Fuori dall'emergenza, il 25 novembre assemblea sull'università a Pisa

A cinque anni dalla grande mobilitazione del mondo accademico in opposizione alla riforma Gelmini, quello che emerge è un quadro con molte ombre. Il blocco del turn over ha portato ad una sensibile contrazione dell'offerta didattica, della sua qualità e della ricerca. Questa emergenza è parzialmente compensata dalle figure precarie, che hanno contratti sottopagati e discontinui.
Il tema dei finanziamenti rimane quanto mai attuale: la contribuzione studentesca sta diventando una voce sempre più preponderante nel bilancio degli atenei italiani. A farne le spese sono sempre più spesso i fuoricorso, al centro di politiche di espulsione dal mondo della formazione tramite aumenti della tassazione.

Il personale tecnico, amministrativo, bibliotecario è sempre più specializzato, ma la sua professionalità non è riconosciuta, anzi è ostacolata dalla burocratizzazione dei processi amministrativi. I Collaboratori linguistici vedono, a loro volta, misconosciuto il loro ruolo di importanti mediatori culturali. Anche tra il personale contrattualizzato il ricorso al precariato è una piaga costante.

Il corpo docente diminuisce in maniera stabile ogni anno e non riesce ad sopportare l'aumento della mole di lavoro e di burocratizzazione della valutazione.

Tutto il comparto soffre del pesante blocco contrattuale, al quale è stato sottoposto per anni, nel quale vanno però evidenziate le differenti emergenze salariali.

Punto fermo rimane il saper immaginare un diverso sistema formativo, che parta dal diritto allo studio, dal riconoscimento della professionalità, dalla lotta al precariato e dalla giusta retribuzione.
Dopo l'Assemblea nazionale dell'1 e 2 ottobre, continuiamo a discutere di università, non come voce di spesa  ma come strumento principe per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del paese.

Mercoledì 25 novembre 2015, ore 15 Aula Magna Palazzo Bianchi Monzon (Scienze Politiche), Via Serafini, 3 Pisa.