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Formazione professionale: Sicilia, 3.551 lavoratori a rischio licenziamento

CGIL e FLC CGIL regionali hanno in programma assemblee dei lavoratori e altre iniziative che potrebbero preludere a uno sciopero generale del settore.

11/04/2013
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A cura dell'Ufficio stampa CGIL Sicilia

Sulla formazione professionale “l’azione del governo regionale è opaca e incerta; è stato abbandonato un percorso di rinnovamento avviato col precedente governo, in assenza però di un altro progetto, con un salto nel buio che sta gettando nel caos il sistema e che rischia di produrre licenziamenti a raffica”. Lo sostengono CGIL e FLC Sicilia, che sull’argomento hanno tenuto oggi una conferenza stampa, contestando passo per passo iniziative e dichiarazioni dell’assessore regionale al ramo e del presidente della Regione e presentando la loro piattaforma per la riforma del settore, sulla quale chiedono il confronto. “Da anni ci battiamo per il rinnovamento, la messa in trasparenza e l’efficienza del settore - ha detto Giusto Scozzaro, segretario generale della FLC CGIL Sicilia - e contro qualunque forma di malaffare e di clientelismo. Al presidente della regione chiediamo adesso di prospettarci un percorso credibile”.

Secondo i conti della FLC sono 3.551 i lavoratori della formazione professionale che rischiano il licenziamento a partire da giugno a causa “dell’incapacità dell’esecutivo - ha sostenuto Scozzaro - di governare la crisi, di intervenire su procedure e tempi dei pagamenti che per quanto riguarda gli enti si protraggono anche fino a 5 anni, cosa che ha messo in crisi innanzitutto quelli sani, con le conseguenze immaginabili sui lavoratori”. Per la formazione professionale FLC e CGIL chiedono un percorso di “discontinuità politica, etica e formale rispetto al passato - ha detto Antonio Riolo, della segreteria regionale CGIL- che si sostanzi in un piano preciso concordato con le parti sociali”. Sollecitano però anche una “continuità nell’azione della pubblica amministrazione per costruire un sistema di formazione efficiente e collegato al mercato del lavoro, tutelando i lavoratori”. Azione amministrativa peraltro “messa oggi a dura prova - ha sottolineato Giovanni Lo Cicero, della FLC - anche dal fatto che al momento nel dipartimento formazione, a causa dei processi di mobilità generalizzata operati dal governo, mancano le persone che possano gestire con competenza pratiche e processi”.

Non convince la FLC e la CGIL l’ipotesi di mandare in aggiornamento fino a 5 mesi i lavoratori degli enti. “Si andrebbe in contrasto - ha detto Scozzaro - con la normativa Ue sugli aiuti di Stato che prevede il cofinanziamento dei gestori fino al 40%. Lascia inoltre interdetti- ha aggiunto - l’ipotesi di ‘indennità dignitosa’ per i lavoratori, né quantificata dal governo né specificata sotto il profilo giuridico normativo”. Quanto alle dichiarazioni del governo sull’Avviso 20, il sindacato parla di “mistificazione”, visto che “la seconda annualità dell’Avviso secondo le previsioni doveva essere finanziato col Piano giovani. Probabilmente - ha rilevato Scozzaro - si fa questo per nascondere il fatto che si è deciso di utilizzare altrimenti le risorse”. “La riforma della formazione professionale - ha sostenuto il segretario generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo - deve garantire anche un governo sociale della situazione e questo non può che avvenire attraverso il confronto con i soggetti rappresentativi. Al livello nazionale - ha aggiunto - al nuovo esecutivo chiederemo un governo nazionale di un settore che con diverse peculiarità è in crisi in tutto il paese”. In Sicilia, per il confronto CGIL e FLC propongono la propria piattaforma le cui parole chiave sono apertura di un tavolo di crisi, definizione del fabbisogno pluriennale e sostenibilità finanziaria, piano pluriennale di ammortizzatori sociali finanziato dalla regione, utilizzo mirato straordinario e transitorio delle risorse comunitarie, ripristino del ruolo di ciascun soggetto col rilancio del principio di responsabilità di ciascun soggetto, pubblica amministrazione compresa, e delle sanzioni in caso di non applicazione delle regole, rispetto delle direttive comunitarie in materia di pagamenti dei fornitori di beni e servizi”. In cantiere la CGIL ha già assemblee dei lavoratori e altre iniziative che potrebbero preludere a uno sciopero generale del settore. Al governo che si è detto tra le altre cose pure disponibile a pagare direttamente i lavoratori, questi ultimi, su invito del sindacato, faranno avere i propri codici Iban.

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