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DDL Madia e delega sugli Enti di Ricerca: il 14 luglio assemblea nazionale indetta da FLC CGIL, Cisl Fir e Uil Rua

Partendo da un confronto sul DDL Madia chiediamo il rilancio della Ricerca Pubblica, il riconoscimento della peculiarità del Comparto nel rinnovo del CCNL, la stabilizzazione dei precari e un reclutamento straordinario.

07/07/2015
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Il DDL attualmente in discussione alla camera contiene una delega che raccoglie molte delle nostre richieste storiche per gli enti pubblici di ricerca. In particolare il riferimento ad uno statuto speciale nell’ambito della pubblica amministrazione più coerente con le necessarie esigenze di flessibilità gestionale del personale e del budget, delle missioni e del reclutamento evitando le note pastoie burocratiche legate a continui controlli dei ministeri. Nello specifico l’emendamento delega il Governo ad adottare decreti legislativi volti a recepire la Carta Europea dei ricercatori e il documento European Framework for Research Careers con particolare riguardo alla libertà di ricerca e all’autonomia professionale e definire uno sistema di regole più snello ed efficace per gli enti ricerca, più coerente con le esigenze del settore. Si punta a semplificare la normativa degli Epr coordinandola e armonizzandola con le migliori pratiche internazionali relativamente alla gestione delle risorse, alle missioni e al reclutamento evitando lungaggini burocratiche, razionalizzando e semplificando i vincoli amministrativi. La delega riguarda inoltre il rafforzamento della responsabilità e dell’autonomia decisionale nella gestione degli Epr attraverso la riduzione dei controlli preventivi e rafforzando quelli successivi. Ciò rappresenta un primo importante risultato che come FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA rivendichiamo con convinzione. Riteniamo, tuttavia, illusorio che le difficoltà degli enti di ricerca si possano risolvere comunque ancora una volta a costo zero e senza nuove assunzioni, come prevede l’emendamento, in un comparto che ha subito tagli fino al 20% delle risorse e una riduzione del personale attraverso i ripetuti blocchi del turn over, accompagnata da un costante aumento del precariato come dimostrano i numeri:18.000 dipendenti a tempo indeterminato e 12.000 precari. Premesso che non esistono scorciatoie ai problemi che il settore ha di fronte che sono essenzialmente di sottodimensionamento, carenza di infrastrutture, carenza di risorse per svolgere le attività istituzionali e mancanza di una governance unitaria, la scelta di una delega così elastica al governo desta comunque più di una perplessità. Ci saremmo aspettati e ci aspettiamo ancora un provvedimento organico di natura parlamentare piuttosto che una delega così ampia.

L’esercizio della delega, che peraltro dovrà essere armonizzata con l’annunciato ddl su università e ricerca, dovrà salvaguardare l’esistenza, l’unitarietà e la specificità del Comparto della Ricerca (attualmente messo in discussione dalla legge 150/99 cd Brunetta che i governi successi non hanno voluto/potuto modificare) ampliandone gli ambiti e favorendo la circolazione del personale della ricerca a partire da quello inserito, a seguito di provvedimenti legislativi, in ambiti impropri. Resta ferma la nostra convinzione che il rafforzamento e il riconoscimento di principi quali la portabilità dei progetti, l’autonomia professionale, del diritto alla formazione, il recepimento della carta europea dei ricercatori possa trovare una effettiva cittadinanza dentro la contrattazione collettiva se resa praticabile e non soggetta ai blocchi che l’hanno ingessata dal 2009 non certo per responsabilità delle organizzazioni sindacali. Una contrattazione per gli enti pubblici di ricerca a cui, semmai, andrebbe riconosciuta una peculiarità in coerenza con lo spirito della stessa delega.

Con l'obiettivo di approfondire il confronto sui contenuti della delega e sulle modifiche necessarie FLC CGIL FIR CISL UILRUA hanno indetto il 14 luglio dalle ore 9.30 alle ore 14.00 presso l'aula Cabibbo della Facoltà di Fisica presso La Sapienza storica sezione dell'Infn una assemblea nazionale degli enti di ricerca. Parteciperanno all'iniziativa i presidenti degli enti di ricerca e i parlamentari delle commissioni cultura, lavoro e affari costituzionali di camera e senato.

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