Firenze, assemblea su "Riordino" Secondaria II grado: che fare? Il documento approvato
I sindacati hanno tenuto un'assemblea con i lavoratori della scuola, che ha visto la partecipazione anche dei rappresentanti della Regione e della Provincia.
All'insegna della domanda "Riordino" Secondaria II grado: che fare?, si è svolta nei giorni scorsi un'assemblea sindacale unitaria rivolta a tutto il personale della scuola secondaria di secondo grado di Firenze e provincia.
Dirigenti Scolastici, docenti, personale ATA dovranno gestire un "riordino" che risponde solo all'obiettivo di contenimento della spesa nell'istruzione e che produrrà enormi danni nella formazione delle nuove generazioni.
Non solo, il Governo e il Ministero dell'Istruzione non hanno coinvolto in alcun modo nelle scelte da compiere il personale, gli studenti, i genitori e gli Enti Locali. Ovvero, coloro che quotidianamente assicurano il diritto allo studio in mezzo a mille difficoltà.
Sono questi ultimi che, riuniti in assemblea, hanno approvato all'unanimità il documento che pubblichiamo di seguito.
Roma, 13 marzo 2010
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L'Assemblea del personale degli istituti secondari di II grado di Firenze e Provincia, convocata dalle Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, CISL Scuola e GILDA l'8 marzo 2010 presso l'Istituto "Russell" di Scandicci, con la partecipazione dei rappresentanti della Regione e della Provincia e dei dirigenti scolastici,
PREMESSO
che una politica di investimenti nella conoscenza e nella qualificazione del sistema pubblico di istruzione è indispensabile per l'uscita dalla grave crisi economica ed occupazionale in cui versa il nostro Paese,
FORMULA UNA VALUTAZIONE NEGATIVA
sui Regolamenti approvati dal Consiglio dei Ministri il 4 febbraio 2010, in quanto:
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riconfermano il "riordino" degli istituti di istruzione superiori a partire dal prossimo 1 settembre, in assenza di un quadro normativo certo e definito, senza quindi le premesse necessarie per un avvio non caotico dell'intera complessa operazione;
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mancano di qualsiasi riferimento all'unitarietà del primo biennio del secondo ciclo, elemento strategico di qualsiasi vera riforma del sistema scolastico. L'abbandono culturale e organizzativo del biennio unitario è confermato dalla possibilità, prevista in altro provvedimento, di assolvere l'obbligo scolastico nell'apprendistato, a partire dal quindicesimo anno di età;
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prevedono una pesante riduzione dell'offerta formativa;
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riducono le ore di laboratorio, privilegiando un sapere astratto dal saper fare;
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sanciscono l'impoverimento della formazione culturale dei giovani, privandoli dell'apporto di discipline quali diritto, economia, geografia (cancellata o accorpata a storia);
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manomettono pesantemente – negli istituti tecnici e professionali - i quadri orari delle classi successive alla prima, negando il diritto degli studenti alla prosecuzione del progetto di studi già intrapreso;
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prevedono tagli solo sulla scuola statale mentre sono confermati i finanziamenti alle scuole private;
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ignorano completamente il tema dell'istruzione permanente, già debole nel nostro paese;
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rendono di fatto impossibile la reversibilità delle scelte degli studenti, favorendo la canalizzazione precoce dei giovani;
ESPRIME GRANDE PREOCCUPAZIONE IN QUANTO:
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le scuole saranno costrette a improvvisare i piani dell'offerta formativa;
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le Regioni e gli Enti Locali non saranno in grado di effettuare una programmazione territoriale;
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gli studenti saranno obbligati a scegliere un percorso determinante per il loro futuro formativo ed occupazionale in un quadro di improvvisazione, di provvisorietà e di confusione;
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tutto il personale docente e ATA dovrà affrontare diffuse situazioni di sovrannumerarietà e di instabilità, tenuto conto anche del rinvio della revisione delle classi di concorso;
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i lavoratori precari vedono allontanarsi perfino la prospettiva della conservazione della loro attuale situazione.
L'Assemblea, nel denunciare il rischio di un forte indebolimento della tenuta unitaria del sistema nazionale di istruzione a causa di probabili soluzioni differenziate territorialmente,
CHIEDE
al Governo di desistere dall'attuare il "riordino" nei tempi previsti, attivando una riflessione congiunta con le parti sociali per trovare soluzioni ragionevoli ai problemi evidenziati;
SI IMPEGNA
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a promuovere la convocazione nelle singole scuole di assemblee aperte a genitori e studenti;
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a chiedere la convocazione dei Collegi dei docenti per esaminare i problemi conseguenti all'applicazione del "riordino"rispetto all'offerta formativa esistente e alle richieste delle famiglie;
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a sollecitare il confronto con la Provincia, che si trova a dover gestire con tempi inadeguati l'offerta formativa delle scuole superiori, le confluenze e le nuove istituzioni;
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a riconvocarsi a fine aprile per concordare iniziative di protesta alla luce del quadro normativo determinato in quel momento.
(Il documento è stato approvato all'unanimità).