Contratto Enti Pubblici di Ricerca: il testo della I bozza di proposta dell’ARAN
Il nostro commento.
Gli aspetti più salienti di questa prima bozza riguardano l’opportunità di sviluppo professionale per ricercatori e tecnologi. Riconosciuto il limite e le difficoltà di applicazione dell'art. 64 del precedente contratto, la proposta ARAN non supera tali difficoltà, in quanto, pur riconoscendo il profilo unico del ricercatore e del tecnologo distribuito su tre livelli, collega lo scorrimento di livello per tali profili alla programmazione triennale e quindi all’autorizzazione ministeriale, prevista dalla legge, per bandire concorsi e per assumere i vincitori. A fronte di un protrarsi del blocco delle assunzioni per il comparto Ricerca, è del tutto evidente che il contratto così configurato, rimarrebbe inapplicato.
Con forza la FLC Cgil si è espressa per distinguere le fasi di assunzione di lavoratori (sottoposta alle suddette autorizzazioni) dal processo di scorrimento tra i livelli di questi profili, in quanto la gestione del personale non può e non deve essere governata da agenti esterni agli enti, quale ad esempio il Dipartimento Funzione Pubblica. Tale pratica, se si consolida per i ricercatori e tecnologi, rischia poi di essere esportata e diventare la norma anche per i tecnici ed amministrativi, bloccando l’applicazione degli art. 53 e 54, situazione questa che la FLC Cgil giudica inaccettabile, perché anche per questi profili lo scorrimento di livello rimarrebbe, in questa ipotesi, subordinato alla programmazione triennale, e quindi all’autorizzazione ministeriale.
Per il personale tecnico e amministrativo viene prevista soltanto la riduzione di un anno per l’anzianità utile ai fini del passaggio di livello, rispettivamente da sei anni a cinque e da cinque anni a quattro.
Sulle procedure di equiparazione del personale che proviene da altri comparti i criteri espressi nel testo mantengono una piena ambiguità rispetto al titolo di studio previsto. Peggiore ancora è la norma che prevede gli inquadramenti per maturato economico, con eventuali assegni ad personam riassorbibili. E’ noto che alcuni comparti prevedono retribuzioni superiori a quelle del comparto e i lavoratori coinvolti sarebbero sottoposti ingiustamente ad un blocco dei futuri aumenti retributivi; altri comparti che invece hanno retribuzioni notevolmente inferiori a quelle del comparto ricerca verrebbero schiacciati ai livelli iniziali di ciascun profilo di competenza, a prescindere dall’anzianità posseduta.
La FLC Cgil, anche rispetto a questi aspetti ha espresso la sua contrarietà e la necessità di approfondire meglio la questione.
Sugli aspetti economici non esiste alcuna previsione. Nell’illustrazione di questo argomento è stato affermata la necessità di quantificare meglio i costi conseguenti al conglobamento dell’Indennità Integrativa Speciale col tabellare, operazione questa che tutti i comparti del P.I. hanno effettuato in quest’ultimo rinnovo contrattuale. Solo una valutazione più puntuale può far scegliere questa opzione anche per il comparto ricerca. L’Aran si è impegnata a fare una accurata indagine presso tutti gli enti di ricerca in tempi brevi.
Manca qualsiasi riferimento al reperimento di ulteriori risorse, a garanzia di poter effettivamente attuare un processo di mobilità verticale.
Il problema del precariato non è stato ancora affrontato, anche se la FLC Cgil sostiene la necessità di inserire nel testo contrattuale elementi risolutori dei disagi che lavoratrici e lavoratori precari vivono costantemente.
Finché non si intravvedranno possibili soluzioni dei temi più importanti di questo rinnovo continua la mobilitazione presso gli enti affinché il Comitato di settore si faccia parte attiva presso l’Aran per una rapida e soddisfacente soluzione del contratto.
Roma, 28 ottobre 2005