CNR: quando l’autonomia delle commissioni diventa festival dell’arbitrarietà
Pubblicati i primi criteri di valutazione per i concorsi ex art.15.
Il 13 febbraio 2024 sono state pubblicati i criteri di valutazione relativi al bando 315.63 PR, Area Concorsuale 03 “Ingegneria dei sistemi e delle telecomunicazioni. Questa è la prima delle commissioni a pubblicare i criteri sulla base dei quali intende condurre la valutazione e grandi sono le perplessità che hanno destato.
Nel comunicato del 16 giugno 2023 successivo alla pubblicazione dei bandi ex art.15 315.62-315.65, la FLC CGIL aveva rilevato alcune criticità associate alla formulazione dei bandi. In particolare, pur riconoscendo l’importanza degli aspetti qualitativi della ricerca, era stato evidenziato come attribuire un voto a ciascun candidato partendo da valutazioni espressamente “qualitative” avrebbe lasciato alle commissioni “una ampia discrezionalità di giudizio, con margini di autonomia che rischiano di sconfinare in un’arbitrarietà, che poco o nulla hanno a che vedere con la valorizzazione della professionalità di Ricercatori e Tecnologi.
Ancor più grave per la FLC CGIL la assoluta arbitrarietà dei giudizi rispetto ai prodotti scelti dai candidati. L’Agreement on reforming research assessment sottoscritto dal CNR nel 2022, propone di affiancare valutazioni di tipo qualitativo a quelle quantitative basate sugli indici bibliometrici. Questi ultimi da usare con responsabilità, ma non da eliminare.
La FLC CGIL considera positivo da un lato che la valutazione sia condotta considerando le svariate attività che caratterizzano la mission dell’Ente e non solo in termini di mera produzione scientifica, dall’altro che la valutazione sia svincolata dalla pertinenza del curriculum dei candidati con l’area disciplinare di riferimento. Tuttavia, non può non far notare come abbia più volte segnalato all’Amministrazione elementi critici presenti nei bandi ed abbia più volte chiesto un tavolo tecnico per la definizione delle linee guida che l’Amministrazione avrebbe proposto alle commissioni per garantire uniformità ed imparzialità di valutazione. Con l’ormai consueta idiosincrasia verso qualunque interlocuzione non prescritta dalle norme, l’Amministrazione si è limitata ad inviare alle OO.SS. le linee guida elaborate senza alcun confronto con le stesse.
Purtroppo oggi, di fronte ai criteri definiti per l’Area concorsuale 03, la FLC CGIL non può che prendere amaramente atto di quanto le linee guida fornite alle commissioni, mostrino e sottolineino tutti i limiti che la FLC CGIL aveva già indicato e, soprattutto, di quanto aumentino il grado di arbitrarietà del giudizio delle commissioni, in contrasto con le rassicurazioni date a suo tempo dalla Presidente.
Emerge chiaramente l’errore dell’Amministrazione che ha costretto il personale a limitare a un pool di 30 prodotti/titoli la propria produzione scientifica da cui attingere i 15 prodotti di ricerca che saranno oggetto di valutazione PRIMA di conoscere i criteri delle commissioni (a differenza della tornata concorsuale del 2020). I candidati, sono stati costretti a scegliere alla cieca tra i propri titoli, ed oggi rischiano di essere pesantemente penalizzati dalla scelta dei criteri da parte della commissione.
Infatti, tra i prodotti/titoli scelti la commissione ha previsto di non attribuire alcun punteggio a fattispecie quali Progetti e prototipi, Relazioni e rapporti tecnici o Esposizioni e Mostre, mentre è attribuito un punteggio massimo di 1 punto alla realizzazione di Software e banche dati. Allo stesso tempo un punteggio fino a 2 punti è attribuito al “Contributo in Atti di Convegno e poster”, considerando la comunicazione a congresso alla stregua di un capitolo in un Volume o ad articoli pubblicati su riviste ad alto impatto (es. Nature). Appare inoltre inaccettabile che vengano penalizzati i contributi in rivista o in volume, che hanno un numero di autori superiore a 5, suggerendo per il futuro l’opportunità di preferire un lavoro individuale di livello medio-basso ad uno di livello più alto, ma derivante da collaborazioni ampie tipiche di un ente multi- ed inter-disciplinare come il CNR. Curioso che il limite degli autori non si applichi ai Contributi in Atti di Convegno e poster.
