L’ambiente, la nuova economia. Se ne discute a Roma il 27 maggio
Ne parlano i ricercatori dell'ISPRA e soggetti istituzionali e politici in una iniziativa organizzata dalla CGIL e dalla FLC.
Il modello economico di riferimento, negli ultimi trent’anni, è stato quello basato sul trinomio produzione/consumi/credito che presuppone una disponibilità illimitata di risorse: naturali, energetiche, ambientali nonché finanziarie. Un modello erroneo che ha portato a numerose catastrofi progressive, campanelli d’allarme che non si è voluto o saputo ascoltare che ha determinato la necessità di “manovre” per ripianare buchi di bilancio sottraendo risorse all’economia reale e dei servizi ai cittadini, provocando quindi la recessione.
Ora sarebbe assurdo pensare che di uscire dall’attuale crisi rimettendo in moto lo stesso modello.
È necessario investire nei settori della ricerca, sviluppo e innovazione, tra i quali uno dei più promettenti è quello ambientale. È ormai riconosciuto da tanti osservatori, forze sociali e opinione pubblica che lo sviluppo e l’innovazione ambientale rivestono un ruolo cruciale per la crescita civile ed economica dell’intero Paese.
È essenziale che l’intero sistema di ricerca in campo ambientale sia messo nelle condizioni di aumentare la sua efficienza e operatività.
- Programmi di ricerca e innovazione indirizzati verso una nuova mobilità ecosostenibile;
- mezzi di trasporti a minor impatto ambientale;
- recupero di materia prima dai rifiuti;
- efficienza energetica nei cicli produttivi;
- uso di fonti rinnovabili;
- bonifiche e messa in sicurezza dei suoli;
- controllo e sorveglianza ambientale
sono alcuni dei temi su cui opera in Italia, insieme ad altri enti e istituzioni, l’ISPRA.
Ed è logico, indispensabile e urgente aspettarsi che l’Istituto venga rafforzato per svolgere al meglio le proprie funzioni, che venga dotato degli strumenti necessari per esercitare in autonomia e indipendenza i compiti che la legge gli assegna, per mettere i propri ricercatori e tecnologi nelle condizioni di lavorare con responsabilità, per poter interagire e fare rete con altre istituzioni nazionali ed europee al fine di rafforzare la sua capacità di ricerca e sviluppo tecnologico.
I temi della salvaguardia ambientale soprattutto dopo i più recenti disastri ambientali stanno ormai a cuore alla maggioranza degli italiani, come confermano gli ultimi sondaggi.
Occorre dunque mettere in rete i centri di ricerca, le università, le istituzioni locali, le imprese, gli attori sociali per promuovere un'azione decisa di messa in sicurezza del territorio.
Dalle iniziative per la tutela ambientale e la messa in sicurezza del territorio possono derivare grandi occasioni di crescita economica e occupazionale.
Per queste ragioni che la FLC CGIL e la CGIL nazionale hanno pensato di organizzare il 27 maggio 2014 nella sede nazionale della CGIL un’iniziativa su queste tematiche invitando al confronto tutti i soggetti istituzionali interessati, a partire dal Ministro dell’Ambiente.