ISPESL: firma degli accordi? No grazie!
Trattativa del 24 e 31 marzo, inaccettabile il comportamento della delegazione, la FLC Cgil non firma gli accordi proposti!
Dopo svariati mesi si chiude malamente una complessa trattativa che costringe la FLC Cgil a non firmare gli accordi proposti, esprimendo così un giudizio fortemente negativo sull’operato della delegazione di parte pubblica e sugli accordi stessi.
A più di un anno dall’avvio di una trattativa che si protraeva blandamente, per responsabilità della delegazione dell’Ente, si è come al solito arrivati al “collasso” finale in cui, presi alle strette e dalla necessità di chiudere (necessità che in via di principio è condivisa anche dai sindacati), l’amministrazione propone il solito accordo prendere o lasciare. Come se il problema fosse quello di un giorno in più per la trattativa e non già quello di dover constatare amaramente che si sta trattando i residui e il protocollo d’intesa del 2008 con 2 anni di ritardo!
In una situazione in cui, peraltro, a causa delle modalità con cui si svolgono le riunioni di trattativa scarse sono state le occasioni per un confronto di merito vero sugli argomenti da trattare. Oltre che diversi i modi con cui si è proceduto nella trattativa: da un approccio iniziale organico e con la volontà dichiarata dell’ISPESL di voler chiudere un accordo su tutte le materie, si è giunti infine alla determinazione opposta di chiudere solo qualche argomento.
Il corpo degli argomenti trattati è stato il salario accessorio del 2009, i residui del contratto integrativo 2008, l’attuazione del protocollo d’intesa 6 agosto 2008 (che comprendeva il tema delle carriere e l’applicazione degli ex-art. 53, 54 per i livelli IV-IX e dell’ex-art. 15 per i livelli I-III) e la Fioroni 2008.
Alla fine si è arrivati a proporre la firma solo per la Fioroni 2008 e sui residui del 2008, tutto il resto è rimandato sine die.
La FLC Cgil ritiene inaccettabile questo modo di procedere.
Nel metodo non va bene questo modo di condurre la trattativa con riunioni prima dilatate nel tempo, in cui si discute poco e si centellinano informazioni, che immancabilmente “collassa” nella riunione finale in cui, come nella favola di Cenerentola, o si prende o si lasccia, ovviamente alle condizioni imposte dalla delegazione. Tutto ciò impedisce una reale discussione di merito e permette all’amministrazione di dettare i tempi della contrattazione, rafforzandone il tratto autoritario, tutto a svantaggio degli interessi e dei diritti dei lavoratori.
Nel merito appare incomprensibile la scelta di non chiudere sul salario accessorio del 2009, visto che siamo ormai ad aprile del 2010, con motivazioni speciose sulle modalità di attuazione del taglio del salario accessorio del 10% della 133/08; oltre ad essere inaccettabile la proposta sull’utilizzo dei fondi residui del salario accessorio 2008 e sull’attuazione del protocollo d’intesa del 2008.
Nelle riunioni del 24 e del 31 marzo la trattativa si è svolta quindi sulla Fioroni 2008 e sui residui del salario accessorio del 2008, questi ultimi circoscritti al solo personale dei livelli IV-IX. Alla richiesta di trattare anche la parte dei ricercatori e tecnologi e quindi l’applicazione dell’art. 15, c’è stata la totale indisponibilità da parte della delegazione.
Sul residuo del salario accessorio 2008, che è pari a circa 1,17 mln di €, la proposta prevede 301.000 € da erogare come arretrato dell’Indennità di Ente; poco più di 90.000 € per aumentare le risorse dei passaggi di livello (art. 54) già messe a disposizione col protocollo d’intesa 2008; 750.000 € da erogare come produttività individuale e collettiva; sono confermate le risorse per l’applicazione dell’art. 53.
Ascriviamo alla iniziativa della FLC Cgil il fatto che per la prima volta si contrattino i residui dell’anno precedente. In passato diventavano risparmi di gestione che, verosimilmente, andavano ad alimentare le economie di bilancio da cui origina e originava la Fioroni.
La FLC Cgil ha chiesto di incrementate le risorse per l’art. 54, visto che si tratta di residui del contratto integrativo, per consentire il passaggio di livello a tutti quelli che hanno maturato i requisiti al 31.12.2008. Si tratterebbe più o meno di altre 80-90.000 € da aggiungere dai residui del 2008 e non è una proposta oscena, vista l’entità dei residui in gioco. Su questa c’è stata la totale chiusura da parte dell’Ente, visti i vincoli della pianta organica. La FLC Cgil ha fatto presente che nonostante i vincoli, si possono aumentare i numeri per l’art. 54 fino a copertura dei posti vacanti, ma anche questa proposta non è stata accolta.
Altra richiesta è stata quella di destinare la maggior parte delle risorse proposte per la produttività (i 750.000€), alla l’Indennità di Ente così come prevede il CCNL. Infatti la maggior parte dei residui origina da questo istituto contrattuale e nella proposta dell’ISPESL, invece, finiscono nella produttività anche le risorse dello 0,22% della massa salariale che il contratto destina inequivocabilmente all’indennità di ente. Sotto il profilo contrattuale questo è inaccettabile!
Sull’art. 15 l’ISPESL ha fatto presente che, viste le tabelle sulle anomale permanenze dei ricercatori e tecnologi al III livello, proporrà un riequilibrio nelle prossime procedure per l’art. 15 sul numero dei posti da bandire a favore dei tecnologi. Contraddicendo per l’ennesima volta quanto sostenuto in precedenza l’Ispesl ora sosterrebbe che, essendo certificata la scarsa differenza in termini di anomale permanenze fra i ricercatori (40 con oltre 12 anni di anzianità) e i tecnologi (36 con oltre 12 anni) e tenendo conto che alle risorse messe a disposizione dall’Ente per l’art. 15 (i circa 100.000 € scaturiti dal protocollo d’intesa) se ne aggiungerebbero altre 50.000, queste ulteriori risorse vanno destinate ai tecnologi. Quindi con 150.000 € la proposta sarebbe di 18 posti complessivi suddivisi in 10 ricercatori (3 fis, 2 bio, 2 chi, 2 med, 1 mat) e 8 tecnologi (6 ing, 2 giur/econ).
La FLC Cgil ha fatto presente che non si possono considerare le tabelle proposte senza tenere conto delle procedure selettive in atto (quelle dell’accordo di novembre), che essendo per lo più per i tecnologi avranno effetto sulle anomale permanenze. Anche volendo considerare il ragionamento dell’Ente, per fare una proposta seria bisognerebbe tenere conto della numerosità complessiva dei posti per l’art. 15 che comprenda anche quelli già banditi.
Per quanto sopra detto e viste le chiusure registrate, la FLC Cgil conferma il proprio giudizio negativo sull’operato dell’Ente e la decisione di non firmare gli accordi proposti. Verificherà con i lavoratori le azioni da intraprendere per il futuro, anche in considerazione del fatto che la maggioranza delle sigle sindacali non ha apposto la propria firma a questi accordi.
Roma, 2 aprile 2010