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"La Buona Scuola" o "La Scuola Giusta"? Se ne è discusso a Terni

Il documento conclusivo del seminario del 7 novembre.

17/11/2014
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Pubblichiamo di seguito il documento conclusivo scritto dai Dirigenti, Docenti e Ata che hanno partecipato al seminario “La buona scuola” del Governo e la "scuola giusta della FLC CGIL", proposte a confronto che si è tenuto 7 novembre scorso in un istituto professionale di Terni.
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Il 7 novembre 2014 alla conclusione del seminario : “La buona scuola” del Governo e la "scuola giusta della FLC CGIL": proposte a confronto, che ha avuto luogo presso l’Istituto Professionale “A. Casagrande di Terni” , P.le Bosco 3, i Dirigenti, i Docenti e gli Ata che hanno partecipato:

Contestano:

  • al Governo la modalità di confronto con gli operatori della scuola, realizzata con una consultazione online all’interno dello schema rigido di un questionario con quesiti guidati e mirati all’approvazione del Piano, oppure con la compilazione di un commento breve di non più di mille caratteri su tre argomenti predefiniti. Contestano una consultazione avvenuta attraverso veloci incontri sul territorio con prenotazione degli interventi e quindi senza possibilità di replica.

Propongono:

  • un confronto serio con gli operatori della scuola: Dirigenti, Docenti e Ata, tramite serie consultazioni da una parte con i sindacati della scuola, le associazioni professionali, quelle dei genitori, delle persone con disabilità, le diverse associazioni del mondo economico (dalla confindustria alla Coldiretti), dall’altra richiedendo ai collegi docenti, ai consigli d’istituto, alle consulte degli studenti di produrre documenti di analisi critica del Piano proposto dal Governo. Solo così si costruisce un piano per una scuola in grado di rispondere e risolvere le forti problematiche causate dai mutamenti economici e sociali del nostro tempo. Ci vuole troppo per fare questo? Noi crediamo di no, al massimo un anno che è poco rispetto a una sfida fondamentale per il futuro della società Italiana. Ricordiamo tutti i vent’anni buttati via con pseudo riforme della scuola mirate solo ad abbassare i costi, senza preoccuparsi della crescita formativa e educativa di una intera generazione?
  • due nuclei fondanti ed irrinunciabili: 1. la scuola pubblica è condizione di equità sociale, nella scuola pubblica il merito è garantire il successo di ciascuno, rimuovendo ostacoli di qualsiasi natura che possono compromettere la promozione delle persona. La scuola pubblica capace di costruire società eque e solidali è la scuola delle comunità di pratiche professionali, del lavoro cooperativo e della collegialità. 2. per realizzare la scuola per tutti e per ciascuno gli operatori della scuola sono pronti a mettersi in gioco ripartendo dalle tante esperienze positive realizzate. Per questo è necessario aprire una seria e rigorosa fase di confronto e aggiornare il contratto nazionale dei lavoratori della scuola. Solo dentro il contratto nazionale si può modificare lo stato giuridico del personale della scuola.

Rispondono:

SI all’assunzione dei 148.000 precari delle Graduatorie ad Esaurimento e dei vincitori dell’ultimo concorso.
NO al blocco del rinnovo del contratto degli operatori della scuola. No al blocco degli scatti di anzianità come sistema fondamentale di progressione di carriera.
SI all’organico funzionale per aumentare il tempo scuola e sostenere l’ampliamento dell’offerta formativa, l’interconnessione di saperi, la lotta alla dispersione scolastica, ecc.); Sì ad un organico funzionale come polmone che deve garantire all’autonomia scolastica di respirare funzionalmente.
NO ad un organico funzionale tappabuchi per le supplenze temporanee lunghe o corte dei docenti assenti. Per sostituire assenze brevi si possono utilizzare ore aggiuntive dei docenti del consiglio di classe e/o della scuola da pagare adeguatamente. Per le supplenze lunghe superiori a tre giorni è necessario attingere personale dalle graduatorie d’istituto.
SI alla valorizzazione degli operatori della scuola con il ripristino degli scatti di anzianità e di “possibili accelerazioni economiche” a cui tutti possono accedere senza limiti di percentuale e con l’incoraggiamento della dirigenza e del collegio docenti, che valorizzino tre aspetti dell’impegno professionale del docente: 1. la specificità del contesto lavorativo in cui insegna, 2. il particolare impegno aggiuntivo nel lavoro d’aula se connotato da innovazione e ricerca didatticaeducativa, 3. l’impegno aggiuntivo nelle attività di tipo organizzativo e gestionale funzionale alle esigenze delle singole scuole.
NO agli scatti di competenza con il riconoscimento dei crediti formativi e professionali soggetti al limite della percentuale del 66% e soppressione degli scatti di anzianità. No ai docenti meritevoli ed a quelli svogliati. No al registro nazionale dei docenti della scuola inteso come strumento per individuare personale che dovrebbe meglio rispondere al piano di miglioramento e alle esigenze delle singole scuole e che invece determinerà confusione, complicazioni amministrative e porterà a dirigenti che sceglieranno i docenti.
SI al rafforzamento dell’offerta formativa con il potenziamento di alcune discipline: lingue europee, musica, storia dell’arte, geografia, economia, educazione civica, educazione fisica, ma come strumenti per la costruzione di curricoli di scuola volti alla promozione delle competenze, che essenzializzano i saperi e danno spazio ai laboratori, all’apprendimento cooperativo e per scoperta, collegando la scuola alla realtà dei ragazzi
NO alle discipline aggiuntive con appesantimento dello studio ed un’ idea di scuola che vede da un lato la tradizionale trasmissione di conoscenze disciplinari ed in aggiunta attività integrative che non tengono conto di un progetto educativo unitario
SI alla valorizzazione di carriera degli ATA sia con le posizioni economiche che con la revisione dei profili e delle aree gia previste nel Ccnl del 2007 ma mai attivate
NO al ridimensionamento dell’organico del personale Ata, che svolge un ruolo insopprimibile nella costruzione della scuola dell’autonomia
SI ad una digitalizzazione della scuola che può liberare tempo di lavoro ed energie da dedicare al miglioramento della gestione dei processi funzionali all’educazione. Sì alla promozione delle competenze digitali finalizzate ad un miglioramento dell’apprendimento, all’ampliamento del “sapere” di ogni studente ed alla promozione di cooperazione e conoscenze intersoggettive .
SI all’estensione degli organici degli assistenti tecnici per assicurare alle scuole l’efficiente e continuativo funzionamento delle strumentazioni informatiche.
NO al dirigente manager e ad una scuola pensata come azienda che si trasforma in fondazione o Ente con autonomia patrimoniale. No alle scuole di serie A e di serie B.
SI ad un dirigente leader educativo che promuova la condivisione tra gli operatori della scuola, la concertazione e il confronto sulle buone pratiche.
SI ad una scuola statale della Repubblica che riceve dallo Stato le risorse umane e i mezzi finanziari e strumentali in grado di garantire il diritto allo studio. Confermare il sistema delle scuole come sistema delle Autonomie della Repubblica funzionali al Bene Comune. Sì al finanziamento del MOF almeno con le cifre di tre anni fa.
SI ad un sistema di valutazione in chiave autovalutativa legato all’autonomia della scuola, come strumento per focalizzare i punti forza e di debolezza, che parte dall’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, completamente svincolato dal sistema dei processi di valorizzazione del personale.
NO ad un sistema di valutazione nazionale che classifica scuole e docenti e poi assegna le risorse finanziare. No ancora una volta alle scuole di serie A e di serie B.

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

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