Anche in Francia si attacca la ricerca pubblica
Il Presidente del CNRS ha rassegnato le dimissioni
Apprendiamo che il Presidente del CNRS, il più prestigioso ente di ricerca francese, ha annunciato le sue dimissioni in contrasto con quanto il Governo di quel paese si sta apprestando a decidere riformando ente in un modo fortemente e lungamente osteggiato dai ricercatori.
Le motivazioni delle dimissioni, che riportiamo nell’allegato comunicato del Sindacato francese, sono a nostro parere interessanti, perché molte delle denunzie lì riportate sono molto simili a quanto più volte abbiamo contestato come FLC sulla situazione italiana. In particolare l’attacco all’autonomia ci sembra indicare che anche in Francia non si comprende che la ricerca, elemento indispensabile per lo sviluppo globale di un paese, non può produrre risultati significativi se non è condotta in un contesto di reale valorizzazione dell’autonomia degli enti, dei gruppi e dei singoli e che l’unico equilibrio tra l’esigenza di utilizzare bene le risorse pubbliche e la libertà di proporre e produrre ricerche può ritrovarsi in un serio sistema di valutazione. Accanto all’attacco all’autonomia si sta cercando di precarizzare il personale di ricerca, tra l’altro ponendosi in contrasto con la Raccomandazione della Commissione Europea sulla figura dei ricercatori, e anche questo sembra avvicinare la Francia a quanto di negativo in Italia è già successo.
Siamo fiduciosi che gli amici francesi, che si sono battuti in passato con grande compattezza contro le scelte di smantellamento della ricerca pubblica sapranno vincere questa battaglia. Sappiamo anche che in molti casi il governo francese ha saputo scegliere la strada delle riforme costruite attraverso il difficile percorso del confronto e della condivisione e speriamo che anche in questo caso sappia compiere le scelte migliori.
Per il nostro Paese il percorso è ben più arduo e tutto da costruire.
Roma, 13 gennaio 2006