I precari del CNR di Lecce sul piede di guerra: “Senza fondi non ci muoviamo”
Chiedono la stabilizzazione ai vertici dell’Ente. “Non ci muoveremo da qui fino a quando il governo non avrà deciso di stanziare fondi sufficienti a sanare il problema”, sottolinea la Occhilupo della FLC CGIL.
Continua la protesta dei precari del CNR a Lecce, in assemblea permanente. 70 lavoratori tra ricercatori, tecnologi e amministrativi. Chiedono la stabilizzazione dei contratti di lavoro. Finché non raggiungeranno l’obiettivo, resteranno asserragliati nell’aula seminari, presso il Campus universitario Ecotekne.
La protesta sta crescendo di numero: oggi sono in 70, di cui 50 rientrano nei requisiti previsti dal decreto Madia. I soldi stanziati dal governo, però, non sembrano sufficienti. È questo che preoccupa i precari leccesi, oltre all’imminente scadenza del contratto di alcuni di essi. “La previsione di spesa nella legge di Bilancio è di 10 milioni di euro nel 2018 e 50 milioni a regime nel 2019, ma queste somme basterebbero appena per stabilizzare i precari del solo CNR che ammontano a 3 mila persone aventi diritto su scala nazionale”, così Giovanna Occhilupo della FLC CGIL Lecce, che continua: “La nostra protesta inizia oggi a Lecce con un assemblea permanente che si allinea alle proteste già scoppiate nelle altre sedi italiane del CNR, a cominciare da quella della sede centrale di Roma. Non ci muoveremo da qui fino a quando il governo non avrà deciso di stanziare fondi sufficienti a sanare il problema”.