INAPP: ovvero, stabilizzare i precari e arrestare lo smantellamento dell’ISFOL
Proposta per un documento politico di rilancio della FLC CGIL. Elaborazione dell’assemblea degli iscritti del 12 giugno 2017.
A cura dell'Assemblea degli iscritti INAPP FLC CGIL
A circa sette mesi dalla nascita dell’INAPP e dal successivo trasferimento coatto di personale ex-ISFOL in ANPAL, appare troppo facile dire “avevamo ragione”, ma così è! Sull’intera operazione stendiamo un velo pietoso, ma non c’è dubbio che la conseguenza traumatica del passaggio rappresentato dal D.lgs 150/2015, per le modalità con cui è stato attuato, sia la crisi di un Ente Pubblico di Ricerca che rischia di diventare irreversibile.
Il pessimo Jobs Act, compendio legislativo di una fase politica rivelatasi disastrosa, non ha rappresentato sotto il profilo del sistema delle politiche attive del lavoro quell’avanzamento che era stato auspicato. Al contrario, ha prodotto lo smantellamento del Ministero del Lavoro, la trasformazione di Italia Lavoro e la nascita dell’ANPAL con la sottrazione di una “costola” dell’ISFOL, ma il sistema immaginato è poi naufragato nella sconfitta referendaria del 4 dicembre scorso, di cui il governo di turno non ha voluto tenere conto. Infatti, invece di concedersi una pausa per riflettere su ANPAL e sul sistema di politiche attive per il lavoro che ne sarebbe derivato, a riforma costituzionale bocciata, ha perseverato nell’errore, impedendo che il nuovo sistema diventasse veramente utile al Paese.
In questo complesso scenario, appare evidente che la trasformazione di ISFOL in INAPP si sia rivelata al momento un fallimento completo. Le conseguenze dello sperpero di risorse pubbliche e dell’inefficienza del sistema creato sono sotto gli occhi di tutti. Da sei mesi la disorganizzazione e il blocco di numerose attività hanno sprofondato il personale in una situazione di disorientamento, aggravata dalla scarsa chiarezza sui rapporti strategici che dovrebbero regolare le relazioni fra INAPP e ANPAL, e dall’incerto esito dell’ipotesi di trasformazione di INAPP in organismo intermedio.
Si lamenta da parte del vertice di INAPP una carenza strutturale di risorse, e questo è certamente vero, ma al contempo si continuano a rifiutare fondi per progetti che non interessano l’attuale vertice e che invece sarebbero vitali per il buon funzionamento dell’Ente, oltre che per la stabilizzazione dei suoi numerosi precari.
A fronte di questa situazione, il presidente Sacchi si cimenta nell’ennesimo esercizio di valutazione dell’Istituto e dei suoi compiti, proponendo un’ulteriore riforma dell’INAPP che pare dimenticare compiti e missioni che sono già stati fissati per legge dall’art. 10 del D.lgs 150/2015. In merito a ciò, come sindacato non possiamo che rispedire al mittente l’ipotesi di creazione dell’ennesimo micro istituto di valutazione delle politiche pubbliche al servizio del governo di turno. Dimentica forse il presidente che in questo modo si prospetta l’espulsione di forza lavoro e nessuna stabilizzazione per il personale precario, in una fase in cui invece la legge di riforma Madia del TUPI e il D.lgs 218/2016 prevedono specifiche norme per risolvere il problema del precariato. Stabilizzazioni a cui si dovrebbe essere particolarmente sensibili all’ex ISFOL, visto l’enorme numero di precari di lungo corso, i contenziosi in atto e non ultima la recente sentenza della Corte d’Appello in cui è stato condannato l’INAPP/ISFOL per l’abuso e il ricorso reiterato a forme di lavoro flessibile.
La FLC CGIL ritine che sia giunto il momento di dire basta a riordini e riorganizzazioni autoreferenziali e proprietarie, condotte senza alcun coinvolgimento della comunità scientifica, che finiscono invece per peggiorare la qualità del lavoro e il benessere organizzativo. Se esistono problemi di risorse finanziarie per garantire il funzionamento ordinario dell’INAPP e di rapporti in termini di autonomia dall’ANPAL, è la politica che deve trovare soluzioni adeguate: modelli organizzativi alternativi o l’agognata vigilanza da parte di autorità diverse dal Ministero del Lavoro sono solo voli pindarici.
Per questo la FLC CGIL respinge l’idea di INAPP che si è voluta ventilare nei lavori del Convegno dello scorso 23 maggio. Un report che, oltre aver offeso il lavoro svolto dall’istituto ISFOL, propone un nuovo assetto dell’Ente nel quale appare chiara la costruzione di una area istituzionale tipo best company (i geni della ricerca) ed una tipo bad company (i manovali della ricerca e dell’assistenza tecnica), i cui risultati porteranno inevitabilmente, in un prossimo futuro, allo smantellamento dell’istituto soprattutto nella sua parte di servizio di assistenza tecnica. Con conseguente messa a rischio dei posti di lavoro del personale a tempo determinato che in questi anni è stato salariato con fondi FSE e delle prospettive per la loro stabilizzazione.
Sacchi se ne faccia una ragione: il futuro di INAPP coincide coi principi e i compiti che gli sono stati affidati dal legislatore col D.lgs 150/2015.
Per questo abbiamo chiesto, come FLC CGIL FIR CISL UILRUA un incontro al Ministero del Lavoro, nel quale andremo a rappresentare le nostre ragioni il prossimo 15 giugno.
Siamo impegnati nella realizzazione di una conferenza di servizio in cui, insieme anche alla nostra confederazione, vogliamo confrontarci sul futuro dell’INAPP, sulla sua missione strategica e sui processi di stabilizzazione necessari destinati al personale precario, per arrestare il declino impostogli da un vertice che al momento si è dimostrato totalmente inadeguato. Riteniamo prioritario a tal fine lavorare al ripristino relazioni sindacali corrette, ormai da troppo tempo sistematicamente calpestate dal Presidente Sacchi e dal Direttore Generale Nicastro.
Per la FLC CGIL l’obiettivo è quello di arrestare il declino desolante dell’INAPP/ISFOL a cui questa direzione sembra volerci inesorabilmente condannare.
12 giugno 2017