INDIRE: 28 marzo sciopero. Bisogna cambiare, non si torna indietro
Lavoratrici e lavoratori saranno in collegamento dal presidio con interventi e letture
Le Organizzazioni sindacali confederali hanno proclamato per il 28 marzo lo sciopero di tutto il personale dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE):
- perché venga individuato nel rispetto delle forme di partecipazione sindacale un processo chiaro di stabilizzazione del personale precario nell’anno in corso ai sensi dell'art. 20 del D.lgs. 75/17 e s.m.i.;
- per il riconoscimento delle opportunità di sviluppo delle carriere del personale di ruolo sostanzialmente ferme ai livelli d’assunzione dei rispettivi profili;
- per un autorevole intervento ministeriale a garantire la regolarità e funzionalità nella governance dell’ente;
- per un percorso condiviso con i lavoratori e le organizzazioni sindacali sulla riorganizzazione dell’Agenzia Erasmus+.
Il presidio è convocato alle ore 11:00 in via Lombroso per il personale di tutte le sedi. Le OOSS manifesteranno dalle ore 9:00 alle 10:30 anche in via Buonarroti presso la sede Centrale.
Durante il presidio si alterneranno interventi e letture che potranno essere seguiti in diretta Facebook al link https://www.facebook.com/
Dopo aver manifestato a Roma il 21 marzo davanti al Ministero Istruzione, le lavoratrici e i lavoratori di INDIRE proseguono con la manifestazione del loro dissenso e con la proposta di una discontinuità radicale: le professionalità e le competenze del personale devono essere le protagoniste del mandato istituzionale dell’ente di ricerca.
Occorre risolvere il precariato di INDIRE, da troppo tempo in balia di personalismi tossici: la ricerca deve essere autonoma e di servizio agli insegnanti, agli studenti, ai dirigenti, agli adulti in formazione, perché è sulla ricerca, sulla scuola e sull'istruzione che si può ricostruire il presente e progettare un futuro quanto mai incerto e complesso.Occorre stabilire una volta per tutte che nel lavoro da dipendente e precario si maturano diritti, non si attendono concessioni per grazia ricevuta: quegli stessi diritti devono essere riconosciuti e praticati perché sono a fondamento della realizzazione personale e della responsabilità pubblica e politica del lavoro, nonché a garanzia della ricerca come orientamento collettivo e come investimento della e per la comunità.
INDIRE deve cambiare: la strada è intrapresa, non si torna indietro.