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Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

Le iniziative e i documenti delle Università di Verona, Roma Tor Vergata, Firenze, Padova, Roma La Sapienza, Perugia

17/10/2005
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Ateneo di Verona

SIT IN di protesta contro il DDL sullo stato giuridico della docenza universitaria
organizzato da docenti e studenti in concomitanza con il Senato Accademico organizzato per discutere e adottare la mozione della CRUI sul medesimo argomento.
Mercoledì 19 alle ore 8,30 davanti al Rettorato
Martedi 18 ore 14.00 presso il cortile della facoltà di lettere organizzato dagli studenti
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Università di Roma Tor Vergata

Il 13/10 è iniziata l'occupazione aperta della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali da parte degli studenti e dei ricercatori precari.
In occasione della seduta del Senato Accademico si è svolto un corteo di studenti, ricercatori, professori, precari e personale tecnico amministrativo che ha percorso le vie del quartiere per raggiungere il Rettorato, nel cui edificio era convocata la seduta del Senato Accademico; una delegazione del corteo ha chiesto di presenziare alla seduta e di intervenire; il Senato ha accolto la richiesta; dopo un'ampia discussione sul ddl Moratti e sulle sue implicazioni per il futuro dell'università, il Senato Accademico ha interrotto la propria seduta in segno di protesta contro i contenuti del ddl e il metodo con cui è stato approvato al Senato (si allega il comunicato).
Il 14 mattina si è effettuato un volantinaggio-megafonaggio al capolinea della linea A della metropolitana, in cui convergono i pendolari da e per Roma sud, tra cui molti studenti dell'Università di Tor Vergata (si allega il volantino); nel pomeriggio si è svolta un'affollata assemblea in un'aula occupata da studenti e precari nella Facoltà di Scienze, in cui sono intervenuti professori e ricercatori, in cui si è discusso sul ddl Moratti e sui suoi effetti e sul cosiddetto 3+2, registrando una valutazione concorde sull'inaccettabilità del ddl Moratti e sui pesanti limiti del 3+2.
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Dimissioni in blocco alla Facoltà di SMFN di Firenze

Il Preside e tutti i Presidenti di CCL della Facoltà di SMFN di Firenze oggi rassegano in blocco le dimissioni, come atto di estrema protesta contro il ddl governativo di riordino dello status giuridico della docenza.
13 ottobre 2005
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Facolta di Ingegneria FIRENZE

Il Consiglio della Facoltà di Ingegneria dell¹Università degli Studi di Firenze, riunitosi in Assemblea il 12/10/05, si associa al giudizio negativo espresso dal Consiglio di Amministrazione e dal Senato Accademico dell'Università di Firenze e al profondo "sconcerto" manifestato dalla CRUI per la procedura di approvazione al Senato del DDL sulla riforma dello stato giuridico della docenza universitaria, procedura che ha visto scavalcare la discussione e il voto della Commissione competente del Senato e che è culminata con il voto di fiducia del 29 settembre scorso.
Il Consiglio di Facoltà ribadisce inoltre le ragioni della protesta contro i contenuti del provvedimento, già espresse nella riunione di Consiglio straordinaria del 13/10/2004, e che stanno mobilitando l'intero mondo universitario ormai da molti mesi.
I membri del Consiglio di Facoltà chiedono pertanto che in segno di protesta, i massimi organi dell'Università di Firenze prendano posizioni forti contro questa approvazione coatta e che il Rettore si faccia portavoce presso la CRUI della necessità di dare un segnale durissimo contro il metodo adottato dal Ministro e contro i contenuti del testo di legge.
Mozione approvata all'unanimità
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Facolta di Ingegneria PADOVA

