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Università di Messina, il 6 ottobre ricercatori in sit-in davanti alla Prefettura

Organizzano l'iniziativa la FLC CGIL di Messina e la Rete 29 Aprile.

06/10/2010
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Mercoledì 6 ottobre alle ore 9.30 si terrà un sit-in davanti la Prefettura organizzato dalla FLC CGIL di Messina e dalla Rete 29 Aprile, a cui hanno aderito gli studenti universitari e i precari della ricerca. Obiettivo della protesta, denunciare lo stato di disagio della comunità accademica e le profonda crisi del sistema universitario, che il Disegno di Legge del Ministro Gelmini in discussione alla Camera dei Deputati contribuisce ad aggravare.

Si tratta della manifestazione pubblica della protesta dei ricercatori che già da qualche mese in modo sempre più determinato e convinto, esprimono il loro dissenso, dichiarando la propria "indisponibilità alla didattica"; cioè, pur svolgendo i compiti di ricerca, si rifiutano di dare la disponibilità ad insegnare (mansione prevista per i professori ordinari ed associati), attività che svolgono da anni, rappresentando un autentico patrimonio di professionalità oltre che il vero motore per il funzionamento degli atenei.

A Messina sono circa 200 i ricercatori che hanno dichiarato la propria
indisponibilità alla didattica, mettendo in crisi l'avvio dell'anno accademico per almeno cinque facoltà: Farmacia, Veterinaria, Scienze MM.FF., Ingegneria ed Economia, oltre a rallentare l'inizio delle lezioni nelle altre facoltà.

A causa di questa "rivoluzione pacifica" , anche se si dovessero avviare le attività, molte facoltà, a Messina come nel resto degli Atenei del paese, i presidi delle facoltà dovranno avvalersi di docenze a tempo determinato o a contratto che non potranno mai garantire la qualità dell'offerta formativa che avrebbero potuto garantire i ricercatori che sulla didattica hanno ormai maturato competenza ed esperienza.

I temi della protesta sono comuni in tutte le università d'Italia: ad essere messa in discussione è la stessa esistenza di una università pubblica aperta a tutti e un governo degli Atenei cui partecipino a vario titolo gli studenti, il mondo accademico e il personale tecnico-amministrativo.

A ciò si aggiunga la messa ad esaurimento dei ricercatori, senza che ad essi venga riconosciuta quella attività didattica che ha permesso fino ad oggi alle università italiane di garantire il regolare svolgimento dei corsi.

Non si può scambiare come di recente ha fatto la CRUI (Conferenza Rettori Università Italiane) l'università pubblica e governata democraticamente con il riconoscimento da parte del Ministro Tremonti di magre risorse finanziarie.

Tutte queste tematiche verranno portate dai ricercatori dell'Università di Messina all'attenzione del Prefetto quale rappresentante del Governo nazionale.