Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Veneto » Padova » Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

Stato giuridico dei docenti: la protesta delle Università

I documenti di Padova, Pisa e Siena

30/09/2005
Decrease text size Increase  text size

DOCUMENTO DEL SENATO ACCADEMICO DELL'UNIVERSITA' DI PADOVA (27 settembre 2005)

Il Senato Accademico dell’Università di Padova

riunito il giorno 27 settembre, fa proprio il documento della CRUI del 22 settembre u.s., in merito alla grave decisione di troncare la discussione nella competente commissione parlamentare e di portare direttamente in aula del Senato della Repubblica il provvedimento sullo stato giuridico ed il reclutamento dei docenti, senza che sia stato definito un testo a seguito del dibattito avviato in luglio in VII Commissione;

ribadisce il proprio giudizio fortemente e motivatamente critico sul testo presentato dal Ministro in Commissione, che non risolve affatto i problemi che intendeva affrontare ma, al contrario, si configura oggettivamente come carico di conseguenze negative per gli Atenei del Paese;

esprime il proprio sconcerto e la propria preoccupazione nel constatare che nessun riferimento alla ricerca come primario diritto-dovere dei docenti universitari è presente nel testo, quasi si sottintendesse che il “luogo” della ricerca in Italia sia da definirsi al di fuori delle Università, per le quali sempre di meno si stanzia nei bilanci dello Stato, affinché tale diritto-dovere possa essere effettivamente esercitato;

osserva come il provvedimento istituzionalizzi il precariato risolvendo nel peggiore dei modi il nodo del reclutamento dei giovani, che saranno sempre più incentivati ad abbandonare gli Atenei da una previsione normativa che non offre loro condizioni neppure lontanamente paragonabili a quelle che possono trovare nella maggior parte degli altri Paesi avanzati, nel momento stesso in cui non vengono prefigurandosi per loro opportunità di assunzione in modo stabile se non dopo un lungo periodo di precariato, in un Paese, come il nostro, connotato da un mercato del lavoro intellettuale particolarmente rigido; in aggiunta, appare evidente nel testo una volontà di mortificare i ricercatori universitari in servizio, senza un adeguato riconoscimento delle funzioni svolte in questi anni attraverso l’istituzione di un terzo livello di docenza di ruolo, necessario altresì per dare ai giovani una reale prospettiva;

sottolinea peraltro l’urgenza di una riforma dell’attuale normativa
concorsuale, che potrebbe andare positivamente definendosi secondo le linee proposte dal testo governativo, ma a condizione che sia effettivamente realizzato un sistema nazionale di valutazione degli Atenei attraverso l’istituzione di un’agenzia indipendente che assicuri terzietà ed imparzialità di giudizio; così come urgente si configura l’esigenza di dare una soluzione soddisfacente al nodo della distinzione tra procedure per il reclutamento e regole per le progressioni di carriera dei docenti già in servizio;

ritiene inaccettabile che il provvedimento contenga una esplicita previsione normativa che esclude ogni onere aggiuntivo sul bilancio dello Stato derivante dal provvedimento stesso, dichiarando paradossale ed insensato che tale previsione sia inserita in un provvedimento che il DPEF strettamente ma contraddittoriamente collega con l’obiettivo dichiarato della volontà di realizzare il rilancio dell’università italiana per la quale si riconosce l’esigenza di un “salto di qualità”;

considera imprescindibile che su una così rilevante riforma strutturale del sistema universitario si rinunci ad inaccettabili forzature e si raggiunga il necessario livello di condivisione tra le forze parlamentari e negli Atenei;

dichiara all’opinione pubblica di non essere in grado di garantire, nella situazione così venutasi a creare, il regolare avvio dell’anno accademico;

dà mandato al Rettore di definire, in collegamento con la CRUI, forme di risposta e di protesta adeguate alla gravità della situazione, non escludendo tra queste l’autosospensione degli organi collegiali.
================

DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA DELL'UNIVERSITA' DI PADOVA (27 settembre 2005)

L'Assemblea dei docenti (strutturati e non strutturati) dell'Universita' di Padova, tenutasi al Bo' il 27 settembre 2005, in concomitanza con l'inizio della votazione del DDL-Moratti sullo stato giuridico nell'aula delSenato, si dichiara totalmente contraria ai contenuti del DDL stesso e alla procedura formale attuata in Parlamento, con cui il governo sta tentando di imporre il proprio testo di legge, applicando in modo quantomeno inusitato e opinabile il regolamento del senato.

Il testo, se approvato, porterà alla distruzione dell'Università pubblica italiana, con un'estrema precarizzazione dell'attività universitaria che creerà danni pressoché irreversibili per la ricerca,
allontanando i giovani e abbassando il livello dell'impegno didattico.
Inoltre, i concorsi per la docenza diversificati da sede a sede sgretoleranno il sistema nazionale universitario per darlo in mano ancora una volta ai potentati locali e nazionali.

In questa situazione l'Assemblea di Padova chiede il ritiro del DDL e una presa di posizione di totale dissenso, nel merito e nel metodo, sia agli organismi nazionali che a quelli locali dell'Università di Padova, arrivando anche a forme di lotta come il blocco dell'inizio dell' anno accademico e le dimissioni o l'autosospensione degli organismi collegiali.
================

DOCUMENTO DELL'ASSEMBLEA DELL'UNIVERSITA' DI PISA (27 settembre 2005)

L'assemblea dei docenti dell'Università di Pisa, riunitasi in Rettorato il giorno 27 settembre 2005

- ribadisce l'assoluta contrarietà al DDL Moratti, che nell'attuale fase della legislatura avrebbe solo un effetto distruttivo sull'Università pubblica

- esprime sconcerto per le modalità irrituali con cui è stata troncata la discussione in Commissione Cultura, senza tenere in alcun conto i ripetuti pareri negativi espressi sia dagli organi accademici della stragrande maggioranza degli Atenei italiani, dalla CRUI e dal CUN, sia dal personale docente universitario e dalle OO.SS. e associazioni della docenza universitaria

- Invita il Magnifico Rettore a farsi promotore presso la CRUI di azioni molto incisive, comprese le dimissioni collettive dei Rettori degli Atenei italiani

Invita i colleghi pisani a partecipare alla manifestazione indetta a Roma per il giorno 28 settembre 2005, di fronte alla Sede del Senato, dalle OO.SS. e associazioni della docenza universitaria, aderenti all'intersindacale unitaria nazionale.

Mozione votata all'unanimità dal CdA dell'Università di Siena

Il Consiglio di Amministrazione dell'Università di Siena, riunitosi nella seduta del 26 settembre 2005, giudica gravissima la decisione del Senato della Repubblica di porre immediatamente in discussione e in votazione in aula il DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari, scavalcando la discussione e il voto della Commissione Istruzione.

Tale decisione si configura come una vera e propria forzatura contro le Università che in modo pressoché unanime e a più riprese si sono espresse in termini fortemente critici nei confronti del DDL stesso, giudicato inadeguato e dannoso per il rilancio della ricerca e della competitività scientifico-tecnologica del sistema Italia.

Il Consiglio evidenzia con rammarico la gravità di una simile risposta anche e soprattutto dopo i richiami al dialogo e le proposte costruttive espresse dal Presidente della CRUI in occasione della relazione sullo stato delle Università Italiane, tenutasi il 20 settembre 2005.

Il Consiglio prende atto che la CRUI, il CUN, le Associazioni e i Sindacati di Categoria, e numerosi Organi Istituzionali e Assemblee a livello locale hanno nuovamente espresso nei giorni scorsi il proprio sconcerto e la propria ferma opposizione al Disegno di Legge e a questa opposizione unisce la propria voce in forma chiara ed inequivoca.