CNR: progressioni di livello, l’odissea continua
La Funzione Pubblica ha richiamato il CNR ad una corretta applicazione dell’istituto contrattuale.
Nei giorni scorsi, il MEF e il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno inviato al CNR i loro rilievi relativamente all’Ipotesi di Accordo, inerente l’applicazione delle progressioni secondo l’articolo 54 (progressioni di livello nei profili) del CCNL 1998-2001, per il personale dei livelli IV-VIII. La Funzione Pubblica ha richiamato il CNR ad una corretta applicazione dell’istituto contrattuale. In particolare nella nota: “si precisa che, per le figure di funzionario di amministrazione, collaboratore di amministrazione e CTER, il criterio della verifica dell’attività professionale svolta non può avere una graduazione inferiore al 45% (art. 54 disciplina contrattuale). Pertanto, i criteri di selettività per i suddetti profili professionali dovranno essere rimodulati nei termini indicati”.
L’Amministrazione a fronte dei rilievi, dovendo recepire le osservazioni, si è impegnata ad emanare, a breve, una rettifica al Bando 364.259 rimodulando la distribuzione dei criteri, così come sono normati dall’articolo 54 del CCNL 1998-2001.
Si aggiunge perciò un altro capitolo alla martoriata storia dell’applicazione di questa norma, che nel 2016 ha raggiunto l’apice con la proposta di una modalità contrattuale alquanto creativa.
Un po’ di storia
Nel 2016 il Presidente Inguscio, per trattare il tema con le OO.SS., aveva delegato il prof. Tommaso Edoardo Frosini, componente del CdA CNR e professore ordinario di Diritto Pubblico Comparato e di Diritto Costituzionale all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il professore, nel corso di una delle tante riunioni, ha proposto la riparametrazione dei criteri previsti dall’art. 54 del CCNL 1998/01, instaurando così, dopo quella economica di tremontiana memoria, la contrattazione creativa.
La FLC CGIL ha con forza contestato tale proposta, considerato che i CCNL, aventi valore normativo, devono essere rispettati e applicati correttamente dalle Parti Sociali. La FLC CGIL, non siglò l’accordo con l’Amministrazione, che tuttavia fu sottoscritto da una sola O.S. (ns comunicato 9 giugno 2016) e per mesi subì attacchi come responsabile dei ritardi dell’applicazione dell’istituto contrattuale. Nonostante persistesse la violazione del CCNL, la firma fu apposta solo quando, verificato l’irrigidimento dell’Amministrazione supportata dalla irragionevole fermezza della sola O.S. firmataria, si riuscì ad ottenere almeno un sostanzioso incremento dei posti da bandire.
Da oggi un CNR creativo
Auspichiamo oggi che la scellerata ostinazione di ieri non comporti ulteriori ritardi e che i lavori delle commissioni, che hanno già iniziato ad esaminare i curricula, possano terminare entro il 2017. Se ciò non dovesse accadere, la responsabilità sarà di chi ha in modo creativo ha avanzato e sottoscritto tale proposta.
Ciò che però ci preoccupa è che, dal resoconto della riunione del CdA di ieri, apprendiamo della nomina del prof. Frosini a vicepresidente del CNR, un ruolo di ancor maggior rilevanza nella vita dell’Ente. Ci auguriamo che questa storia serva almeno come monito, per tenere a bada le sue velleità creative. Auspichiamo che la creatività del professore, da oggi vicepresidente del CNR, non concorra ad assumere decisioni non contemperate da norme e leggi, che si ripercuotono negativamente sul personale, il vero motore dell’Ente.