione delle disposizioni di legge non è previsto alcun onere per la finanza pubblica e dunque l'attuazione delle stesse norme non potrà che gravare interamente sui bilanci degli Atenei;
- si ritiene gravissima la precarizzazione del lavoro universitario che svilisce la qualità della didattica e della ricerca e non favorisce l'auspicato e necessario ricambio generazionale prevedendo per le giovani leve un percorso formativo lungo e tortuoso che di fatto ne scoraggia l'accesso al mondo della ricerca. Pertanto, il Consiglio esprime la propria adesione alle iniziative di mobilitazione sindacale e decide per il giorno 13 ottobre 2005 una giornata di discussione aperta con gli studenti, contemporaneamente alla sospensione di tutte le attività didattiche; conferma il pieno sostegno alla decisione presa dall'Assemblea dei ricercatori della Facoltà di dare seguito al più volte preannunciato ritiro della disponibilità a svolgere compiti di didattica ufficiale, e chiede agli Organi di Governo dell'Ateneo e alla CRUI di farsi interpreti del grave disagio avvertito dai docenti, con ogni opportuna e urgente iniziativa nei confronti degli interlocutori istituzionali, politici, sindacali, al fine di bloccare l'ulteriore iter parlamentare del provvedimento."
La mozione è approvata all'unanimità e viene dato mandato al Preside di inviarla al Magnifico Rettore, alla CRUI, agli organi di stampa e agli interlocutori istituzionali della Regione.
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Documento approvato durante il Consiglio di Facoltà di Scienze del 10/10/2005:
La Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell'Università di Perugia si unisce alle innumerevoli prese di posizione emerse nel mondo accademico nazionale e principalmente alle valutazioni della CRUI ed esprime la propria valutazione assolutamente negativa sul DDL "Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari". Il DDL in merito è del tutto inadeguato ai reali bisogni dell'università ed inoltre mina le fondamenta dell'Università pubblica impedendone sostentamento e sviluppo e privando i giovani, i precari ed i ricercatori di qualsiasi prospettiva futura. Pertanto il Consiglio di Facoltà promuove lo stato di agitazione del proprio personale docente e la conseguente astensione dalle attività didattiche per la settimana 10-15 ottobre 2005.
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Università della Calabria: documento approvato dal Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche del 10 ottobre 2005
Il Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche, nella seduta del 10 ottobre 2005, associandosi alla protesta delle università del Paese contro il disegno di legge di riforma universitaria, ribadisce il giudizio nettamente critico sul testo normativo del "ddl Moratti" per come emendato rispetto al testo di riforma precedente, e ciò:
- sia in ragione dell'autoritarismo istituzionale insito nella questione di fiducia imposta dal Governo,
- sia in ragione di una negativa continuità del testo con le linee di riforma già in passato proposte dalla maggioranza parlamentare.
La Facoltà di Scienze Politiche:
- aderisce allo stato di agitazione programmato dalle OO.SS., sospendendo le attività didattiche fino al 15 ottobre 2005;
- ribadisce la propria adesione alla proposta approvata nel Corpo Accademico allargato del 3 ottobre u.s. volta a chiedere alle OO.SS. di indire una giornata di sciopero nazionale contro le iniziative parlamentari del Ministro Moratti con manifestazione pubblica a Roma;
- invita la comunità universitaria, le rappresentanze istituzionali e quelle sindacali, a livello regionale, provinciale e comunale, le associazioni professionali, gli studenti a partecipare all'Assemblea di Facoltà indetta per mercoledì 12 ottobre 2005, alle ore 10.00, in aula L1, per discutere le ragioni di opposizione al testo di riforma universitaria in corso di definitiva approvazione parlamentare il 24 ottobre 2005.
