Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Umbria » Perugia » “Manifesto” per l’Università degli Studi di Perugia

“Manifesto” per l’Università degli Studi di Perugia

Documento a cura di UDU Perugia, FLC CGIL Perugia, ADI Perugia e ASUP.

08/03/2019
Decrease text size Increase  text size

Proposte per un “PATTO per un nuovo Ateneo della comunità, dei diritti e del lavoro”

FLC CGIL, ADI, UDU, ASUP auspicano che la ormai prossima scadenza elettorale per il rinnovo della carica di Rettore per il sessennio 2019-2025 costituisca l’occasione per un rilancio democratico e scientifico dell’Ateneo, del suo ruolo unitario nel sistema universitario regionale e nazionale.
Per affrontare le sfide locali, nazionali e globali, l’Ateneo necessita di riflettere su come intende svilupparsi nel corso dei prossimi vent’anni. Non è più pensabile che alla guida dell’Università vi possa essere una Governance che opera nella contingenza e dà risposte che, il più delle volte, sono di natura emergenziale, volte ad affrontare le problematiche generali senza una vera e propria programmazione. Le sfide che attendono l’Ateneo sono molteplici: il ruolo nel territorio, i rapporti con le istituzioni, il clima nazionale con la costante riduzione di spazio e risorse alle università, come operato nelle scelte politiche degli ultimi Governi, un’Europa e uno scenario internazionale in cui gli Atenei sono in continua evoluzione e tendono a sviluppare forme di collaborazione sempre più strette.
Di fronte a queste sfide serve necessariamente un progetto che comprenda una visione di Ateneo, un modello di Università che vada oltre il mandato di un Rettore e segni un netto cambio di passo. Servono investimenti, scelte strategiche e un chiaro modello di sviluppo dell’Ateneo. Per fare questo occorre una guida che abbia il coraggio di fare scelte politiche e che per ciò sia necessariamente una guida politica, nel senso più puro del termine, non legato a partiti ma che sappia prendere decisioni per la vita della comunità che è chiamato a rappresentare e guidare. Si deve uscire dalla logica del cambio di gestione fondato su accordi tra corporazioni accademiche e ritrovare le ragioni della coesione, dell’unità attorno a un progetto costituito dalle tante energie, risorse, eccellenze della nostra comunità scientifica e professionale.
Noi che rappresentiamo le categorie che compongono la comunità universitaria, realtà che vivono la quotidianità dell’Ateneo, per lo più non rappresentate negli organi dell’Ateneo e/o tenute ai margini nelle decisioni di questa Amministrazione, crediamo in un modello diverso di Università:
Crediamo in un’Università che sia COMUNITA’, in cui le scelte vengono prese coinvolgendo e ascoltando tutte le sue parti, concertando le decisioni che riguardano gli aspetti più importanti della vita dell’Ateneo e immaginando momenti istituzionalizzati di vero confronto e di dialettica tra Governance e comunità universitaria.
Crediamo in un’Università DEMOCRATICA, in cui tutte le categorie che compongono la comunità abbiano pari rappresentanza e pari dignità nei processi decisionali. Modificare lo Statuto e aprire alla rappresentanza, negli organi di governo, di dottorandi, ricercatori a tempo determinato, assegnisti di ricerca, specializzandi e personale tecnico amministrativo, bibliotecario e Cel, oltre a rendere centrali gli organi di rappresentanza studentesca, è una priorità non più rimandabile. Il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dovranno aprirsi alla rappresentanza di tutte le categorie.
Crediamo che l’Università debba guardare al FUTURO, divenendo traino e motore socio-culturale ed economico del territorio, recuperando il rapporto con le istituzioni locali e con gli altri istituti di alta formazione, programmando congiuntamente le scelte fondamentali per lo sviluppo del territorio e sottoscrivendo il protocollo attuativo del personale tecnico-amministrativo universitario in convenzione con le Aziende Ospedaliero/Universitarie di Perugia e Terni, insomma accordi di programma che possano favorire il rapporto Regione-Università.
Ma non basta, poiché l’Ateneo, per sua vocazione internazionale, deve diventare un punto di riferimento nazionale ed internazionale sul piano della ricerca, della didattica, dell’attrattività di studenti anche stranieri, della qualità del lavoro e dell’innovazione, oltre a potenziare la capacità di recepire ed utilizzare i fondi europei per il proprio miglioramento.
Crediamo che l’Università debba tutelare i DIRITTI: diritto alla stabilità del proprio posto di lavoro, diritto ad una didattica e una ricerca fatta da personale non precario, diritto ad una formazione di qualità, diritto ad una tassazione uniforme, equa e progressiva, diritto ad un’Università che eroghi servizi, diritto di tutti ad essere inclusi e ad avere pari opportunità. È necessaria una vera e reale programmazione del personale che permetta di superare la logica emergenziale e dia un più ampio respiro al personale e alle strutture con un modello organizzativo efficiente e partecipativo.
Questo è il nostro “PATTO” per ritrovare le ragioni di coesione e l’unità attorno a un progetto in cui crediamo davvero.
Un PATTO solidale e democratico tra le componenti della comunità universitaria: personale docente e ricercatore, dottorandi, specializzandi, personale tecnico amministrativo, bibliotecario, sociosanitario, Cel, personale precario e studenti.
Un PATTO per realizzare strategie in un vero rinnovato progetto del nostro Ateneo e del nostro Territorio.

UDU PERUGIA - FLC PERUGIA - ADI PERUGIA - ASUP