APAT: politiche ambientali inadeguate ed incapacità di direzione. Niente autonomia nella ricerca ambientale
L’Ente, istituito con il Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 è ancora ben lontano dall’essere un’entità omogenea, essendo semplicemente la sommatoria sia del personale sia dei compiti degli organismi chiamati a confluire nel nuovo soggetto, l’ANPA e i STN (Servizi Tecnici Nazionali)
L'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici (APAT) è stata formalmente istituita oltre cinque anni or sono (dlgs 30 luglio 1999, n. 300) ma ancora oggi è ben lontana dall'essere un'entità omogenea, essendo semplicemente la sommatoria sia del personale sia dei compiti degli organismi chiamati a confluire nel nuovo soggetto, l'ANPA e i STN (Servizi Tecnici Nazionali) istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Politiche ambientali del Governo del tutto inadeguate unite ad incapacità della Direzione APAT di proporre una seria strategia programmatica, di perseguire la omogeneità contrattuale di tutto il personale nell'ambito del "comparto ricerca" e, soprattutto, di rivendicare qualsiasi forma di autonomia dal Ministero dell'Ambiente sono le principali cause della condizione di precarietà in cui è stata ridotta l'APAT.
Proprio di recente, una Direttiva emanata dal Ministro Matteoli ha evidenziato, a giudizio univoco delle OO.SS., come l'APAT sia ormai subalterna ai voleri della burocrazia del Ministero: i suoi contenuti infatti sminuiscono il ruolo tenico-scientifico dell'Agenzia ed entrano indebitamente e pesantemente nel campo dell'organizzazione del lavoro. Le OO.SS., condividendo il giudizio allarmato dei lavoratori, hanno immediatamente chiesto un incontro urgente al Ministro, per ottenere il quale si è dovuto attendere più di un mese e ricorrere anche a sollecitazioni con interrogazioni parlamentari. Il 5 luglio u.s. FLC Cgil, CISL-FIR, UILPA-UR e CIDA ANPRI sono state finalmente convocate dal Ministero dell'Ambiente alla presenza anche del Direttore dell'APAT.
Nel corso dell'incontro il Ministro si è detto disponibile, per far cadere quelle che a suo dire erano semplicemente "cattive interpretazioni" o "fraintendimenti", a riesaminare sia la Direttiva che il Decreto sulle Norme di Organizzazione (DG 124/2005), nel frattempo emanato dal Direttore APAT in ottemperanza al contenuto della Direttiva stessa, ed ha assunto personalmente l'impegno di riconvocare, sulla base di un documento scritto dei Sindacati, le OO.SS.
Nonostante ciò, la Direzione APAT persevera nel procedere alla formalizzazione della nuova struttura che, come documentato dai Sindacati nelle osservazioni inviate al Ministro, non risolve ma semmai aggrava le difficoltà organizzative dell'APAT e per di più intende bandire un concorso per 25 posizioni dirigenziali regolate dal contratto della dirigenza del pubblico impiego, per il quale ha presentato alle OO.SS. un apposito regolamento di assunzione. Se andasse in porto l'iniziativa, in APAT il contratto di comparto sarebbe minato alla radice in quanto verrebbe svuotato completamente il ruolo dei tecnologi, che non avrebbero la possibilità di dirigere strutture di rilievo e risulterebbero comunque subordinati ai due livelli dirigenziali di I e II fascia: la distanza tra l'APAT e le istituzioni di ricerca del comparto EPR. aumenterebbe in misura inaccettabile!
Ma, fatto ancor più grave, l'effetto di congelare per anni i ruoli direttivi dell'agenzia renderà estremamente difficile qualsiasi ipotesi di revisione dello Statuto APAT (sempre aspramente criticato dalle OOSS) che giustifica, in quanto la prevede, una struttura dirigenziale sovraordinata al ruolo dei ricercatori/tecnologi.
Questo tentativo va assolutamente respinto e sarà uno degli argomenti di discussione con il Ministro, al quale le Segreterie Nazionali di categoria hanno recentemente sollecitato l'incontro che, more solito, tarda a venire.
Nell'attesa, l'APAT deve sospendere ogni iniziativa che formalizzi le norme di organizzazione e quindi anche le procedure per l'assegnazione degli incarichi dirigenziali. A questo riguardo, è bene ricordare che questa Direzione ha operato nelle precedenti operazioni di assegnazione delle posizioni dirigenziali in totale assenza di trasparenza e con il ricorso allo "spoil system" che, in spregio di qualsiasi valutazione legata alla professionalità, ha portato all'assegnazione di ben 16 incarichi di studio ad altrettanti dirigenti di II fascia fino ad allora operativi.
Infine, è necessario che il Ministro Matteoli assuma la responsabilità di trovare una modalità, diversa dal passaggio parlamentare abortito nello scorso luglio, che concluda con soddisfazione l'inquadramento del personale ex STN evitando l'ipotesi, fortemente penalizzante per i lavoratori interessati, che l'operazione si perfezioni all'ARAN in sede di rinnovo contrattuale.
Roma, 23 settembre 2005