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CNR: comunità scientifica sia chiamata a partecipare attivamente alle scelte strategiche dell'Ente

Quando i ricercatori e le ricercatrici del CNR saranno chiamati a contribuire alla definizione della programmazione e delle strategie per il futuro?

21/10/2011
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A circa due mesi dall'insediamento del nuovo Presidente, prof. Profumo, nel CNR la partecipazione attiva della comunità scientifica garantita dall'art. 33 della Costituzione, sancita dalla Carta Europea dei Ricercatori e richiamata sia dalla L. 165/07 che dal DLgs 213/2009, resta un miraggio!

Infatti, corre voce che il Presidente stia costituendo un gruppo di lavoro per l'elaborazione delle linee guida del Documento di Visione Strategica Decennale (DVSD) del CNR. Documento previsto dal DLgs 213 del 2009 e dall'art. 18 dello Statuto dell'Ente.

Dopo la triste e non ancora conclusa vicenda dello Statuto, dopo le decisioni prese in merito alla Governance dei progetti Bandiera, delegata prioritariamente a figure esterne, non vorremmo che, nelle more della predisposizione del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento, anche la definizione delle linee guida per il Documento di Visione Strategica Decennale del CNR fosse demandata a una comunità scientifica completamente esterna all'Ente.

In particolare, non vorremmo scoprire solo a cose fatte che la stragrande maggioranza degli esperti presenti in questo gruppo non appartenga al CNR, come non comprenderemmo scelte che coinvolgano coloro che in questi ultimi anni hanno contribuito a mortificare le competenze interne all'Ente, con un operato poco trasparente e poco partecipato, ovvero chi è stato protagonista della stesura del nostro impresentabile Statuto. Apprezzeremmo, invece, il valore aggiunto dato alla elaborazione del DVSD con la presenza di qualificati rappresentanti di Istituzioni internazionali o parte della comunità scientifica europea con cui il CNR costantemente collabora. Ci attendiamo che finalmente anche nel CNR possa realizzarsi quanto accade a livello europeo, dove la programmazione negli Enti di Ricerca nasce da un equilibrato processo top-down e bottom-up.

Auspichiamo quindi, che le voci correnti siano infondate e che la nomina del gruppo di lavoro non sia l'ennesima occasione per delegittimare e umiliare il personale.

Il nuovo Presidente durante l'incontro con il personale dello scorso mese ha preso atto, tra l'altro, del valore e delle capacità di questo Ente, tali da far ottenere il 40% delle risorse a bilancio da fonti alternative rispetto al fondo ordinario MIUR. Una quota da lui stesso giudicata ammirevole. Ha poi sollecitato il personale ad avere l'orgoglio dell'appartenenza al maggior Ente di ricerca italiano.

Gli chiediamo, ora, che sia lui il primo a riconoscere i nostri motivi di orgoglio e di avviare una serena e fattiva discussione sui Regolamenti che l'Ente dovrà predisporre. Regolamenti che al loro interno, tra l'altro, dovranno prevedere le modalità di programmazione, onde evitare di trovarci, di nuovo, di fronte a improvvise modifiche stralcio che, con modalità simili ai condoni, sanino situazioni di dubbia legittimità o ratifichino scelte discutibili ed etero dirette.

Come da più parti viene ripetuto, oggi si chiede alla ricerca di assumere una responsabilità ancora maggiore verso il Paese, e la si sottoporrà a una serrata valutazione gestionale e scientifica. Ovviamente questo deve riguardare anche la conduzione e la direzione della ricerca stessa che deve essere trasparente, innovativa e democraticamente partecipata. Un esempio positivo di cui il Paese ha bisogno.

Su questo terreno è sempre stato forte l'impegno della FLC CGIL, e su questo terreno speriamo di poter quanto prima incontrare e confrontarci con i vertici dell'Ente.

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