Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Puglia » Dimensionamento scolastico: la Puglia verso la riduzione delle dirigenze scolastiche e l'accorpamento selvaggio

Dimensionamento scolastico: la Puglia verso la riduzione delle dirigenze scolastiche e l'accorpamento selvaggio

Come FLC CGIL continueremo a sostenere l’azione della regione Puglia di contrasto al provvedimento in tutte le sedi in cui sarà possibile.

29/05/2023
Decrease text size Increase  text size

Comunicato FLC CGIL Puglia

Bari, 29 maggio 2023 - Quest’oggi si è svolto l’incontro di informativa della Regione Puglia con le organizzazioni sindacali e l’Ufficio Scolastico Regionale.

Come ampiamente prevedibile, abbiamo appreso ufficialmente dell’impossibilità di trovare un accordo tra le regioni in sede di Conferenza Stato-Regioni che consenta di individuare le modalità di applicazione delle norme introdotte dal Governo nella Legge di Stabilità approvata a dicembre. Una norma che, a questo punto, consente al Ministero di determinare autonomamente gli organici di Dirigenti Scolastici e DSGA per il prossimo triennio, intervenendo quindi direttamente sull’assetto delle istituzioni scolastiche che dovranno andare verso un radicale e selvaggio accorpamento.

Le 45 istituzioni scolastiche pugliesi che si collocano tra i 500 e i 600 alunni, oltre alle 11 già collocate sotto i 500, dovranno quindi scomparire dal 2024/25. Il trend demografico tracciato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede per la Puglia una riduzione della popolazione scolastica che per in tre anni dovrebbe portare alla perdita di oltre 20mila alunni:

Anno scolastico Popolazione scolastica
2024/25 503.560
2025/26 492.973
2026/27 481.651
Riduzione -21.909

Corrispondentemente le istituzioni scolastiche normodimensionate con propri Dirigenti Scolastici e DSGA diverrebbero:

Anno scolastico Scuole normodimensionate DS e DSGA nominabili
2023/2024 627 627
2024/25 563 569
2025/26 554 565
2026/27 550 557
Riduzione - 71 (12%)

Il pretesto per questa riduzione degli organici e per questo accorpamento selvaggio che incrementerà sensibilmente il numero degli alunni per istituzione scolastica, costringendo ad accorpare istituti molto distanti o di ordine differente tra loro, è costituito dal PNRR che, tuttavia, non definisce in alcun modo come necessario l’ulteriore accorpamento degli istituti, ma si limita a definire l’obiettivo di ridurre il numero delle istituzioni scolastiche da destinare a reggenza.

Insomma, nessuna riduzione indotta dalle autorità comunitarie, ma un obiettivo condivisibile manipolato dalle autorità governative per ridurre la spesa su dirigenti scolastici e DSGA. Oggi, se ne accorgono opportunamente anche alcune regioni governate da maggioranze di centro destra (Abruzzo e Sardegna) che hanno annunciato opposizione ai provvedimenti governativi di riduzione delle scuole del territorio e risparmio di spesa di istruzione.

La Regione Puglia ha formulato una serie di ipotesi di gestione del dimensionamento su tutto il territorio regionale, finalizzate alla riduzione del danno. Alcuni criteri appaiono anche condivisibili, ma finiranno per generare in ogni caso scuole sovraffollate soprattutto sul primo ciclo di istruzione. A titolo di esempio: 17 comuni dovranno ridurre da 2 a 1 istituzione scolastica, 16 comuni dovranno ridurre da 3 a 2 istituzioni scolastiche, 1 comune da 4 a 3, 3 comuni da 5 a 4, 1 comune da 8 a 7, 1 comune da 9 a 8, 2 comuni da 10 a 9.

Dal canto nostro continueremo a sostenere l’azione della regione Puglia di contrasto al provvedimento in tutte le sedi (compresa la Corte Costituzionale che, si apprende, potrebbe pronunciarsi entro il mese di dicembre) in cui sarà possibile, per evitare che anche la riduzione dei nostri istituti a contenitori sovraffollati di alunni e di trasformazione definitiva del ruolo del dirigente scolastico a gestore burocratico di pratiche, fondi e alunni, privo di alcuna concreta possibilità di rapporto educativo con studenti e famiglie.

Al contempo abbiamo già avanzato osservazioni e proposte per razionalizzare il taglio su tutto il territorio regionale (invitando a considerare non tanto la leva scolastica, ma la popolazione ISTAT) ed evitare di creare istituti che potrebbero arrivare fino a 1800 alunni.