Emergenza COVID-19: il fine settimana in provincia di Vicenza
Comunicato stampa della FLC CGIL Vicenza.
A cura della FLC CGIL Vicenza
In provincia di Vicenza, come nel resto del paese, è stato un fine settimana da incubo!
Il personale della scuola è entrato in tilt per le notizie che circolavano sui social in merito alle restrizioni introdotte dall’ultimo Decreto Legge del 13 marzo 2021 n. 30 firmato dal Presidente della Repubblica recante “Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena”. (21G00040) (GU n.62 del 13 marzo 2021)
Vicenza e la Regione Veneto, da lunedì 15 marzo diventerà zona Rossa, quindi sarà soggetta a tutte le limitazioni previste per le zone Rosse dal nuovo Decreto Legge.
La notizia, sebbene circolasse da tempo, è giunta nel fine settimana e ha trovato tutto il personale della scuola disorientato per la mancanza di comunicazioni chiare e tempestive da parte del Governo e conseguentemente dell’amministrazione centrale e periferica.
Pertanto, nel breve volgere di una mattinata si è passati da riunioni in videoconferenza convocate d’urgenza, a circolari e comunicati contenenti disposizioni operative nei confronti di tutto il personale della scuola a partire da lunedì 15 marzo 2021.
Il tutto è avvenuto nell’assoluta autonomia e discrezionalità di molti dirigenti scolastici che schiacciati dal peso e dalla responsabilità delle decisioni da prendere in meno di 36 ore hanno dovuto riorganizzare i servizi e l’offerta formativa in modo da ottemperare alle nuove disposizioni di Legge.
Quello che è successo ancora una volta dimostra il grande senso di responsabilità del mondo della scuola nella sua totalità e di una mancanza di sensibilità della politica nei confronti del mondo dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Altro che centralità della Scuola, come si vorrebbe far credere!
Non è pensabile né ipotizzabile che in uno scenario come quello attuale di Emergenza Pandemica, la scuola debba essere connessa, nonostante il diritto alla disconnessione, e possa riorganizzare le proprie attività il sabato pomeriggio e la domenica mattina, senza pensare che il mondo della scuola sia fatto da lavoratori che sono anche genitori di figli minori.
Le domande più frequenti nel fine settimana sono state: “da lunedì dove lasceremo i nostri figli?”.
Dal momento che il nuovo Decreto prevede la DAD per tutti gli ordini di scuola, fatta eccezione per le attività laboratoriali da svolgere in presenza e quelle destinate ai disabili e ai BES.
Il mondo della scuola nonostante il disorientamento si è attivato con grande spirito di sacrificio e con responsabilità per trovare le soluzioni organizzative per garantire il diritto all’istruzione di centinaia di Studenti ma la confusione e il mancato coordinamento tra ordinanze, note del ministero dell’Istruzione e lacune, arrivate in modo tardivo e fuori tempo massimo, hanno posto il personale della scuola, e non solo della scuola, in grosse difficoltà in materia di congedi parentali per tutti quei lavoratori che da lunedì dovranno lasciare a casa i figli piccoli o adolescenti.
“La nota della Regione è arrivata sabato 13 marzo, ma non poteva arrivare prima, ovviamente.
Ma resta il fatto che il provvedimento di chiusura delle scuole, intempestivo, non ha tenuto conto né tiene conto di quegli studenti figli di lavoratori che da lunedì 15 rimarranno da soli e incustoditi.
Il problema dei genitori/lavoratori in difficoltà è tale da investire non solo il mondo della scuola ma tutti i lavoratori, quindi è tale da dover indurre la politica a fare una riflessione ulteriore circa la stretta correlazione tra la necessità di lavorare e la necessità di gestire i figli/studenti.
La pandemia ci ha colti di sorpresa e ci ha dimostrato ancora oggi quali siano i limiti tra scienza e conoscenza e la Scuola in questo riveste un ruolo centrale per il sistema paese.
Auspico che la politica ritorni a svolgere il proprio ruolo con consapevolezza e senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e della nuove generazioni, assumendosi la responsabilità di fronte alla storia e al futuro del nostro Paese.