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ENEA: 52 lettere di licenziamento per tutti i lavoratori delle mense aziendali. Piena solidarietà della FLC CGIL

Il Presidente intervenga direttamente per dare garanzie e soluzioni coerenti, di fronte alla disastrosa gestione delle infrastrutture.

22/09/2021
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Quello che abbiamo cercato di scongiurare da mesi purtroppo si è realizzato, grazie all’inazione irresponsabile dell’Unità preposta ai servizi. Vi è stata una totale incuria e si è lasciato lentamente creare le condizioni per sopprimere volutamente un servizio aziendale. Lavoratori, che con dedizione da anni operano fianco a fianco a ricercatori e a tutti in un servizio aziendale fondamentale, vengono trattati senza la minima considerazione e si gettano le loro famiglie sul lastrico. Molti lavoratori avendo capito le reali intenzioni dell’ENEA sono stati di fatto convinti a cercarsi per tempo una nuova occupazione.

Un ente che fa della sostenibilità anche sociale una componente della propria mission è così che si comporta? Così come il miglioramento dell’alimentazione e la riqualificazione delle mense, in primis quelle pubbliche, non rientrano forse anche nei programmi del PNRR? Ma ormai abbiamo un apparato gestionale e dei servizi che è divenuto autoreferenziale e non coerente alle esigenze di chi opera nelle attività programmatiche, acquisendo pure gran parte delle risorse dell’ente.

D’altra parte non è solo disattenzione, violando le relazioni sindacali previste, trattandosi di un servizio contrattualmente sottoscritto, ma un progetto a lungo coltivato. I mesi per preparare la riapertura per tempo non sono stati persi per dimenticanza. Paradossalmente l’occasione è stata proprio la faticosa conquista dei 7 euro per pasto come tutti gli EPR, allo scopo di riqualificare in qualità le mense, ma che per altri invece è divenuta occasione per monetizzare un servizio affittando a terzi dei locali o avvantaggiare la spesa nei supermercati o in servizi contigui all’ente, in alcuni centri. Non è forse vero che vi è stata una richiesta, non resa pubblica, del responsabile delle infrastrutture al Presidente di essere autorizzato a introdurre la sostituzione delle mense con l’affidamento a terzi di locali, quindi implicitamente senza più vincoli, capitolati, controllo delle commissioni mense, con la conseguenza inevitabile di chi vi opera (chi dice che anche così si tutelano i lavoratori nega il codice civile)? Non è forse vero che si è galleggiato per un clima di incertezza di fronte alle richieste delle RSU?

Ora la notizia che non volevamo avere. Valuteremo certamente il da farsi. L’ENEA deve assumersi le responsabilità di invertire la situazione, ma nella correttezza contrattuale. Occorrerà prevedere anche un intervento all’esterno dell’ente. Positivo il fatto che il Presidente abbia incontrato e dialogato con la delegazione dei lavoratori della mensa, ma deve, secondo noi, seguire direttamente la gestione della crisi che difficilmente può essere risolta da chi l’ha provocata e vorremmo avere la garanzia di equità, rispetto dei contratti, fine di una autocrazia gestionale. Infatti anche la stessa la soluzione del contratto ponte contiene ambiguità. Non solo ancora una volta constatiamo il venir meno di una equidistanza nelle relazioni sindacali e nelle informazioni che dobbiamo ricercare in fonti terze, fortunatamente più informate.

Non sembra, infatti, dare certezze per la totalità dei lavoratori e nemmeno per tutti i centri. Poi, non si capisce cosa si farà nel frattempo, sul tipo di gare da attuare. Ma in realtà non si capisce se è un vero contratto ponte, un prolungamento del precedente contratto con migliori condizioni, perché quello che si lascia intendere ha una natura giuridicamente poco chiara. È forse un semiaffidamento di fatto sulla base dei ticket, violando il contratto di lavoro e le tabelle di equiparazione? Insomma non c’è alcuna chiarezza sul miglioramento e ripristino del servizio aziendale in tutti i centri. Non vorremmo che per alcuni è solo una transizione verso il suo affossamento definitivo.

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