Mozione approvata il 12 ottobre 2005 all'unanimita' dall'Assemblea della Facolta' di Ingegneria (di Padova). La stessa mozione e' stata "fatta propria" anche dal Consiglio di Facolta' che si e' successivamente tenuto.
L'Assemblea della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Padova, riunitasi in data odierna, esprime la propria decisa contrarietà rispetto ai contenuti del DDL sulla riforma dello stato giuridico dei professori universitari recentemente approvato dal Senato, e stigmatizza indignata l’uso dello strumento del voto “di fiducia” allo scopo di evitare una discussione approfondita su una materia così strategica e rilevante.
Visto l’inizio, previsto per il prossimo 24 ottobre, della discussione sul DDL presso la Camera dei Deputati per la sua approvazione finale, che potrebbe ancora avvenire con voto “di fiducia”, l’Assemblea della Facoltà di Ingegneria ritiene cruciale manifestare, senza ulteriori indugi e in modo consono alla gravità del caso, una forma di dissenso che possa indurre il Governo ad aprire un confronto realmente efficace con le rappresentanze accademiche e a consentire in Parlamento un dibattito approfondito e costruttivo sul DDL.
A tal fine, l'Assemblea ritiene che tutte le componenti dell’Ateneo di Padova debbano, ai vari livelli, dare un forte, preciso, inequivocabile e definitivo segnale all’opinione pubblica che evidenzi come l’approvazione in tale forma del DDL minerebbe gravemente il futuro dell’università pubblica, inferendo un colpo letale allo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica nel nostro Paese e quindi, a lungo termine, alla sua stessa capacità di produrre l’innovazione competitiva indispensabile al mantenimento degli standard di benessere dell’intera collettività.
Pertanto, l'Assemblea invita il Magnifico Rettore e tutti gli Organi di Ateneo ad assumere un atteggiamento coerente con le dichiarazioni ufficiali rese su questo DDL nell’ultimo anno e mezzo, rassegnando immediatamente le proprie dimissioni e sollecitando iniziative analoghe presso gli altri atenei e a livello CRUI.
L’Assemblea dà infine mandato al Preside di inviare la presente mozione al Magnifico Rettore, alla CRUI, agli organi di stampa e agli interlocutori istituzionali.
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Facolta di Ingegneria ROMA 1

Roma, 14 Ottobre 2005
L'Assemblea degli studenti, ricercatori, professori, ricercatori precari della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma La Sapienza, riunitasi in data odierna, preso atto del testo del DDL sulla riforma dello stato giuridico dei professori universitari recentemente approvato dal Senato, esprime ferma contrarietà rispetto ai suoi contenuti.
In particolare, il nuovo testo non modifica l'impianto di base della riforma; si persevera nel non affermare la centralità della ricerca universitaria pubblica e la necessità di un suo idoneo sistema di finanziamento; contrariamente ai sistemi universitari più avanzati, non delinea in modo chiaro le modalità di ingresso dei giovani meritevoli in ruoli stabili nell'Università e persevera nell'affermare che la riforma proposta, come le precedenti, si possa attuare a costo zero.
Considerato l’inizio, previsto per il prossimo 24 ottobre, della discussione sul DDL presso la Camera dei Deputati per la sua approvazione finale, che potrebbe ancora avvenire con voto di fiducia, l’Assemblea della Facoltà di Ingegneria ritiene cruciale manifestare, senza ulteriori indugi e in modo consono alla gravità del caso, una forma di dissenso che possa indurre la classe dirigente ad aprire un confronto efficace con le rappresentanze accademiche e che consenta un dibattito parlamentare approfondito e costruttivo sul DDL.
A tal fine, l'Assemblea ritiene che tutte le componenti dell’Ateneo di Roma La Sapienza debbano, ai vari livelli, dare un forte, preciso, inequivocabile segnale all’opinione pubblica che evidenzi come l’approvazione in tale forma del DDL metta gravemente in discussione il futuro dell’università pubblica, da sempre patrimonio degli Italiani, facendo arretrare la ricerca scientifica e tecnologica nel nostro Paese e quindi, a lungo termine, la sua stessa capacità di produrre l’innovazione indispensabile al mantenimento degli standard di benessere dell’intera collettività. L'opinione pubblica deve essere informata dell'elevato livello della ricerca universitaria prodotta nel nostro paese nonchè dell'elevato livello formativo che viene fornito ai nostri laureati nonostante la scarsità di risorse destinate all'Università.
Si esprime decisa opposizione anche rispetto alle modalità affrettate con cui si persevera nell'affrontare, sul piano della formazione, il cruciale problema degli ordinamenti degli studi. L'Università italiana ed i suoi studenti hanno sopportato negli ultimi anni il peso di una riforma degli ordinamenti attuata a costo zero con conseguenti gravi difficoltà, sia per gli studenti sia per la classe docente in ruolo, pesantemente sottodimensionata. Le Università diventerebbero di fatto ingestibili sommando gli effetti di una riforma della docenza con quelli della riforma degli ordinamenti in corso di attuazione.
In forza di quanto detto, l'Assemblea invita il Magnifico Rettore e tutti gli Organi di Ateneo ad assumere un atteggiamento coerente con le dichiarazioni ufficiali rese su questo DDL nell’ultimo anno e mezzo, rassegnando immediatamente le proprie dimissioni e sollecitando iniziative analoghe presso gli altri atenei e, soprattutto, a livello della CRUI.
L’Assemblea dà infine mandato al Preside di inviare la presente mozione al Magnifico Rettore, alla CRUI, agli organi di stampa e agli interlocutori istituzionali.
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Università di Perugia

