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Il CREA condannato a riconoscere l’anzianità di servizio maturata con contratti a tempo determinato ai fini della ricostruzione di carriera
La FLC CGIL continuerà a garantire la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, contrastando le violazioni delle norme contrattuali, costituzionali ed europee
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Il Tribunale di Roma, con sentenza del 21 febbraio 2025, ha riconosciuto il diritto di un ricercatore del CREA, difeso dall’avv. Francesco Americo della FLC CGIL, al computo degli anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato ai fini della ricostruzione della carriera.
Il Giudice del Lavoro ha richiamato i principi sanciti dalla Corte di Giustizia Europea, che già nella sentenza del 18 ottobre 2012 (cause riunite C-302/11 – C-305/11) si era pronunciata su un caso analogo. La Corte ha infatti stabilito che:
“La clausola 4 dell’accordo quadro, allegato alla direttiva 1999/70/CE, deve essere interpretata nel senso che essa osta a una normativa nazionale che escluda totalmente il riconoscimento dei periodi di servizio svolti da un lavoratore a tempo determinato alle dipendenze di un’autorità pubblica per la determinazione della sua anzianità al momento dell’assunzione a tempo indeterminato. Tale esclusione è ammessa solo in presenza di ragioni oggettive, ai sensi della clausola sopra citata. Il semplice fatto che il servizio sia stato svolto con contratti a termine non costituisce una ragione oggettiva.” (punto 71, Sentenza 18 ottobre 2012).
In applicazione di tali principi, il Tribunale di Roma ha condannato il CREA a riconoscere l’anzianità di servizio del ricercatore, con il conseguente pagamento delle differenze retributive maturate dopo la ricostruzione della carriera.
La FLC CGIL continuerà a garantire la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori in tutti i contesti, contrastando le violazioni delle norme contrattuali, costituzionali ed europee.