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A Pisa Scuole di eccellenza, ma non per i lavoratori in appalto

Studenti, dottorandi, assegnisti, personale tecnico-amministrativo e docenti chiedono tutele per i lavoratori esternalizzati.

19/07/2017
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I lavoratori dei servizi esternalizzati della Scuola Superiore Sant’Anna e della Scuola Normale Superiore di Pisa sono entrati in stato di agitazione sindacale da venerdì 14 luglio a seguito della mancata accoglienza da parte dei due Atenei delle loro richieste riguardanti il bando per il nuovo appalto. Nello specifico, i lavoratori chiedono l’impegno dei due Atenei a far confermare gli attuali lavoratori, senza peggiorare le loro condizioni contrattuali.

La normativa vigente permette alle ditte concorrenti alla gara di appalto di proporre condizioni di lavoro, per lo stesso servizio, anche peggiorative, quindi meno onerose per i committenti, ma assai più svantaggiose per i lavoratori, a meno che le Scuole al momento della formulazione del bando non specifichino che vogliono garantire gli attuali posti e condizioni di lavoro attraverso una clausola di salvaguardia cogente.

Da quanto leggiamo nella dichiarazione dello stato di agitazione, la richiesta dei lavoratori non è stata al momento accettata.

Sembra una richiesta di buon senso che due Scuole di eccellenza, senza alcun problema finanziario urgente, mantengano le condizioni di lavoro dei collaboratori. Perché le Scuole, quindi, non dovrebbero farlo?

Come membri della comunità accademica di Scuola Superiore Sant’Anna e Scuola Normale, come studenti, dottorandi, assegnisti, tecnici, amministrativi, ricercatori che quotidianamente ci avvaliamo della collaborazione di questi lavoratori ci sembra incomprensibile rivalersi sui dipendenti delle ditte esternalizzate per massimizzare il risparmio.

Non è attraverso l’umiliazione dei lavoratori che si risolvono i problemi dell’Università pubblica in Italia, ma andando nella direzione diametralmente opposta, ovvero ridando dignità al lavoro che viene svolto in queste aule, dalle portinerie ai laboratori.

Denunciamo quindi la nostra viva preoccupazione per l’atteggiamento che è stato manifestato nei confronti di questi lavoratori, e chiediamo uno sblocco della trattativa che porti alla tutela della dignità del lavoro all’interno delle nostre due Scuole.

Quali sarebbero i frutti di queste politiche di massimo risparmio nel medio termine? Oltre al danno di immagine, le nostre Scuole vedrebbero incrinarsi quei rapporti di reciproca fiducia, quel clima di serena collaborazione che le ha sempre caratterizzate. Sappiamo che non è la strada giusta verso cui indirizzare le nostre Scuole, così come tutto il sistema dell’Università e della Ricerca nel nostro paese.

Per questo chiediamo:

  • ai Rettori se non ritengano opportuno dare priorità alla questione inerente alle modalità con le quali si impiegano i collaboratori dei servizi esternalizzati, dato che non si può considerare meramente tecnico-legale una decisione che sarà d’indirizzo strategico per questi atenei come le politiche del lavoro;
  • agli organi democratici che rappresentano le Scuole, al Consiglio di Amministrazione della Scuola Superiore Sant’Anna e al Consiglio direttivo della Scuola Normale Superiore, di discutere dei termini del capitolato, e di indicare l’inserimento della clausola di salvaguardia cogente per tutelare posti e condizioni di lavoro.
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