L'Assemblea dei docenti, ricercatori, ricercatori precari, dottorandi e studenti dell'Università di Perugia, riunitasi il 13 Ottobre presso l'Aula Magna del Rettorato, aderendo alla settimana di agitazione (10-15 ottobre) indetta dalle Organizzazioni Sindacali della docenza, rifiuta nel merito e nel metodo il DDL Moratti n. 3497
"Nuove disposizioni concernenti i professori e i ricercatori universitari e delega al Governo per il riordino del reclutamento dei professori universitari"
ritenendolo assolutamente inemendabile e pericoloso per l'intero sistema della Università pubblica.
In particolare:
- esprime una valutazione radicalmente negativa su modalità e procedure seguite nell'iter parlamentare relativo al DDL e ritiene inaccettabile la forzatura della prassi parlamentare, con il voto di fiducia imposto al Senato della Repubblica, su una tematica di tale importanza per il Paese;
- fa notare come nel testo il principio costituzionale di autonomia universitaria, già abbondantemente eroso negli anni più recenti, venga addirittura subordinato agli indirizzi fissati con decreto del Ministro dell'Istruzione (comma 1 dell'articolo unico);
- rileva come qualsiasi riferimento agli strumenti e alle procedure di valutazione del sistema universitario da parte di un'Agenzia indipendente risulti assente;
- giudica gravemente inadeguato il trattamento riservato agli attuali ricercatori, ai quali non si riconosce il ruolo di docenza e di ricerca svolto in questi anni e reputa offensiva l'attribuzione del titolo di "professore aggregato pro tempore";
- denuncia come gravissimo che per l'attuazione delle disposizioni di legge non sia previsto alcun onere per la finanza pubblica, nonostante che il nostro Paese sia tra quelli in Europa con il più basso investimento nella ricerca, e sia altresì gravemente carente per quanto riguarda il numero di ricercatori (circa la metà rispetto agli altri paesi europei);
- ritiene gravissima la precarizzazione del lavoro universitario, che svilisce la qualità della didattica e della ricerca e non favorisce l'auspicato e necessario ricambio generazionale, prevedendo per i giovani un periodo di precariato lungo e senza prospettive certe, che ne scoraggierà, di fatto, l'accesso al mondo della ricerca;
- critica che non si stabiliscano delle regole chiare, trasparenti e comparabili a livello internazionale per il reclutamento che, anzi, per alcuni contratti, potrà essere normato dalle singole Università secondo proprie procedure.
L'assemblea chiede perciò agli Organi collegiali e di governo dell'Ateneo di adottare efficaci e condivise azioni di protesta ed in particolare chiede che il Senato Accademico, nella sua prossima convocazione prevista per il 20 Ottobre, esprima con chiarezza la sua posizione relativamente al disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti di prossima discussione alla Camera.
Perugia, 13 Ottobre 2005