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Università di Modena e Reggio Emilia - Assemblea dei docenti, ricercatori, ricercatori precari e dottorandi 10 ottobre
L’assemblea svoltasi pressol'Aula Magna della Facoltà di giurisprudenza, per protestare contro l’accelerazione dell’iter di approvazione del Disegno di Legge: Nuove disposizioni concernenti i professori ed i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino riordino del reclutamento dei Professori universitari (DDL 3497 emendamento 1.2000), ritiene inaccettabili i contenuti del provvedimento e pertanto ribadisce il proprio appoggio alle iniziative di protesta indette dalle OOSS della Docenza, CNRU, ADI ivi inclusa la sospensione della regolare attività didattica e accademica dal 10 al 15 Ottobre e INVITA
Il Rettore dellAteneo a farsi portavoce presso la CRUI della indifferibile necessità di un segnale forte e unitario, ivi inclusa l'ipotesi di rassegnare in blocco le dimissioni dalla guida dei rispettivi Atenei, individuando altresì le forme più opportune per informare l'opinione pubblica e le istituzioni circa la gravità della situazione.
Il Corpo Accademico tutto ad aderire alle iniziative pubbliche che si terranno durante questa settimana, e a sollecitare gli organi accademici al fine di prendere posizione in merito al Disegno di Legge con proprie mozioni.
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Università di Napoli Federico II - Mozione dell’assemblea della Facoltà di Lettere e Filosofia contro il disegno di legge Moratti
L’assemblea di docenti, ricercatori, ricercatori precari e studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia, riunita il giorno 11 ottobre 2005 presso l’aula “P. Piovani”, denuncia innanzitutto il metodo autoritario attraverso il quale la maggioranza di centro-destra senza alcuna discussione di merito ha imposto al Senato l’approvazione del DDL Moratti.
Se questa legge verrà approvata in modo definitivo presso la Camera dei deputati nelle prossime settimane, il sistema pubblico delle autonomie universitarie riceverà un colpo mortale: tutto il futuro reclutamento avverrà secondo contratti di diritto privato, viene reso precario e frammentario il lavoro dei nuovi docenti e ricercatori, i privilegi dei poteri forti accademici vengono confermati ed accresciuti;
inoltre, a fronte della sofferenza della ricerca scientifica, si pretende di realizzare il riordino della docenza universitaria a costo zero, mentre vengono finanziate le università private
si rischia di allontanare dalle università i 50.000 ricercatori precari che attendono il riconoscimento per l’attività di ricerca già svolto.
In sintesi, l’approvazione del disegno di legge Moratti lascia sicuramente prevedere un’ulteriore grave dequalificazione dell’insegnamento universitario, il blocco della ricerca interna agli atenei, l’aggravamento delle condizioni di studio degli studenti.
I lavoratori nelle università, gli studenti, i cittadini tutti debbono reagire con forza e pretendere il ritiro di questo mortifero dispositivo di legge.
L’assemblea decide quindi di organizzare la propria lotta perseguendo i seguenti obiettivi:
- si domanda agli organi di governo delle università regionali, ed in particolare al Senato ed al Consiglio di Amministrazione della “Federico II”, di esprimere la propria ferma denuncia del DDL Moratti e di chiederne l’immediato ritiro, decidendo pure la sospensione dell’attività didattica;
- contribuirà alla preparazione nella prossima settimana di un’assemblea cittadina alla quale partecipino le autorità accademiche delle università campane, le forze politiche dell’opposizione e le organizzazioni sindacali;
- richiede che nel Consiglio della Facoltà di Lettere e filosofia del 18 p.v. si svolga una discussione pubblica sul DDL Moratti e venga approvata la costruzione all’interno della Facoltà dell’Osservatorio sulle attività dei ricercatori precari operanti nel sistema universitario regionale;
- infine, aderisce all’assemblea dell’Ateneo convocata per il giorno 14 presso le Facoltà di Monte S. Angelo in cui verrà riportata la presente mozione e partecipa alla preparazione della manifestazione nazionale di Roma organizzata per il giorno dell’eventuale approvazione del DDL Moratti alla Camera dei Deputati.
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Università di Venezia –lettera del Rettore – documento assemblea docenti e ricercatori.
giovedì 13 ottobre 2005 alle ore 11.00 presso lAULA NUOVA a S. MARTA si terrà la assemblea della Facoltà di Scienze estesa a professori, ricercatori, studenti, assegnisti, personale non strutturato, personale tecnico e amministrativo per discutere i contenuti del DDL sullo STATO GIURICO DELLA DOCENZA e le procedure parlamentari di approvazione Le lezioni sono sospese dalle 11.00 alle 13.00
Data l’importanza degli argomenti si raccomanda la massima partecipazione
Lettera del Rettore
Cari laureande/i e cari genitori,
in questi giorni, come avrete saputo dalla stampa, tutta l’Università è in agitazione nel nostro Paese per protestare contro un disegno di legge, di riforma dello stato giuridico del corpo docente, recentemente approvato dal Senato della Repubblica nonostante il parere negativo di tutta l’Università italiana.
