Dimensionamento scolastico a Foggia: prevale la confusione
La denuncia della FLC e della CGIL. No a "scuole mostro" o a territori sguarniti di presìdi.
A cura dell'ufficio stampa della CGIL Foggia
La norme prevedono che le scuole con meno di 600 alunni per i comuni più grandi, e quelle con meno di 500 per i centri montani, perdano l’autonomia e vengano accorpate in istituti comprensivi, che in Capitanata ad oggi sono 26, ma 5 hanno meno di 300 alunni e 21 sono sotto i 500. Nella nostra provincia al primo settembre si contavano 155 scuole. Di queste 7 hanno meno di 300 alunni, 37 sono tra i 300 e i 500 alunni, 14 tra i 500 e i 999.
“Prevale la confusione, con provvedimenti adottati e poi ritirati. non si può riorganizzare il sistema scolastico seguendo solo distorte logiche numeriche, col rischio di creare istituti comprensivi abnormi e quindi ingestibili o peggio sguarnendo territori periferici di importanti presidi culturali”. È quanto denunciano FLC e la CGIL di Capitanata in merito al piano di dimensionamento dettato dalla manovre economiche del Governo Berlusconi, che comporterà anche il taglio in tutto il Paese di migliaia di posti tra Dirigenti scolastici, assistenti amministrativi e collaboratori scolastici. Il tutto per fare cassa ai danni della scuola pubblica. Un provvedimento inserito in una legge finanziaria, che risponde a logiche di mero risparmio della spesa e non di riorganizzazione della rete scolastica, senza una riforma ordinamentale complessiva”.
La norme prevedono che le scuole con meno di 600 alunni per i comuni più grandi, e quelle con meno di 500 per i centri montani, perdano l’autonomia e vengano accorpate in istituti cosiddetti comprensivi, che in Capitanata ad oggi sono 26, ma 5 hanno meno di 300 alunni e 21 sono sotto i 500. “Nella nostra provincia – spiegano Loredana Olivieri, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza di Foggia, e Maurizio Carmeno, della segreteria confederale - al primo settembre si contavano 155 scuole. Di queste 7 hanno meno di 300 alunni, 37 sono tra i 300 e i 500 alunni, 14 tra i 500 e i 999”. Una situazione difforme che potrebbe portare “alla creazione di istituti sovradimensionati, ingestibili, nelle città. Mentre nei piccoli centri soprattutto montani andrebbero ad accorparsi a sei comuni per raggiungere i numeri di alunni previsti dalle nuove norme. Con una sola direzione e una sola segreteria, si renderà di fatto molto complicata la gestione amministrativa e didattica”.
La legge attribuisce alle Regioni la competenza dell’organizzazione della rete scolastica, e infatti la Puglia ha già fatto ricorso contro le leggi del Governo due anni fa, vincendo”, spiegano i dirigenti di Flc e Cgil Foggia. L’iter vuole che per le scuole primarie e le medie sono le amministrazioni comunali a deliberare gli accorpamenti. Poi passano alle Province che predispongono un piano complessivo che viene inviato alle Regioni. “La Puglia e il Sud in genere sono indietro rispetto alla creazione di istituti comprensivi, che non neghiamo come necessari. Quel che chiediamo è di valutare con attenzione gli accorpamenti, al fine di non intaccare la qualità dell’offerta formativa”.
Ad esempio c’è un indirizzo della conferenza Stato-Regioni che indica la territorialità come criterio da seguire. “La stessa Regione Puglia ha emanato delle linee guida, che sono abbastanza chiare e invitano a rispettare la vicinanza tra gli istituti nella scelta di accorpamento. Inoltre si demandava il tutto ad un confronto con i dirigenti e le parti sociali. Tanti Comuni – denunciano Olivieri e Carmeno – hanno invece scelto di procedere da soli, con atti evidentemente discriminatori per alcune scuole e ‘salvandone” altre per motivi del tutto soggettivi. Abbiamo chiesto con forza l’apertura di tavoli ma pochi enti hanno dato ascolto”.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: proposte di delibere prima definite e poi ritirate. “E’ il caso di Cerignola, dove si era deciso di accorpare la Carducci, che conta 900 alunni, e la Paolillo, due istituti tra loro molto distanti. Mentre molto più vicino alla Paolillo e sotto dimensionato c’è il circolo didattico Di Vittorio”. Anche sul piano predisposto dall’assessore al ramo del Comune di Foggia c’è la contrarietà di Flce Cgil. “Abbiamo fatto le nostre controproposte, senza alcun riscontro. Scuole sottodimensionate che sono state trascurate, altre accorpate quest’anno e da disaccorpare e unire ad altri istituti il prossimo anno. Che senso ha tutto questo? Come fa a non incidere sull’organizzazione e la qualità dell’offerta?”. Percorso in totale autonomia anche a San Severo, “e anche lì accorpamenti inspiegabili e delibera ritirata dopo l’intervento di alcuni dirigenti. Manfredonia s’è avviata allo stesso modo su un percorso per nulla concertativo ed ha solo il merito di aver predisposto un piano complessivo di intervento, senza scaglionare le cose negli anni. Provvedimenti ritirati anche dalla Provincia – che sulla secondaria ha scelto di non scegliere, lasciando tutto com’era, con molte scuole sottodimensionate. Così come nulla hanno deciso alcuni comuni, il caso più eclatante è quello di Lucera, che non hanno fatto alcuna proposta pur essendo interessata dal dimensionamento”.
Va da sé, denunciano in conclusione la FLC e CGIL di Capitanata, “che questo scenario di grande confusione non fa bene all’istituzione scolastica. La Regione Puglia ora avrà un ruolo importante perché non dovrà solo ratificare ma entrare nel merito dei provvedimenti, sopperire a quegli enti che non hanno deciso nulla, apportare correzioni lì dove si sono fatte scelte irrazionali e che penalizzano le comunità scolastiche”.