Università degli Studi di Foggia, DDL Gelmini: il 14 ottobre assemblea generale di Ateneo
Sono stati invitati a discutere del disegno di riforma del Governo e dei tagli alle università rettore, docenti, ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti.
Un'assemblea generale di ateneo è stata indetta dalla FLC CGIL di Foggia in concomitanza con il presidio organizzato a Roma dinanzi alla Camera dei Deputati, dove inizierà la discussione sul Ddl Gelmini.
"L'università è di chi lavora e di chi studia" è lo slogan scelto dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza di Capitanata. Domani, giovedì 14 ottobre, a partire dalle ore 12, presso l'Aula 1 della Facoltà di Lettere e Filosofia, sono state invitate a discutere degli effetti del Ddl Gelmini tutte le componenti dell'Università di Foggia: rettore, ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti.
Argomenti che sono stati anche al centro di un incontro - richiesto dalla CGIL - tra la segretaria generale della FLC CGIL di Capitanata, Loredana Olivieri, e il rettore Giuliano Volpe. "Abbiamo ribadito al magnifico come la protesta dei ricercatori è legittima e va sostenuta. A nostro avviso il Ddl Gelmini è un provvedimento legislativo centralistico, burocratico e autoritario. Esso, tra l'altro, è stato proposto mentre si prendevano per la gola le Università attraverso i tagli della Legge 133/08, i cui effetti sono stati riconosciuti pesantissimi anche per l'Ateneo di Foggia, che non ha debiti ma con la diminuzione delle risorse vede e tinte foschi il proprio futuro di istituzione formativa".
Allo stesso modo, la FLC CGIL di Foggia ha espresso al rettore preoccupazione "affinché il prolungarsi dell'astensione dall'attività didattica di tanti ricercatori possa trasformarsi in un danno per gli studenti, non solo per il rischio di un eccessivo rinvio dell'inizio dell'anno accademico e dell'annullamento di molte sessioni di esami, ma anche per la riduzione delle professionalità che sinora i ricercatori stessi hanno espresso da anni anche nella didattica". Tuttavia, la richiesta di diversi organi accademici di fissare la data di inizio delle lezioni, nonostante sia ancora in campo la protesta dei ricercatori, pone diversi problemi. "Con quali risorse professionali si coprirà il fabbisogno? E con quali risorse economiche, qualora si dovesse ricorrere a professionalità esterne a pagamento? Quali saranno i criteri di assunzione e quale qualità sarà assicurata agli studenti?".
Su questo punto il rettore ha specificato come i corsi universitari siano regolarmente partiti per le facoltà di Agraria ed Economia, mentre per le altre facoltà dove è indispensabile l'impiego dei ricercatori, gli stessi attendono gli sviluppi del dibattito parlamentare prima di qualunque decisione. "Abbiamo comunque ribadito - spiega Loredana Olivieri - che solo con l'unione e la mobilitazione di tutte le componenti universitarie sarà possibile sperare in una profonda modifica del provvedimento legislativo, cercando l'unità non solo negli obiettivi ma anche nelle forme".