La nostra università, pur aderendo alla agitazione in atto e pur condividendo il giudizio negativo nei confronti del disegno di legge, ha ritenuto di non dover sospendere questa sessione di laurea per garantire a tutti voi la conclusione degli studi.
Noi vorremmo però cogliere questa occasione per comunicare a voi le ragioni del nostro dissenso e lo stato di profondo disagio in cui si trova l’università. Esse possono essere così sinteticamente riassunte:
l’università, nel nostro paese, manca di finanziamenti adeguati tanto che l’Italia è in coda a tutti i paesi europei per ciò che concerne i finanziamenti pubblici all’università e alla ricerca, e ciò è di ostacolo al miglioramento dell’offerta formativa e a un pieno sviluppo dell’attività di ricerca;
l’attuale stato giuridico della docenza universitaria e le forme di reclutamento vigenti rendono molto difficile ai più giovani di entrare nei ruoli dell’università e di progredire al suo interno sulla base dei loro meriti, ostacolando così, di fatto, il rinnovamento del corpo docente;
manca un efficace sistema di valutazione e di monitoraggio delle università in grado di riconoscere e premiare l’attività formativa e di ricerca secondo i risultati conseguiti;
l’università italiana è oggi impegnata in uno sforzo che non ha precedenti per adeguare la propria offerta formativa e l’attività di ricerca alle domande che provengono dalla società civile e dal mondo della produzione, attraversati entrambi da radicali processi di trasformazione.
Il disegno di legge approvato dal Senato da risposte sbagliate o non soddisfacenti ad alcuna di queste domande, contribuendo così al peggioramento della situazione esistente.
Cari laureande/i noi vorremmo foste consapevoli che l’università è una risorsa strategica per lo sviluppo del nostro Paese ed è per questo che chiediamo il vostro appoggio e la vostra solidarietà
Con i migliori auguri per il vostro futuro
Il Rettore dell’Università Iuav
Marino Folin
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Documento assemblea docenti e ricercatori
L’assemblea dei docenti e dei ricercatori dell’Università Iuav riunitasi il giorno 10 ottobre esprime, dopo ampia discussione e all’unanimità, il più netto rifiuto nei confronti del testo di riforma dello stato giuridico del corpo docente dell’università recentemente approvato dal Senato della Repubblica, per le motivazioni che succintamente vengono di seguito riportate:
il testo non risponde alle esigenze di una riforma incisiva ed organica dello stato giuridico dei docenti universitari, sostenuta da adeguati finanziamenti;
il testo non contiene riferimenti espliciti e definitivi alla ricerca come primario diritto-dovere dei docenti universitari;
il testo non da prospettive certe, basate sul merito, per l’accesso ai ruoli universitari dei giovani;
il testo non contiene alcun riferimento alla valutazione delle attività formative, di ricerca e di governo delle università, né, come richiesto esplicitamente dalla CRUI, alla istituzione di una Agenzia di valutazione indipendente.
L’assemblea rileva inoltre che il testo si presenta come il risultato finale di infiniti compromessi e aggiustamenti successivi tali da renderlo totalmente inefficace e dannoso rispetto alle esigenze di rinnovamento dell’università italiana.
Per le considerazioni suesposte l’assemblea chiede con forza che il provvedimento venga ritirato.
L’assemblea aderisce allo stato di agitazione in atto nell’Università e:
indice per il giorno 13 del corrente mese assemblee di facoltà dedicate, invitando alla più ampia partecipazione il personale docente e tecnico-amministrativo e gli studenti, chiedendo alle autorità accademiche che per quel giorno venga sospesa l’attività didattica;
invita il Rettore a trasmettere a laureandi e famiglie, in occasione delle prossime sessioni di laurea, una lettera che spieghi le ragioni dello stato di agitazione in atto nell’università italiana;