Una ulteriore analisi puntuale dei criteri individuati per i diversi titoli della Sezione 1 porta inevitabilmente ad evidenziare altri diversi elementi di criticità dei quali si possono evidenziare esemplificativamente: 1) l’assegnazione di un ERC grant è valutata quanto l’attivazione di Start-up e Spin-off, 2) un punteggio di 2 punti è attribuito all’abilitazione scientifica nazionale, che pure segue criteri di valutazione che non sono adatti alla complessità del CNR e 3) Direzione di Istituto CNR f.f., o Responsabile di sede secondaria (CNR), posizioni per le quali non è richiesta una procedura concorsuale con valutazione del curriculum, valutate 2 punti (senza valutazione di merito) alla stregua delle fellowship internazionali.
La sensazione che emerge è che la commissione abbia in mente un CV tipo che non corrisponde al CV che tipicamente caratterizza i R/T di quest’area.
In senso generale, la FLC CGIL considera gravemente sbagliato che la Commissione abbia deciso di escludere a priori (attribuendo un punteggio di 0) numerose tipologie di prodotti che erano state previste dall'amministrazione. Una scelta estremamente grave in contrasto con la frase "La Commissione dovrà elaborare criteri di valutazione per tutte le tipologie di prodotti e titoli proposte dal bando", giustamente presente nelle linee guida fornite dall’Amministrazione alle commissioni. Pur riconoscendo che non tutte le tipologie di titoli potrebbero, in via teorica, essere riferibili a tutte le aree concorsuali, assegnare il valore 0 e non prevedere invece un punteggio seppur minimo o comunque graduale, rischia di penalizzare il lavoro di R&T, già costretti a una selezione ristretta della propria produzione scientifica. In questo modo la già sproporzionata arbitrarietà dei giudizi (evidenziata anche nelle modalità di attribuzione dei punteggi) risulta ulteriormente incrementata. Per quanto riguarda specificamente le pubblicazioni, appare scientificamente inaccettabile che ad un articolo già peer reviewed da una rivista sia attribuito il giudizio “insufficiente” e sia assegnato un punteggio pari a 0. Questo infatti questo non solo risulta mortificante, ma non riconosce il lavoro svolto e rischia di penalizzare il confronto scientifico, poiché’ evidente il rischio che un articolo sia valutato insufficiente se le tesi sostenute non sono condivise dalla commissione.
Altra stortura è la possibilità data a ciascuna commissione commissioni di individuare il numero di livelli su cui distribuire il punteggio per la valutazione dei titoli: nelle linee guida sono indicati cinque possibili giudizi a cui assegnare un valore, la commissione dell’area strategica “Ingegneria dei sistemi e delle telecomunicazioni”, ha scelto di distribuirlo su tre soli giudizi. Questo porta inevitabilmente a valutazioni differenti da commissione a commissione, della stessa tipologia di prodotto presentato.
Altra cosa grave è che, riprendendo le linee guida date alle commissioni, nella sezione 2) Contributo e risultati dell’attività max 25 punti, la commissione valuterà la coerenza con il posizionamento. La FLC CGIL evidenzia quanto questo sia incoerente con l’allegato A del Bando (Linee guida curriculum professionale), dove è esplicitamente scritto che Dati Personali e Posizionamento non sono soggetti a valutazione. Siamo veramente al festival dell’arbitrarietà.
A parere della FLC CGIL si è persa l’ennesima occasione per avere un percorso di valorizzazione chiaro, scevro da eccessiva arbitrarietà delle commissioni giudicatrici, e poco chiaro per il personale che ancora una volta è costretto a costruire la propria carriera senza avere una idea chiara della visione a medio/lungo termine dell’Ente. Ci chiediamo se l’Amministrazione abbia o meno chiara una visione a medio lungo termine del percorso professionale che R&T dovrebbero perseguire per poter vedere valorizzata la professionalità acquisita ed il lavoro svolto.
La FLC CGIL chiede che la Presidente intervenga al più presto per evitare che l’autonomia delle commissioni finisca per portarle a definire criteri di valutazione che non rispondono alle linee guida date, e soprattutto agli obiettivi che la stessa Presidente ha proposto al personale presentando questi bandi.