Contro ogni storia ufficiale. Il Comune di Siena pretende di “dettare” la ricostruzione storica delle Foibe
Grave iniziativa politico-culturale della maggioranza composta da Lega e Fratelli d’Italia che governa la città.
A cura della FLC CGIL Toscana
A pochi giorni dalla ripartenza delle attività scolastiche in presenza, con tutte le problematiche connesse, nella città di Siena si assiste a una grave iniziativa politico-culturale della maggioranza composta da Lega e Fratelli d’Italia che governa la città.
Proprio in data odierna la Commissione consiliare «Cultura e Scuola» del Comune ha in programma di discutere su quali iniziative dovrà prendere il Comune «per una corretta informazione nelle scuole e nelle università del contesto storico del massacro delle foibe e degli altri massacri etnici».
Al presidente della Commissione consiliare vale la pena ricordare che non è certo compito di un ente locale fornire interpretazioni storiche e “pacchetti informativi” preconfezionati a studentesse e studenti: almeno fino a prova contraria anche nel territorio di Siena vige l’articolo 33 della Costituzione e le ingerenze di tipo politico sull’insegnamento della storia, nonché sugli altri campi di studio e ricerca, sono da relegare a un passato che nel nostro paese è stato fortunatamente sconfitto dalla Resistenza antifascista.
Se proprio fosse intenzione del Comune fornire un contributo serio e qualificato all’approfondimento delle questioni relative al Confine Orientale, esso dovrebbe avvalersi di storici e ricercatori che hanno studiato e approfondito le vicende riguardanti quei territori dal 1918 al secondo dopoguerra, grazie ai quali è stato possibile comprendere la portata dei fenomeni, senza le strumentalizzazioni e le curvature ideologiche cui una certa cultura politica di destra ci ha abituati con lo scopo di delegittimare le basi antifasciste della nostra Repubblica.
La FLC Cgil della Toscana è a fianco di docenti, ricercatori, studentesse e studenti, i quali respingeranno questo grossolano tentativo di utilizzare in modo distorto la storia in nome di un impegno culturale ed educativo orientato ai valori democratici della nostra Costituzione.