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I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil Puglia esprimono solidarietà e sostegno alle iniziative intraprese in questi giorni dalle categorie dell’università

il Governo intervenga tempestivamente sul decreto e ricrei il giusto equilibrio tra Nord e Sud.

29/11/2013
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A cura di Cgil, Cisl e Uil Puglia


Università: il Governo intervenga tempestivamente sul decreto e ricrei il giusto equilibrio tra Nord e Sud. Fondamentale garantire le condizioni per il mantenimento in servizio dei tanti precari a rischio

“Il Governo non si sottragga alle proprie responsabilità e intervenga tempestivamente sul decreto, al fine di ricreare un dovuto equilibrio nell’assegnazione dei punti organici, allo stato attuale delle cose insufficienti a garantire un servizio universitario di qualità che rispecchi l’alto livello riconosciuto agli atenei pugliesi e meridionali in generale”.

I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil di Puglia esprimono solidarietà e sostegno alle iniziative intraprese in questi giorni dalle categorie dell’università.

“Si utilizzano – continuano Gianni Forte, Giulio Colecchia e Aldo Pugliese – due pesi e due misure: le università settentrionali continuano a ricevere risorse nettamente superiori a quelle destinate agli atenei del Mezzogiorno, sulla base di un meccanismo ingiusto e sperequato inaugurato dall’ex ministro Gelmini. In tanti anni la situazione non ha fatto altro che peggiorare, costringendo le nostre università a celebrare le nozze con i fichi secchi, riuscendo comunque a raggiungere obiettivi di indiscutibile eccellenza. Tuttavia, approfittare dell’abnegazione e delle competenze dei lavoratori delle università meridionali, continuando a penalizzarli pesantemente, non rappresenta un atteggiamento degno di un Paese che si propone di riagganciare il treno della crescita e dello sviluppo”.

Forte, Colecchia e Pugliese lanciano inoltre un appello affinché “si trovino le condizioni per il mantenimento in servizio dei precari che, stando così le cose, a fine anno rimarrebbero senza lavoro. Oltre al logico danno sensibile che si arrecherebbe alla qualità del servizio universitario e alla possibilità di sussistenza dello stesso, è bene ricordare che circa quaranta famiglia vedrebbero in serio pericolo la propria stabilità economica e reddituale. In un momento già di per sé delicato, di profonda e costante crisi, con i dati sulla disoccupazione che hanno assunto contorni a dir poco drammatici, sarebbe autolesionista infierire sottraendo risorse umane di qualità a un settore vitale per il futuro del territorio”.