INFN: firmato il contratto integrativo per l’applicazione dell’articolo 53
Attivate meno posizioni di quanto previsto per i ritardi di MEF e Funzione Pubblica.
Mercoledì 11 novembre 2020 si è svolta una riunione con l’Amministrazione con oggetto le Progressioni Economiche previste dall’articolo 53.
Come già riportato nell’ultimo comunicato sindacale i ritardi accumulatisi nella certificazione, da parte del MEF e della Funzione Pubblica, del contrattato integrativo 2017 che contiene le risorse per fare circa 300 passaggi ai sensi dell’articolo 53, portano inevitabilmente a ridurre, in prima battuta, i posti disponibili a 132.
Dovendo operare nell’applicazione dell’articolo 53 su più tranche, abbiamo condiviso che si debba dare la priorità al personale che da più tempo non ha usufruito di questa opportunità.
Per attivare comunque questa procedura per le 132 posizioni da bandire è stato necessario sottoscrivere un contratto integrativo.
Il testo del Contratto integrativo è frutto di una lunga discussione con l’Ente che ha prodotto alcuni miglioramenti al testo originariamente proposto.
Abbiamo sottoscritto unitariamente il contratto integrativo, allegando allo stesso una dichiarazione a verbale delle organizzazioni sindacali che bene chiarisce il contesto in cui ci muoviamo e i prossimi passaggi che si dovranno determinare.
L’obiettivo, sicuramente praticabile, è quello di chiudere l’applicazione degli articoli 53 e 54, per tutti gli aventi diritto, entro breve tempo.
Al termine della riunione abbiamo chiesto di affrontare anche l’argomento di come si stia procedendo in questa fase di emergenza sanitaria.
Non condividiamo l’approccio dell’Ente che sembra non capire che la priorità di questa fase è garantire la sicurezza mantenendo in lavoro da remoto il più alto numero possibile di lavoratori e lavoratrici e non solo nelle zone “rosse”. Va dato rapidamente un messaggio in questo senso alle varie strutture dell’Ente per evitare il diffondersi di casi di contagio.
Ognuno deve fare la sua parte, vanno coinvolti di più i lavoratori e le lavoratrici, le RSU e le organizzazioni sindacali. Se oggi è al lavoro in presenza poco più del 40 % del personale, si deve ancora scendere.
In questa emergenza sanitaria, a prescindere anche dai diversi riferimenti normativi e contrattuali, ricercatori/tecnologi e personale tecnico-amministrativo vanno nella stessa misura tutelati e protetti, riducendo la loro presenza fisica in servizio.
I protocolli che abbiamo discusso e in parte condiviso con l’Ente devono essere applicati sempre in riferimento ad una situazione in evoluzione e che deve mettere la sicurezza di tutti/e al primo posto. Nelle ultime discussioni fatte (nazionali e locali) registriamo che questa priorità non è del tutto condivisa dal nostro ente.